Capitolo 17 - Scale nell'abisso

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Sesto giorno (terzo dalla scomparsa di Ann)

Il gruppo si era riunito per la colazione e Leonard ne stava approfittando per dare una sistemata alle camere.

Aveva declinato alcuni deboli tentativi di essere aiutato. Il motivo era semplice: cercava qualcosa e non voleva nessuno attorno. In particolare, era la camera delle due ragazze tedesche che voleva ispezionare.

Non sperava certo di trovare sotto qualche letto la soluzione a tutti i suoi dubbi, ma in qualcosa doveva pur sperare.

E fu così che la fortuna, o il destino, decise di premiarlo.

"Cos'hai lì?"

La piccola Tru, girata sulla schiena, giocherellava con qualcosa che fuoriusciva da sotto un cuscino di una poltroncina. Dalle zampette si aprivano gli artigli che pizzicavano un pezzo di stoffa.

"Fammi vedere, ma prima rinfodera le armi."

Quello che vide non gli piacque: si trattava di un fazzoletto, ed era impregnato di sangue.

"Che cavolo..."

Il ragazzo rimane per diversi istanti con quel fazzoletto in mano. L'azzurro fiordaliso era sporcato da chiazze color carminio. Poi, quasi scuotendosi da quello stato catatonico, lo avvolse in un kleenex e se lo mise in tasca.

Sceso in cucina lo mise in un sacchetto di plastica trasparente per alimenti.

Dovrò darlo all'Ispettore, ma cosa gli dico?

Andò in salotto, con i pensieri che si facevano sempre più cupi.

"Tutto ok, Leonard?"

"Cosa? Sì, certo. Tutto ok, Wil."

Guardò i ragazzi, "La colazione andava bene?"

"Ottima", rispose Ymir.

Solo allora Leonard si rese conto che una persona non era presente.

"Dov'è Leyla?"

Tutti si stupirono del tono con cui il ragazzo porse la domanda. Le sue parole tradivano un misto di ira e preoccupazione.

"Ha detto che faceva due passi, non ha nemmeno mangiato e..."

"E? Concludi, Wil!"

"E niente, ha anche detto che voleva stare sola per un po'."

"Merda."

"Cosa succede, Leonard?" La voce di Marlene fu come un sussurro, quasi avesse timore di scoprire una verità che non avrebbe voluto accettare.

"Seguitemi, dobbiamo trovarla."

-

Tutti uscirono all'esterno e cominciarono a cercarla, urlando il suo nome, ma di Leyla non c'era traccia.

"È per forza nei dintorni, non può essersi allontanata di molto", Marlene sembrava volesse autoconvincersi che l'amica non fosse fuggita, cercando di dare un senso al suo comportamento.

"Certo, non può essere lontana, ma non abbiamo idea di dove possa essere andata", sentenziò Wil, "È meglio se ci separiamo, giusto?"

Leonard era rimasto alcuni passi indietro.

"Leonard!"

Il ragazzo sembrò scuotersi dal suo torpore, "Ho una sensazione, ci vorrà poco a verificarla."

"Quale?"

"Andiamo alla stamberga."

All'unisono i ragazzi ripeterono quelle parole, "Alla stamberga?"

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