Capitolo 18 - La verità di Leyla

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L'istinto di sopravvivenza della ragazza ebbe il sopravvento e fu più forte della paura.

Afferrò la mano dell'uomo che le aveva tolto quel fetido lenzuolo e con un urlo balzò in piedi.

Lo stava colpendo col taglio della mano libera, quando si bloccò.

"Wil!"

"Leyla!"

Fu solo in quel momento che vide anche Leonard, "Siete voi?"

"E chi cazzo credevi che fossimo? Quasi mi fai prendere un accidente."

"Mavaffanculo... e io cosa dovrei dire? E levami quella luce dagli occhi."

La ragazza girò la testa cercando di evitare la torcia che la puntava, "Devo trovare il mio cellulare, è la seconda volta che mi cade."

"Tieni", Wil le tese la mano.

Lei lo fissò, "Grazie."

"Leyla, cos'altro cercavi, in questo posto? Non certo il cellulare."

"Molto perspicace. E voi cosa cercavate?" ribatté lei.

"Ragazzi, ora non è il caso di fare discussioni, diamo un'occhiata a questo posto e andiamocene... subito." Leonard mentre parlava stava analizzando quanto aveva di fronte.

Nel frattempo, erano scesi dalla scaletta anche gli altri.

"Che razza di posto è questo?" Marlene si coprì la bocca con una mano, come se temesse le sue stesse parole.

"Non lo so", fu la frase laconica di Leonard, mentre fissava quel locale sudicio.

Osservava quella branda ricoperta di stracci lerci, mentre la torcia del cellulare rendeva l'antro ancora più tetro. Non c'era altro.

"Sarebbe meglio non toccare nulla", bisbigliò il ragazzo agli altri.

Wil sembrò ignorare quelle parole, si chinò e cominciò a frugare tra quelle lenzuola lerce, alzando anche il materasso impolverato, senza però trovare nulla.

Poi, quasi sconsolato, fissò Leonard, "Credi che Ann sia stata tenuta prigioniera in questo luogo?"

Il ragazzo italiano lo fissò, poi si girò verso gli altri, "Dobbiamo avvertire l'Ispettore."

-

I ragazzi tornarono subito al B&B.

Il pensiero comune fu uno solo: non capacitarsi di non aver incontrato lui, il pazzo e con questo nella testa si raccolsero tutti nel salottino.

"L'Ispettore ha detto che ci raggiungerà qui?"

"Sì, Wil, arriverà a momenti."

"E perché non siamo rimasti là?" Chiese Ymir.

"Forse per paura che il pazzo spuntasse da un momento all'altro con una mannaia grondante sangue?"

Leonard sorrise, "Quello poteva essere uno dei motivi, ma ce n'è un altro: prima che arrivi l'Ispettore, vorrei sentire cosa ha da dirci Leyla."
Il suo sguardo era fisso su di lei. "Cosa ci facevi lì e come hai scoperto quello scantinato?"

Lei abbassò gli occhi e si morse un labbro, "Volevo solo cercarla e... quel pertugio l'ho trovato per caso."

"Per caso?" ringhiò Wil, "Ci eravamo già stati, ricordi? E anche l'Ispettore c'era stato, tutti senza trovare un cazzo di nulla. Poi ci vai tu, sola soletta..."

"Io ho cercato! Quel giorno evidentemente non l'abbiamo fatto."

"Sentite, calmiamoci tutti. Non stiamo facendo un interrogatorio, quello lo farà la Polizia. È per questo che ora dobbiamo dirci tutto, dopo potrebbe essere... un problema." Leonard usò le parole con tono rassicurante, ma anche con una velata fermezza.

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