4.

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Sanem's pov

È da più di un'ora che cerco di rintracciare Emre.

Quest'uomo mi sta facendo impazzire.

Impazzire di nervi, sia chiaro.

Scompare e compare a suo piacimento.

In tutto questo, non ho potuto non notare  il ragazzo a me di fronte.

Fisico statuario, capelli raccolti in un perfetto codino e super elegante.

È seduto ad un piccolo tavolino, perché come me, non ha alcuna compagnia.

Cerco di scansare i suoi occhi, quando mi accorgo che si sono puntati su di me.

Riesco ad osservare mille cose in una, anche solo con la coda dell'occhio.

Ammetto che mi sta facendo sentire a soggezione.

Non ce ne sono più donne su questa crociera da guardare?

Perché proprio me?

E perché mi interessa saperlo?

Alla fine gli occhi sono fatti per fare guardare.

Che guardasse quello che gli pare.

Quando il cameriere mi indica il mio tavolo, mi viene da sorridere.

Tra tanti , mi capita giusto quello davanti a lui.

Ma risolvo il problema, dandogli le spalle.

Mi siedo e sbuffo.

Dovrebbe interessarmi di più "Emre" che non risponde alle mie chiamate, piuttosto uno sconosciuto che mi ha osservato per qualche minuto.

Improvvisamente, si spazio tra le tanti voci, una bella forte e intensa.

Quando mi passa davanti, capisco che si tratta di lui e insieme alla sua voce, ho potuto ispirare la scia del profumo che ha lasciato nel mentre.

Chiudo persino gli occhi per risalire alle origini di quel profumo.

"Bergamotto, Cardamomo e legni aromatici. . . ", penso.

Beh, queste sono le note di testa e l'ho trovato un profumo "gentile, inebriante e  soave".

"Soave" proprio come il sorriso che ha appena fatto in questo momento.

È impegnato al telefono e mi chiedo chi sia il protagonista di quel sorriso.
O la protagonista.

Dubito che un ragazzo bello come lui, sia ancora single e se lo è, sarà circondato per certo, da una mandria di donne.

Mi accorgo di peccare con i pensieri, quando il telefono comincia a suonare, ricordandomi che ho un ragazzo e che mi sta chiamando in questo esatto momento.

"Finalmente!" , penso.

Apro la chiamata, aspettando sia lui a farmi voce.

<Sanem! Mi senti?> , mi chiede
<Sì! Ti sento>

Un attimo di silenzio.

<Mi dispiace se mi faccio vivo solo ora> , riprende il discorso
<Sì! Anche a me... Pensavo mi avresti raggiunta>
<Sanem, mi farò perdonare! Questi giorni in agenzia sono davvero turbolenti... Abbiamo tanto lavo->
<Emre! Sono stufa di ascoltare sempre le stesse cose! Non c'è mai tempo per me? Possibile?> , i miei occhi sono lucidi

Sono in contrasto con me stessa.

Non so cosa voglio, non ho una risposta.

Questo è il motivo della mia rabbia.

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