XIV

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Questa volta andai seriamente ad aprire a Felix aspettandolo sul solco della porta come avevo fatto il giorno prima.
Non mi fidavo del sogno, non volevo neanche che diventasse realtà.
Lui è una persona delicata, non si merita questo trattamento.
Arrivò davanti a me e restai con la bocca semi aperta... che cazzo era successo...
Ringraziai con tutto me stesso di avere la porta a reggermi... i suoi... i suoi capelli.

Erano corti, tinti di nero, come la pece

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Erano corti, tinti di nero, come la pece... il mio... biondino non c'era più?

<<Buongiorno hyung>> lo disse con un leggero sorriso, non che non mi dispiacesse... ma ero letteralmente scioccato da quello che stavo vedendo.

<<B-buongiorno, e-entra>> lui eseguì mentre io dovetti restare sulla soglia della porta per evitare di cadere.
<<C-chi è, c-chi è stato?>> sussurrai una volta dopo aver chiuso la porta.

<<Mia madre... prima di tornare a casa ha tagliato il codino a tradimento e mi ha gettato un intero tubetto di tinta in testa... non potevo più tornare indietro>> era fermo, in mezzo alla sala, davanti al letto.

<<Felix... come ti senti?>> avrei voluto correre da lui. Abbracciarlo. Stringerlo fino a far mancare il fiato ad entrambi.

<<Vuoto... ho... ho male ovunque, ho paura>> lo guardai intensamente... non si meritava questo.

<<Siediti sul letto un attimo>> eseguì senza rispondere, mettendosi eretto per via della schiena ancora dolorante.
<<Immagina di essere a scuola, siamo al nostro banco, insieme>> mi sedetti accanto a lui mettendo le mani sulle mie ginocchia, in bella vista, per evitare che si spaventasse.
<<Hai mai visto un film romantico? Dove c'è la classica coppietta che guarda la televisione?>> non voltai lo sguardo... per avere un suo contatto dovevo solamente tenere gli occhi fissi davanti a me.
<<Immagina che la mia spalla sia un cuscino, appoggia solo la testa e basta>> passarono secondi interminabili prima di sentire quella leggera pressione su essa <<Felix tu non ti meriti nulla di questo, voglio dire, non meriti le cose brutte che ti accadono... ti prometto che oggi ti tornerà il sorriso, anche se gli altri ti diranno cose come "ma cosa hai fatto" oppure "sei un figo" ...sappi che io sarò lì, a debita distanza, pronto a ricambiare qualsiasi gesto di cui tu abbia bisogno, che sia un bacio, che sia un abbraccio, che sia una cosa così, una stretta di mano o qualsiasi altra cosa, puoi sputarmi anche addosso se vuoi e io non dirò niente>> sentii un piccolo movimento sulla spalla <<Qualsiasi cosa vorrai, ci isoliamo, ed entriamo in questa stanza, appartata, dove siamo solo noi due, dove possiamo stare in silenzio, va bene?>> appoggiai inconsciamente la testa sulla sua mentre parlavo e non appena me ne resi conto sgattaiolai dritto.
<<Scusa io>> non riuscì a finire che lui mi interruppe.

<<Mi piaceva... facciamo quello che dobbiamo fare adesso per favore>> mi ricordai dei suoi tagli e di tutto quello che avrei dovuto medicare. Tornai serio. Lui era la mia priorità.
Si alzò togliendosi il giubino in jeans dandomi la schiena e per poco non ebbi un mancamento.

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