"Non sono le nostre capacità che dimostrano chi siamo veramente, sono le nostre scelte."
J.K.Rowling
Una settimana. La mia vita scorreva normalmente da una settimana. Melody si stava riprendendo, io e Ryan ci vedevamo quasi ogni giorno, eppure sentivo un peso sul petto che non mi lasciava in pace. I miei fratelli erano più strani e sfuggenti del solito, e di Blake e dei "magnifici due" non c'era traccia. Era mercoledì, e io e Melody eravamo appena uscite dalla palestra. La fisioterapia per la sua gamba sarebbe stata lunga, ma lei era determinata e migliorava ogni giorno.
Melody era già salita in macchina mentre io sistemavo le borse e le stampelle nel cofano. Avevo appena chiuso tutto per mettermi alla guida quando, guardandomi intorno, notai un'auto nera parcheggiata a pochi metri da noi. L'avevo già vista nei giorni precedenti. Esitai, incerta se avvicinarmi o ignorarla, quando il telefono vibrò con un messaggio di Ryan. Aveva avuto un contrattempo e non potevamo vederci quella sera. Gli risposi di non preoccuparsi e che avremmo recuperato. Posai il telefono in borsa, ancora ferma nel parcheggio, finché Melody non mi richiamò.
"Cass, ci sei caduta nel cofano?" Lasciai perdere la macchina misteriosa e salii al posto del guidatore. Il tragitto trascorse con Mel che cantava a squarciagola gli Imagine Dragons, mentre io, per qualche assurdo motivo, non riuscivo a smettere di pensare a quell'auto. Controllai lo specchietto retrovisore un paio di volte, ma non la vidi. Decisi di lasciar perdere.
La mattina seguente, mentre mi trovavo in un piccolo bar vicino all'università con Melody, Ryan si unì a noi. Era stato lui a proporlo, visto che non eravamo riusciti a vederci la sera prima.
"Non pensavo fossi un tipo da caffetteria," scherzai, guardandolo mentre sedeva accanto a me. Melody, con un sorriso furbo, ci osservava sorseggiando il suo cappuccino.
"Solo quando c'è la compagnia giusta," rispose lui con un sorriso rilassato.
Melody fece una smorfia. "D'accordo, siete adorabili, ma io vi lascio soli. Devo fare una chiamata."
Mi guardò con un sopracciglio alzato, un chiaro segnale che lo stava facendo apposta. Prima che potessi protestare, si era già alzata, lasciandomi sola con Ryan.
Lui mi studiò per un momento prima di inclinare la testa. "Ti vedo pensierosa. Qualcosa non va?"
Sospirai, abbassando lo sguardo sulla mia tazza di caffè. "No, solo un po' di stanchezza."
"Non mi sembri convinta. Se c'è qualcosa, puoi dirmelo."
Esitai per un attimo. Ryan era gentile, premuroso. Non c'era nulla di sbagliato in lui. Ma qualcosa dentro di me mi impediva di aprirmi completamente.
"Non è niente di che," dissi alla fine con un sorriso tirato. "Solo pensieri sparsi."
Lui annuì, senza insistere. "Capisco. Ma se mai avrai voglia di parlarne, io ci sono."
Apprezzai il suo modo di lasciarmi spazio senza forzarmi. Era una qualità rara. Eppure, nonostante tutto, sentivo ancora quel peso nel petto, quel pensiero irrazionale che mi diceva che mancava qualcosa.
Una volta in camera, Melody era insolitamente silenziosa. Qualcosa la turbava, ma non riuscivo ancora a capire cosa.
"Mel, stai bene?" Mi avvicinai a lei e la costrinsi a guardarmi negli occhi.
"Sono una stupida, Cass. Una stupida senza speranze."
"Di che parli?"
Fece un profondo sospiro e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

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Ricordami chi ero
RomanceLa storia di Cassandra e Blake vi farà dubitare di ogni certezza Vi farà credere nei brividi sotto pelle Nel fiato che si spezza Nella pelle d'oca che non mente. Vi farà credere nelle anime prima dei corpi Nell'adrenalina come costante Nel destino...