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"Si può sapere con chi stai parlando?"
Il broncio di mia sorella era ben visibile nonostante non la stessi guardando, poiché intenta a scrivere a Niccolò.
"Con Niccolò"
"Ah beh ovvio"
"Ma si può sapere cos'hai? Ogni volta che ti nomino Niccolò sbuffi"
Il volto di mia sorella sembrava surriscaldarsi sempre di più mentre muoveva la sua gamba destra talmente velocemente da far scricchiolare la sedia.
"Che ho? Posso sapere perché tutta questa fretta di parlargli visto che è andato via due ore fa?"
"Chloe volevo solo augurargli buon viaggio, sta andando a Sanremo"
"Ambra dai non ci prendiamo per il culo c'è qualcosa tra voi due"
Quella discussione diventava sempre più snervante, e le sue domande sembravano fatte apposta per farmi sbottare.
"Siamo amici, andavamo al liceo insieme tutto qui"
"Giusto perché gli amici vengono a trovarti ogni giorno, stanno con te per ore, per un messaggio di un amico tu sorridi come una scema sul cellulare, questo si fa quando si è amici no?"
Il suo sarcasmo mi da sui nervi, il mio intuito mi dice che è successo qualcosa che l'ha ressa più suscettibile del solito.
"Chloe ma che è successo si può sapere?"
"Che è successo a me Ambra? Ho litigato con il tuo spasimante ecco cosa è successo!"
Scatta dalla sedia per poi iniziare a girovagare per la stanza.
"In che senso?"
Evito di commentare la parola 'spasimante' soltanto perché sono ansiosa di sapere cosa può essere successo tra i due, e anche perché conosco molto bene il carattere di mia sorella, finiremmo per creare una discussione campata in aria, e rischiare di non arrivare mai più al suo reale motivo.
"Il giorno del suo concerto a Roma sono passata a salutarlo"
Annuisco per invitarla a proseguire, ma lei sembra tentennare più di una volta.
"Parla Chloe"
La incito a parlare ma in quel momento il mio telefono si illumina, rivelando la risposta di Niccolò.
"Sai che ti dico lascia stare"
Sbuffa ancora una volta mentre torna sulla sedia.
"Vuoi sapere cosa c'è tra me e Niccolò? Beh lo sai già solo che non sapevi fosse lui"
In effetti mia sorella sapeva già la storia del ragazzo che mi aveva rubato il cuore, e che io avevo fatto soffrire, ma non aveva mai saputo chi fosse, poiché lei in quegli anni si trovava in America per il suo anno all'estero, e io mi sono sempre rifiutata di parlarne.
"Il ragazzo che entrava di nascosto in casa?"
Annuisco.
"Ceh quello che poi non hai più rivisto?"
"Si Chloe si è lui"
"Ma perché non me lo hai detto prima?"
"Non lo so è difficile anche per me tutto questo, so solo che averlo qui mi fa bene"
"Ambra..."
"Senti lo so che è un rischio, so che la mia felicità dovrebbe dipendere solo da me stessa, ma con lui è diverso mi sento nella più bella delle favole e solo per poco tempo sembra che tutte le mie preoccupazioni spariscano"
"Io non so cosa si prova ad amare davvero, ma so che con lui vengono fuori tutte quelle sensazioni spaventose che non riesco mai a controllare"
Mia sorella sembra non rispondere più, tuttavia continuo a parlarle sentendomi incredibilmente più leggera.
"Dopo ciò che è successo, dopo non averlo visto per anni, voglio lottare per qualcosa di bello capisci? Non voglio più rifugiarmi nei miei problemi e isolarmi, voglio che qualcuno si preoccupi per me, voglio lasciarmi amare, nonostante sia una delle cose più difficili per me"
Attimi di silenzio rimbombano nella stanza, mentre le mie parole rendevano l'atmosfera incredibilmente pesante, creando un effetto contrario dentro di me, in quanto mi sentivo libera da un peso, come se tutto ciò che mi balenava nella mente da settimane ormai, non fosse solo frutto della mia fantasia, ma una splendida, quanto terrificante, realtà.
Dire ad alta voce ciò che Niccolò è per me è stato liberatorio, ho capito finalmente fin dove mi voglio spingere per poter tornare a sorridere.
"Lui sa tutto?"
"In verità non sa niente..."
"Ambra..."
"Lo so Chloe ma non ho mai avuto il coraggio, sai quanto è difficile per me"
"Lo so però dovete essere sinceri l'uno con l'altra"
Annuisco perché ha ragione.
Dopo essere sparita per tutto questo tempo, si meritava almeno di sapere i motivi.
È solo che le mie ansie e paure erano ancora lì, e quando provavo a mettere insieme un discorso sentivo l'aria mancare.
"Io non ti voglio mettere in una campana di vetro Ambra, voglio soltanto che non soffri"
"Certe cose hanno dei rischi, non posso saperlo, so solo che adesso quando sto con lui mi sento tremendamente viva"
Le dita di Chloe iniziano a intrecciarsi, il suo sguardo è rivolto al pavimento, sembra nervosa.
"Lasciami il beneficio del dubbio, ti prego"
Prendo le sue mani per far finire il suo movimento continuo e a tratti fastidioso.
"Non puoi proteggermi da tutto, a me basta solo che mi stai accanto"
I suoi occhi simili, quasi uguali, ai miei diventano lucidi e si scontrano coi miei, facendomi captare tutte le sue emozioni in pochi attimi.
"Mi dai un abbraccio adesso?"
Non se lo fa ripetere due volte e si fionda su di me, ed improvvisamente tutto torna al suo posto.
Le braccia di mia sorella, il suo dolce profumo, persino il suo essere così esageratamente iperprotettiva, mi faceva sentire a casa.
La casa che sa di infanzia, di dolce appena sfornato, di famiglia, di litigi per chi dovesse fare per prima la doccia subito dopo una giornata al mare, più semplicemente di quotidianità.
Rimaniamo così molto a lungo, fin quando lei non è costretta ad andare via per qualche impegno di lavoro.
Quando rimango da sola mi viene subito in mente il disco di Niccolò che, curiosa di aprire afferro subito.
Mi prendo qualche secondo per ammirare l'esterno del disco che annuncia già la bellezza del ragazzo dalla sua copertina, che ritrae Niccolò con la sua solita capigliatura disordinata, con i suoi occhiali da sole in mano, lasciando libera visuale dei suoi occhi, dei quali però non si riesce a vedere il magnifico colore a causa della foto in bianco e nero.
Non appena apro la piccola scatola quadrata, un foglietto di carta scivola via, cadendo sulle mie ginocchia.

"Grazie Wendy per avermi ispirato per più di una canzone di questo disco.
Comunque vada sarò sempre qui per te"

Non riesco a smettere di fissare quelle lettere, senza unirle per dargli un senso.
'Wendy' una delle canzoni che non avevo ancora ascoltato.
Effettivamente dopo aver sentito 'Giusy' e 'Il Capolavoro' non sono più riuscita ad andare avanti con l'ascolto di queste meravigliose canzoni, perché mi rimandavano indietro regalandomi ricordi inizialmente belli, e subito dopo la morbosa malinconia che non mi lasciava andare quando ripensavo a Niccolò.
Decido di ascoltare subito la canzone, per cui prendo il mio cellulare, sprovvista di un lettore cd, e la faccio partire subito.
La canzone inizia lenta, quasi un sussurro che sento subito dietro la schiena sotto forma di brivido.
Le sue parole erano sprazzi di momenti e discorsi solo nostri, da ogni frase riuscivo a collegare un meraviglioso ricordo con lui.
Non avevamo mai visto "Peter Pan" insieme, cartone dal quale proviene il personaggio di Wendy, ma ricordo benissimo la nostra discussione notturna sul cartone animato in questione.
Lui era sempre stato innamorato di Wendy, mi ha confessato che da piccolo andava a dire in giro che era la sua ragazza segreta.
È sempre stato ammaliato da quegli occhi azzurri e quei modi di fare gentili.
Quando è cresciuto è diventato più cosciente del reale significato del cartone animato e se ne è innamorato sempre di più, il conflitto tra la responsabilità adulta e l'innocenza infantile, era proprio ciò che Niccolò sentiva sotto la pelle.
Mi sento in un vortice di ricordi che per quanto belli, smuovono in me una terribile sensazione di rimorso e di perdita.
Un vuoto così grande che probabilmente non si sarebbe mai realmente colmato.
In modo avventato decido di scrivere a Niccolò, ormai quando si trattava di lui tutta la mia razionalità sembrava non esistere.

Messaggio a Niccolò: Wendy mi ha portato proprio dei bei ricordi dall'isola che non c'è, grazie❤️

Non ricevo risposta, probabilmente starà ancora viaggiando in auto, per cui decido di non insistere oltre, e continuo l'ascolto di tutte le altre canzoni che ancora non ero riuscita a sentire.
Ogni canzone mi regala qualcosa che mi riconduce subito a noi due, per quanto questo mi faccia piacere però, percepisco ogni sua nota di dolore.
Mi sorge persino il dubbio che forse quei pezzi, non portavano tutti il mio nome, e per un secondo sento una morsa allo stomaco difficile da spiegare, mentre l'anima sembra quasi sollevata, un po' meno attanagliata dai sensi di colpa.
Ma adesso ne sono più convinta che mai: rivoglio indietro tutti quei momenti che per le mie fragilità non mi sono potuta vivere come meritavano.
Volevo avere la possibilità di ascoltare i miei sentimenti, e scrivere il continuo di una storia straordinaria.
Ciò era più che rischioso, non so cosa Niccolò abbia fatto in questo tempo senza di me, ma io sono sicura che anche lui non ha dimenticato la nostra storia e questi meravigliosi pezzi ne sono una prova.
L'impronta di quell'amore forte ma mai vissuto che mi era rimasta nel cuore, era anche nel suo.
Il mio Niccolò era ancora lì e adesso era mio compito ritrovarlo del tutto, ed il primo importantissimo step era parlare con lui.
Fargli capire che il motivo per il quale io me ne sono andata non è stato fuggire da lui, bensì proteggerlo da me e dal mio dolore, dal mio passato.
Ero più determinata che mai ad aprirgli il mio cuore ferito e lasciare che lui lo curi soltanto guardandomi negli occhi, porgergli le mie ferite e farmi aiutare a ricucirle.
Soltanto che io non sapevo se il lato di Niccolò disposto a tutto per me era ancora lì, se quei sentimenti trascritti in canzoni adesso erano solo pezzi di ricordi sparsi nella stanza.
Questo mi faceva più paura di tutto.
Eppure qualcosa dentro di me era cambiato, qualcosa mi urlava di provarci, di vivere ciò che mi avevano sottratto e finalmente provare ad essere felice.
In quell'esatto momento mi sono ripromessa di tornare a sorridere senza la paura di piangere l'attimo dopo, di concedermi la felicità senza aspettarmi che la tristezza o la delusione possano essere dietro l'angolo.
In quel momento stavo permettendo alla Ambra bambina di rivendicarsi su quella che provava ad essere adulta, fallendo miseramente e cadendo ad ogni passo.
In quel momento la luce si era accesa di nuovo, e ho promesso a me stessa che non si sarebbe mai più spenta.

Ancora una volta noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora