Non appena la vedo m'incanto.
Non l'avevo mai vista vestita così, nonostante la sua bellezza non ha bisogno di involucri esterni.
Sembra imbarazzata in queste vesti inusuali, ma non vedo l'ora di dirle che è un incanto.
"Due minuti di ritardo signorina"
Smetto di appoggiarmi alla mia auto e mi avvicino a lei per salutarla, avvertendo subito il suo profumo di buono, sa sempre di lei, di casa.
"Non fare il furbo, ho il bonus scale, e Chloe!"
Non faccio caso a ciò che dice e continuo ad avvicinarmi in modo quasi automatico, mi chino mentre le mie narici si godono il suo sapore ormai quasi familiare, e le sussurrò piano all'orecchio ciò che volevo dirle fin dal primo momento in cui l'ho vista.
"Sei veramente uno spettacolo"
Il suo respiro inizia a farsi irregolare, non vorrei essere invadente, ma credo di avere un certo effetto su di lei.
La faccio accomodare in macchina.
Non posso fare a meno di sentirmi agitato, io e Ambra ci conosciamo da molto, e tra di noi è successo qualcosa più di una volta, ma non avevamo mai avuto una serata tutta per noi.
Ci conosciamo da tanto ma è come se ci stessimo conoscendo di nuovo, senza filtri, senza mezze verità, soprattutto senza fuggire.
Ho prenotato uno dei ristoranti più eleganti che conosco qui a Roma , pregando di trovare un tavolo disponibile, ed è stato tutt'altro che facile.
Eppure fortunatamente ne ho trovato uno all'altezza delle mie aspettative, e spero anche delle sue.
Un ristorante, tutt'altro che economico, proprio al centro di Roma, vicino pizza di Spagna, che offre una spettacolare vista sulla città.
"Dove andiamo?"
"Di solito non è a sorpresa la destinazione?"
"Hai ragione...spero di essere vestita in modo adatto, non sapevo dove saremmo andati"
"Non hai bisogno di un bel vestito"
Istintivamente la mia mano si poggia sulla sua coscia, coperta da un velo di calze nere, che mi impediscono di avvertire il suo calore.
Da casa di Ambra arriviamo in poco tempo in centro, dove però è un inferno trovare un parcheggio per la mia auto, ora ricordo perché non ci vengo mai.
"Non è un problema camminare Nì veramente, anzi mi piacciono le passeggiate"
Mi rassicura la ragazza al mio fianco quando trovo l'unico parcheggio disponibile, molto distante dal posto in cui saremmo dovuti andare.
"Beh di sicuro non facile come immaginavo"
"Immaginavi di trovare parcheggio al centro di Roma? Da quanto stai qui Nì?"
"Non mi prendere in giro!"
Ridiamo insieme mentre scendiamo dall'auto, non mi da il tempo di aprirle la portiera che è già in piedi.
"Se avessi voluto aprirti la portiera come un perfetto gentiluomo?"
"Dovevi essere più veloce allora Moriconi"
"Perché usi il mio cognome?"
"Non so suona bene"
Sono passati pochi minuti da quando siamo arrivati, e siamo già divertiti.
Iniziamo a camminare mentre l'aria fresca ci accarezza la pelle, il tempo sembra non essere dei migliori, ma questo non sarà un problema visto che a breve arriveremo al ristorante.
"Tra poco sarà il tuo compleanno!"
Ambra sembra avere un illuminazione.
"Si?"
Sta sorridendo ed è stupenda, vorrei lo facesse sempre.
"E cosa farai? Una festa con i tuoi amici? O magari un viaggio fuori dall'Europa?"
Sembra euforica, e non riesco a capire cos'è che la gasa così tanto.
"Frena frena, non avevo nemmeno pensato al mio compleanno"
"Ma che dici! Devi festeggiare come più ti piace, è una bellissima ricorrenza"
"Perché ci tieni così tanto?"
"Non festeggio come si deve da tanti, troppi compleanni, tu che puoi fallo per bene!"
A volte dimentico che la sua vita negli ultimi anni sia stata solo nelle pareti di una clinica.
I nostri sguardi si incontrano, e i suoi occhi sono così sinceri da penetrarmi nell'anima.
"Tu al posto mio cosa avresti fatto?"
Sembra rifletterci su qualche secondo.
"Probabilmente sarei partita per qualche metà del cuore, sai una di quelle che sogni fin da bambino, magari Londra, o Newyork, persino l'Amazzonia!"
"Da sola?"
"No i viaggi in solitudine non fanno per me, avrei portato qualcuno d felice di condividere questo con me"
Le sue risposte mi lasciano senza parole, sento di avere accanto a me una persona diversa, oserei dire felice.
Dai suoi modi, dai suoi occhi scaltri, i suoi modi buffi, le sue risatine continue, se non fossi sicuro che sia proprio lei, avrei qualche dubbio.
Mentre sono in balia dei miei pensieri, siamo arrivati al ristorante.
È un hotel, che però ha anche un ristorante non riservato solo agli ospiti.
"Buonasera siete qui per il ristorante?"
"Si"
"Avete prenotato?"
"Si, a nome di Moriconi"
La ragazza alla reception armeggia al pc con aria stranita.
"Non ho nessun tavolo a nome Moriconi per stasera, mi dispiace"
Come sarebbe a dire?
"Deve esserci un errore, ho chiamato qualche ora fa"
"Allora è impossibile che le abbiamo riservato un tavolo, siamo al completo da martedì"
"Con qualcuno avrò pur parlato no? Non mi invento le prenotazioni"
Sono alquanto infastidito, doveva essere un appuntamento in piena regola, e non abbiamo nemmeno il ristorante?
"Signor Moriconi la sua prenotazione mi risulta inesistente, mi dispiace"
Sblocco il mio cellulare mostrandole il numero tramite il quale ho effettuato quella che pensavo essere la mia prenotazione.
"Guardi non sono pazzo!"
"Signore deve essersi confuso, quella è la nostra sede a Verona"
Non posso credere di aver fatto questa figuaraccia...ma dove ho la testa?
"Va bene mi dispiace averle fatto perdere tempo"
Sono una grande testa di cazzo!
Esco dal locale con aria incazzata, ed Ambra mi segue divertita.
"Dovevi vedere la tua faccia, è stato divertentissimo"
Sta...ridendo?
"Ma cosa ridi? Dovresti tirarmi una scarpa per questa enorme figura di merda"
"Ma che dici? È stata una delle cose più divertenti che io abbia mai visto, dovevi vederti 'non sono mica pazzo' e avevi sbagliato non solo numero, ma città!"
Mi sta prendendo in giro questa piccola bastarda.
"Mi stai prendendo per il culo?"
"Eccome"
La sua risata è talmente contagiosa che finisce per far ridere anche me, nonostante l'incazzatura che ancora mi porto dietro.
Fino a quando non sento delle gocce d'acqua sulla faccia, alzo lo sguardo e...piove!
Di male in peggio.
Ambra sembra accorgersene e come me guarda il cielo, che ci riserva una brutta sorpresa.
Abbiamo il tempo di guardarci, che inizia a diluviare.
"Merda andiamo in macchina"
Le prendo la mano e iniziamo a correre verso l'auto, piuttosto lontana da dove ci troviamo adesso.
"C'è qualcosa che va per il verso giusto stasera?"
Sbotto incazzato.
E lei ride, e ride di gusto.
"Ma perché ridi?"
Lei si ferma improvvisamente, lasciando ancora le nostre mani intrecciate.
"Goditi un po' di questa pioggia Niccolò!"
"Godermela? Ha rovinato la nostra serata"
"A me non sembra"
Si avvicina a me è all'improvviso unisce le nostre labbra.
Mi sento frastornato, ma in uno stato di totale beatitudine.
Le mie mani finiscono sulle sue fredde guance, e noi ci lasciamo andare completamente a un bacio pieno di passione sotto la pioggia, in pieno centro a Roma.
Quando la pioggia si intensifica decido, a malincuore di staccarmi da lei e trascinarla in macchina, nonostante siamo entrambi fradici.
"Noi siamo pazzi!"
Urlo non appena siamo al sicuro in auto.
"Lo siamo eccome, ma mi piace da morire"
Pur per quanto la nostra serata sia stata tutt'altro che funzionale e organizzata, lei ha tenuto quel meraviglioso sorriso in volto, più gratificante di qualsiasi altra cosa.
"Dio mi sento viva finalmente"
Non posso resistere a l'impulso di baciarla ancora, e ancora fino a quando le nostre labbra non ne avranno abbastanza, anche se non sono sicuro che questo momento sarebbe arrivato.
La pioggia non sembra voler darci tregua, e visto l'intensità con la quale si è scagliata contro di noi, decido di provare a recuperare questo appuntamento, fuori dagli schemi, tutt'altro che perfetto, ma sicuramente indimenticabile.
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Ancora una volta noi
FanfictionLei è una ragazza vittima di sé stessa, vittima di ciò che desidera con ogni fibra del suo corpo, incapace di essere felice, di amarsi quanto basta per vivere. Lui sovrastato dalle tenebre della sua anima, divorato dalle sue ansie, con un passato ch...