2013
Mi massaggio i piedi dopo aver tolto le punte, mentre sono seduta sul freddo parquet della sala da ballo.
"Devi sistemare il tuo arabesque, le gambe e le braccia più stese e la schiena dritta"
"Si va bene"
"Ah e Ambra stai seguendo il piano alimentare giusto?"
"Si che lo sto seguendo"
"Bene impegnati, perché non vedo miglioramenti"
Sbuffo scoraggiata dalle parole della mia insegnante di danza classica.
Mentre lei esce dalla sala io mi sdraio sul pavimento mettendomi le mani tra i capelli.
Mi chiedo cosa abbia di così sbagliato il mio fisico. La mia figura allo specchio fino a qualche mese fa mi appariva snella e slanciata, adesso riesco a trovare un difetto in ogni zona del mio corpo.
Vorrei tanto che fare l'accademia di danza, la cosa che ho sempre sognato, non fosse così. Vorrei sentirmi felice di venire a fare lezione ma ogni volta torno a casa e non riesco nemmeno a mangiare.
Quando esco dalla sala di danza è già tardi e trovo mia madre ad aspettarmi fuori.
"Amore com'è andata?"
Mi chiede appena salgo in auto.
"Solito mami"
"Perché sei sempre così triste? Eri entusiasta di venire qui"
"No è che sono stanca, è diverso dalla semplice scuola di danza"
"Va bene, ma se qualcosa non va dimmelo"
"Sì certo mamma, è tutto apposto"
Arrivata a casa salto la cena, mi convinco che sia la cosa giusta da fare, mi permetterà di avere un fisico adatto per il saggio.
Eppure ripendo a quando danza per me significava libertà, felicità e non restrizioni e paranoie.
Mentre faccio la doccia non posso fare a meno di piangere e liberarmi da tutte quelle negatività di questa ennesima giornata da dimenticare.
La mia vita non fa che andare a rotoli e io ho smarrito la mia luce, la cosa che più mi contraddistingueva adesso non esiste più.
Vorrei non essere così, vorrei essere la ragazza di qualche mese fa che riusciva a mangiare senza paranoie, senza ansia e angosce.
Una volta uscita dalla doccia una nuvola di vapore aveva riempito il bagno.
Mentre avvolgo l'asciugamano ai capelli sento la suoneria del mio telefono e quando controllo chi è quasi mi viene da sorridere.Da Flavio:
Ei come va?Flavio è un ragazzo della mia classe che in verità mi è sempre piaciuto, solo che il nostro rapporto è sempre stato burrascoso, non ho mai capito se lui mi punzecchia perché in realtà ha una simpatia per me oppure solo per darmi fastidio, ma forse adesso ho avuto la conferma che in realtà è perché interesso anche a lui.
Decido di rispondere in modo semplice.A Flavio:
Ei ciao, sto bene grazie, tu invece? Ti serviva qualcosa?La risposta arriva quasi subito.
Da Flavio :
No volevo solo dirti che domani vorrei parlartiParlare a me? Non capisco dove vuole arrivare. Però mi viene da sorridere, magari mi chiederà di sentirci o di uscire insieme?
A Flavio :
Ah okay, qualcosa di importante?Non ricevo più risposta, devo ammettere di esserci rimasta un po' male, ma allo stesso tempo sono elettrizzata per domani.
Quando vado a dormire nella mia testa scorrono mille scenari per domani, sono in ansia e non vedo l'ora. Anche se una piccola parte di me crede che forse non mi dovrei fidare di una così improvvisa richiesta. Decido di non ascoltarla e andare a dormire speranzosa.
Quando mi sveglio mi vesto molto velocemente e arrivo a scuola persino in anticipo.
Il momento che ho aspettato di più arriva durante l'intervallo, quando Flavio mi chiede di uscire in cortile con lui.
Devo dire che sento già le farfalle nello stomaco, inizio a pensare che forse ci può essere un reale interesse nei miei confronti.
Quando ci sediamo nelle scale antincendio nel retro della scuola, lui non perde tempo e si avvicina subito a me, facendomi arrossire.
"Quindi che dovevi dirmi?"
Mentre lo dico mi rendo conto di avere il sorriso stampato in faccia.
"Non è evidente? Mi piaci Ambra non hai visto come ti punzecchio sempre in classe?"
Sembra quasi che il mio cuore stia per scoppiare, sento il mio stomaco andare in subbuglio e le mie guance minacciano di esplodere.
"Ah-...beh si l'ho notato"
Non riesco a guardarlo in faccia, in verità non riesco nemmeno a parlare.
Sento le sue mani sulla faccia e quasi subito le sue labbra sulle mie.
In realtà non me lo aspettavo, a dire il vero avrei voluto aspettare di conoscerlo meglio.
Quando però sento le sue mani strisciare sul mio seno mi allontano subito.
"Scusa ma che fai?"
Chiedo contrariata.
"Non volevo darti fastidio"
Si giustifica con un tono leggermente aspro.
Non rispondo e mi sposto leggermente.
"Sabato vuoi venire a una festa? Potrebbe essere un modo per conoscerci meglio"
Queste parole iniziano a farmi sentire meno usata, continuo ad avere timore però che tutto questo possa essere falso, quindi decido di non accettare e tornarmene in classe, leggermente confusa però per qualche ragione felice di sapere che qualcuno è attratto da me.
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Ancora una volta noi
Hayran KurguLei è una ragazza vittima di sé stessa, vittima di ciò che desidera con ogni fibra del suo corpo, incapace di essere felice, di amarsi quanto basta per vivere. Lui sovrastato dalle tenebre della sua anima, divorato dalle sue ansie, con un passato ch...