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"AO SO PASSATO REGÀ"
L'adrenalina che mi scorre nelle vene mi porta a gridare a gran voce, finalmente mi ero ripreso la mia rivincita.
"Oo Nicco finalmente"
Trovo Adriano e il mio manager ad aspettarmi, i quali non perdono tempo a festeggiare con me questa grande vittoria.
"Namo a Sanremo Niccolò"
Vorrei quasi piangere per la gioia che sto provando in questo momento, ma nonostante i miei occhi lucidi nel mio volto permane un sorriso smagliante.
Dopo aver festeggiato nel mio camerino sento la necessità di sciacquarmi il viso, ma soprattutto allontanarmi dagli altri e assimilare questa notizia nella mia bolla di solitudine.
Quando prendo il cellulare noto diverse notifiche a cui inizialmente non faccio nemmeno caso, intento a chiamare subito la mia famiglia che non è potuta essere qui con me.
Chiuse le molteplici telefonate do uno sguardo più attento ai messaggi e quello che subito mi salta all'occhio è un messaggio di Lucrezia.

Da lulù: nonostante tutto spero che tu riesca a portare a casa il tuo sogno più grande, faccio il tifo per te <3

Non rispondo al suo messaggio e decido di telefonarle.
"Ei Nic"
"Lù sono passato, sono a Sanremo"
"Oddio davvero? Sono contenta per te"
"Mi sembra surreale credimi"
"E invece è la realtà Nic"

Un silenzio gelido si fa spazio tra le parole che entrambi non troviamo, in fondo dopo il nostro litigio non abbiamo più parlato.

"Non appena rientro a Roma ti va se ci vediamo?"
"Direi che sarebbe il caso di farlo Niccolò"
"Hai ragione"
"Va bene adesso ti lascio perché sono a lavoro, magari ci sentiamo più tardi?"
"Va bene, ciao lulù"
"Ciao Nic"

Non appena chiusa la telefonata sorgono dentro di me sensazioni indecifrabili, a cui però adesso non voglio far caso, vorrei soltanto essere capace di godermi a pieno la mia felicità.
Scorrendo ancora tra i messaggi ne noto anche uno di Ambra , che risale a ieri ma che tra un impegno e l'altro non avevo neppure notato, lo apro e leggo senza indugio.

Messaggio da Ambra: Wendy mi ha portato proprio dei bei ricordi dall'isola che non c'è, grazie❤️

Messaggio ad Ambra: avrà portato fortuna anche a me, si va a Sanremo piccolè!

Leggendo il suo messaggio, subito mi torna in mente il piccolo bigliettino lasciato dentro al mio disco.
Quella frase "comunque con te" mi vagava nella mente e mi urlava di voler essere scritta e assecondata, ma scrivere una canzone su di lei era un impegno che forse avevo paura di prendermi.
Eppure tutto ciò che di lei mi veniva in mente mi dettava frasi da trascrivere e cantare a gran voce.
A breve avrei dovuto consegnare il mio album finito, ciononostante il mio telefono era pieno di testi, frasi e concetti riconducibili al mio confuso stato morale.
Mentre la mia mente vaga da una parte all'altra, la protagonista indiscussa dei miei pensieri ha già risposto al mio messaggio.

Messaggio da Ambra: tu hai sempre la capacità di lasciarmi senza parole, dovrò ricominciare a guardare la tv allora ;)
Messaggio da Ambra: comunque anche io ho belle notizie, tra qualche giorno torno a casa, mi dimettono
Messaggio a Ambra: adesso sono anche più felice!❤️
Messaggio da Ambra: solo se mi verrai a trovare comunque!
Messaggio a Ambra : adesso potrai farlo anche tu, non hai scuse!!
Messaggio da Ambra : hai ragione, allora verrò con piacere, vorrei fare una chiacchierata con te
Messaggio a Ambra: così mi metti ansia
Messaggio da Ambra: ho il potere di intimorirti Moriconi?
Messaggio a Ambra: solo quando fai la misteriosa
Messaggio da Ambra: nessun mistero, solo una chiacchierata tra amici del liceo
Messaggio a Ambra: eravamo amici al liceo?
Messaggio da Ambra: qualcosa del genere...

"Nicco ma stai a fumà?"
"Eh? Nono macché"
"Butta sta sigaretta e andiamo che famo tardi all'intervista"
"Cazzo hai ragione, arrivo"
In fretta e furia ripongo il mio cellulare, ancora dubbioso riguardo la discussione appena avuta con Ambra.
Cosa vorrà dirmi?
Avrà parlato con Chloe?
Eppure sembrava tranquilla e sciolta nel parlare con me, per cui non credo centri con la discussione avuta con sua sorella.
Nonostante le mille domande esco dal bagno e mi affretto a recarmi nel luogo dell'intervista, sembra quasi che ogni volta io debba arrivare in ritardo.
Una volta arrivato l'intervista sembra proseguire bene e senza intoppi, domande sul mio nome d'arte, sulla mia carriera e niente di più.
"Senti Niccolò ma invece nella vita privata come va? Intendo vita sentimentale"
La domanda mi spiazza, sembra non lasciarmi alcuna via d'uscita.
"Va bene"
L'unica cosa che mi sembra più giusta da dire è questa, ma ovviamente non sarebbe abbastanza.
"Tutte le tue fan sono curiose di sapere se il tuo cuore è già impegnato"
"Lo è"
Le mie risposte si fanno via via piu schive e fredde, cercando o perlopiù sperando, che la giornalista cambi argomento.
"E possiamo sapere chi è la fortunata?"
Questo mi da proprio fastidio, perché dovrei dire l'identità della mia ragazza? Soltanto per la gente curiosa che non vede l'ora di impicciarsi nella vita degli altri?
"Non credo sia opportuno"
A quanto pare il messaggio arriva chiarissimo alla donna davanti a me che sembra lanciarmi uno sguardo di fuoco, per poi proseguire con le sue domande, nonostante adotti un comportamento diverso da quello precedente, sicuramente più pungente.
Una volta finita questa tortura mi sento di gran lunga meno teso, come se iniziassi a respirare di nuovo.
Odio questo tipo di interviste, mi fanno sentire soltanto oggetto di gossip, piuttosto che un cantautore che cerca di emergere.
"Ma che è successo, quella sembrava volerti morto"
"Ma fanno domande del cazzo Adrià, se c'ho a ragazza o no, chi è, ma che vogliono aò?"
"Non hai risposto?"
"Ho detto che sono fidanzato ma non con chi ovviamente"
"Hai solo alimentato la curiosità secondo me, adesso faranno di tutto per scoprirlo"
"Ma fagli fa quello che gli pare, già mi hanno rotto le palle"
"E con Ambra come fai?"
Solo adesso mi rendo conto di quanto in realtà sia pericolosa la situazione.
"Non credo che l'intervista farà così scalpore, tanto a breve le dirò tutto io non ho niente da nascondere Adrià"
"Insomma Nì"
"Ma è la verità non ho niente da nascondere in fin dei conti, ho solo paura che sapendolo si allontani"
"Eh non è mica poco"
"Quando dobbiamo tornare a Roma noi?"
"Credo domani"
"Torniamoci stasera e vedo de sistemà sto casino, me so stancato di sentirmi come se stessi nascondendo qualcosa"
"Eh direi..."
Informo tutta la troupe che è venuta con me della nostra partenza anticipata, essendo arrivati soltanto ieri, e sembra non essere un problema per nessuno, perciò in fretta e furia ci rimettiamo in viaggio verso Roma, e per me verso la risoluzione di una situazione diventata fin troppo ingarbugliata, soltanto che non avevo ancora pensato a una vera e propria soluzione.
Cercavo di trovare motivi, discorsi adatti, ma con scarsissimi risultati, perciò continuo a ingannarmi aspettando di tornare a Roma, provando ripetutamente a non perdermi tra le strane vie dei miei pensieri.
Quando arriviamo è ormai notte fonda, purtroppo abbiamo trovato traffico e siamo riusciti a uscirne soltanto poche ore fa.
"Vabbè se beccamo domani regà"
Adriano saluta tutti dirigendosi a casa, ed io faccio lo stesso andando a recuperare la mia auto lasciata nel parcheggio dello studio.
Prima di poter mettere in moto l'auto il mio telefono squilla, e segna l'arrivo di una chiamata da parte di Lucrezia.
"Pronto?"
"Nicco menomale che hai risposto ti prego dimmi che sei a Roma"
"Si sono appena tornato"
"Grazie a dio ho bisogno di te ti prego vieni"
La sua voce è rotta, piena di paura e preoccupazione, perciò mi allarmo subito.
"Lu ma che è successo?"
"Ho trovato casa sotto sopra penso che sia entrato qualcuno, ho una paura tremenda"
"Va bene sta tranquilla arrivo "
"Grazie Ni"
Chiudo la telefonata al quanto preoccupato, Lucrezia sembrava sconvolta e spaventata, e se non per motivi di vera emergenza non mi avrebbe mai chiamato.
È sempre stata una ragazza parecchio indipendente, abituata a cavarsela da sola a causa dell'assenza dei genitori.
Non appena arrivo a casa sua la trovo davanti la porta del suo appartamento con le mani tremanti sul viso.
"Lù che è successo"
"Nicco menomale che sei venuto"
Si fionda subito tra le mie braccia, ed ho subito percezione della sua paura.
"Calmati Lù"
"Hanno messo tutto sottosopra"
Parla tra un singhiozzo e l'altro e capisco che adesso stare qui non è la cosa giusta per lei.
"Andiamo a casa mia domani risolviamo tutto va bene?"
Lei annuisce mentre continua a piangere.
Provo a calmarla mentre la conduco alla mia macchina, ma con scarsi risultati.
Vederla così vulnerabile è una novità persino per me, si è sempre dimostrata una ragazza molto forte e senza particolari paure, adesso mi si spezza il cuore a vederla così.
Mentre guido verso casa mia non posso fare a meno di sentirmi in colpa, e mi sento in dovere di farla stare meglio e prendermi cura di lei, cosa che non ho saputo fare prima.
Una volta arrivati nel mio appartamento la faccio accomodare sul divano, ed io intanto le stavo preparando la sua tisana preferita, nel tentativo di calmarla un po'.
"Non volevo disturbarti Nic, sarai esausto anche tu"
Dice non appena mi vede avanzare verso di lei con una tazza fumante.
"Ei ma che dici, non farti questi problemi con me"
"Grazie"
"Ti prendo dei vestiti, qui dovrebbe esserci ancora un tuo pigiama"
Lei annuisce ed io vado subito a procurarle ciò che le serve per passare la notte qui.
Mentre cerco la sua roba tra i miei cassetti sicuramente poco ordinati, il senso di colpa si ripresenta più forte di prima.
Mi rendo conto di quanto sia stato sbagliato il suo comportamento nei suoi confronti, solo per la mia stupida paura di rimanere solo, solo per quella parte di me così fragile che finisce per comportarsi da stronzo.
Mi rimprovero tante cose, forse troppe, ma nel frattempo avevo trovato i suoi vestiti e quindi vado subito a darglieli.
Quando arrivo in cucina però, noto che si era già addormentata sul divano, ancora seduta.
Data la tarda ora era comprensibile, soprattutto dopo una giornata di lavoro sicuramente stancante.
Mi limito a toglierle le scarpe e farla sdraiare sul divano, poggiando su di lei una coperta.
Mentre la guardo dormire quasi vorrei scusarmi con lei, adesso che non può sentirmi, solo per zittire quel rumorosissimo rimorso che continua ad alimentarsi dentro di me, ma probabilmente non sarebbe bastato.
Eppure provavo a dare la colpa alle mie fragilità, giustificandomi in qualche modo per i miei gesti scorretti.
Ma pur per quanto fosse colpa della mia stupida fragilità, sapevo bene che non era una scusa sufficiente, ma sicuramente un bel rifugio su cui ripararsi.
Ma proprio adesso che ne avevo bisogno, non riuscivo a slegarmi dalla realtà, c'era sempre qualcosa che mi riportava con i piedi per terra, nonostante io volessi scapparne a tutti i costi.
E adesso più che mai mi rendevo conto che non sempre potevo fuggire dalla realtà, non sempre potevo chiuderla fuori dimenticandomi dei problemi da affrontare, e capire questa cosa mi faceva tutt'altro che bene.
Sapevo già come contrastare queste emozioni, infatti non perdo tempo a trascrivere tutto ciò che provo davanti al pianoforte, provando per un solo istante, a volare dentro me ed essere padrone della mia realtà.

Ancora una volta noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora