Erano ormai passati dei giorni da quando mi ero aperta con Niccolò, ho attraversato un tornado di emozioni, ma fortunatamente ho avuto modo di parlarne con la mia terapista.
Mi sento indubbiamente più leggera, priva di un peso che portavo ormai da troppo tempo, solo che adesso Niccolò aveva un comportamento apprensivo, fin troppo al dire il vero, a tratti fastidioso.
Eppure non era del tutto sparito, in quanto ancora Niccolò non sapeva tutta la verità, ma non mi sono sentita di andare avanti con il mio racconto strappalacrime, anche se so che dovrò dirglielo, anche se al pensiero che questo possa peggiorare il suo stato di ansia perenne, mi sento soffocare.
Chiamava almeno 8 volte a giorno per assicurarsi che io stessi bene, e quando non eravamo al telefono mi scriveva su whatsapp.
Le attenzioni che mi rivolge mi riempiono il cuore, ma non voglio un trattamento speciale solo per aver avuto un trauma e un passato di merda, né tanto meno voglio far pena a qualcuno.
Ho passato gli ultimi anni a provare ad andare avanti, cercare di riprendermi e dimenticare tutto.
Poi col tempo ho capito che in realtà dimenticare è impossibile, posso solo guardare in faccia la realtà con una forza nuova, con la consapevolezza che la colpa per ciò che mi hanno fatto non è mia.
Non ho avuto modo di spiegare tutto questo a Niccolò, in effetti non abbiamo più avuto una discussione normale da quel giorno, e non abbiamo avuto modo di chiarire nemmeno ciò che è successo prima.
Io e Chloe invece scambiamo giusto due parole, ed io la evito più che posso, so che è sempre mia sorella, e le voglio ancora un bene dell'anima, ma mi serve del tempo per smaltire la rabbia e razionalizzare la cosa.
Stamattina quando è uscita ho fatto finta di dormire, sperando che non ricevessi una chiamata dal nuovo - e appiccicoso- Niccolò proprio in quel momento, e fortunatamente è arrivata una quindicina di minuti dopo, quando Chloe era già uscita.
Adesso sono in camera mia, tanto per cambiare al telefono con Niccolò.
"Quindi sei sicura di stare bene? Hai misurato la pressione oggi?"
"Niccolò ti prego non ricominciare con la storia della pressione!"
"Ma è solo per sicurezza"
"Niccolò! Sto.bene."
Marco molto sulle ultime parole provando a fargli capire, che sto bene davvero!
"E va bene! Hai parlato con Chloe?"
"No"
"Ma dovreste parlarne"
"Niccolò non ne abbiamo parlato noi due, ne dovrei parlare con mia sorella?"
"Quindi...ne vuoi parlare?"
"Dio Niccolò non trattarmi come se fossi un fiore intoccabile, se ti ho detto alcune cose era per chiarirci non per scatenare la tua pena"
"Non mi fai pena solo che, per quanto possa essere stupido dirlo a te, questa cosa mi ha fatto male"
"Che vuoi dire?"
"Ambra io ci tengo a te, tanto, forse troppo e al solo pensiero che qualcuno ti abbia, o voglia farti, del male io mi sento mancare l'aria"
Mi addolcisco subito quando sento le sue parole che mi sembrano sincere.
"Io lo capisco...davvero, però trattami come hai sempre fatto, non voglio che le cose tra di noi vadano così solo perché mi hanno messo le mani addosso"
"Pensi che sia solo per questo?"
"Direi di sì"
"Ti sbagli Ambra, e lo sai"
"Niccolò non è il..."
"L'ho lasciata"
Scusa cosa? Ho capito bene?
"Eh?"
Rimango in silenzio poiché mi mancano le parole da dire in questo momento.
"L'ho fatto perché mi sono reso conto che avevo spazio solo per una ragazza, e quella non era lei"
Il mio cuore perde qualche battito.
Inizio sentirmi euforica, su di giri.
"E chi è allora?"
"Devi veramente fartelo dire?"
"Si"
Sbuffa divertito ed è come se avvertissi il suo sospiro sulla pelle.
"Mi piace chiamarla 'piccolè'"
"L'ho sentito da qualche parte"
"Se mi permetti di passare oggi pomeriggio, ti posso spiegare tante cose, te lo prometto piccolè"
"Va bene"
"Perfetto"
entrambi riusciamo a percepire che dall'altra parte della cornetta, ci sono due ragazzi che sorridono come ebeti davanti al loro cellulare.
"Passo per le 18 perché prima devo andare in studio va bene?"
"D'accordo"
"A dopo piccolè fa attenzione"
"Sempre"
Chiudo ma chiamata mentre il cuore mi batte forte.
Forse finalmente qualcosa era cambiato, forse adesso potevamo raggiungere un equilibrio che ci permettesse di rimanere vicini.
Mi sentivo terribilmente in colpa ad essere felice perché lui aveva lasciato una ragazza, possibilmente innamorata persa di lui, eppure avevo una sensazione nuova, quasi di tranquillità.
Ma sono convinta che questa è la tranquillità che mi merito dopo anni dove ho provato a raccogliere i cocci perduti di me stessa.
Tutta felice vado a fare colazione mentre decido di mandare un segnale di pace a mia sorella, perciò le scrivo un breve messaggio.'vuoi che prepari qualcosa per pranzo?'
La sua risposta arriva praticamente subito.
'Andiamo a pranzo fuori, ti va?'
Le rispondo che per me va bene, e capisco già che entro oggi pomeriggio torneremo a ridere e a scherzare come sempre.
Proprio per questo io e mia sorella abbiamo un rapporto stupendo, è vero litighiamo, spesso non ci parliamo per giorni, ma prima o poi una delle due cede, e torniamo ad essere complici come prima, o addirittura di più.
Non è sempre stato così però, i nostri 4 anni di differenza non ci hanno permesso di essere sempre così complici, mentre lei viveva i suoi drammi adolescenziali io svestivo le barbie, proprio per questo litigavamo spesso.
Non appena sono cresciuta però, ho trovato in lei la più fedele delle amiche, colei che guidava, e guida ancora, le mie scelte.
Quando è partita per il suo anno all'estero mi sono sentita persa, e proprio in quell'anno è cominciato il mio oblio.
Quando è venuta a saperlo da mia madre ha deciso di tornare prima, quale sorella rinuncerebbe agli ultimi mesi in America per venire a vedere come sta la sorella?
Da quel momento noi siamo diventate una sola persona, non mi immaginerei mai di stare senza di lei, mai.
Dopo un paio d'ore Chloe mi scrive che aveva finito da lavoro e che passava a prendermi tra 15 minuti, perciò mi preparo molto velocemente, e in Men che non si dica la aspetto fuori casa.
Quando arriva salgo nella sua auto.
"Ciao sorellina dove andiamo?"
Le dico.
Mi guadagno il più bello dei suoi sorrisi, e persino un abbraccio.
"Dove vuoi tu piccola Ambra"
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Ancora una volta noi
FanfictionLei è una ragazza vittima di sé stessa, vittima di ciò che desidera con ogni fibra del suo corpo, incapace di essere felice, di amarsi quanto basta per vivere. Lui sovrastato dalle tenebre della sua anima, divorato dalle sue ansie, con un passato ch...