Prologo

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"Avadakedavra" Urlò una figura incappucciata davanti alla nostra protagonista. Aveva degli occhi scuri, tenebrosi, delle rughe evidenti sul viso, che per fortuna, non si riuscivano a vedere benché fosse ormai tardi. I capelli erano nascosti sotto la sua tunica blu, quasi nera. Poteva sembrare spaventoso per qualsiasi bambino, ma a quella piccola creaturina, avvolta in una copertina rossa, trovava fantastico quello sguardo angosciante.

Lei provò a catturare quella luce verde che fuoriusciva da un piccolo bastone bianco assai dettagliato. Rideva, scherzava, ignara della fine che stava per succedere al Padre. Infatti lui era scioccato dalla vista di Lord Voldemort. I suoi occhi sbarrati, i suoi arti tremolanti e i brividi sul corpo, forse per il freddo o forse per la morte. Durante quella poca attesa cercava di scusarsi per tutti gli errori che aveva commesso, soprattutto da adolescente. Sperando che non andasse ad uccidere anche suo figlio o ancor peggio sua moglie: Lily Evans anzi Lily Potter.

Ormai la vita della piccola che aveva tra le mani era conclusa. Non c'era scampo. Ma, lei, non smetteva di essere affascinata dalla situazione più cruenta mai esistita nel mondo magico.
Da lì a poco, un grande tonfo si sentì sul pavimento e gli occhiali che indossava perennemente James, si ruppero in migliaia di pezzi. La maggior parte andarono a finire sulla bambina che poco fa teneva in braccio; dal suo collo colava tante gocce di sangue. Ma la sua felicità rimaneva sempre la solita e questo affascinò anche il Signore Oscuro. Come faceva a non sentire dolore? Comunque era una ragazzina, non era assolutamente un uomo abbastanza forte da sopportare tutto quel malessere.
"Codaliscia! Tienila a bada" e così il suo fedele servo, ma anche traditore dei suoi amici, prese in braccio la piccola, portandola con sé al Manor.

Tralasciando tutte le domande che quell'uomo teneva in testa, si diresse al piano di sopra. La profezia era stata chiara: un ragazzo nato alla fine di luglio. No una ragazza. Ovviamente che no. Come poteva una femminuccia fermare il più grande mago Oscuro di tutti i tempi? Una parola: impossibile.
Così senza pensarci due volte lanciò vari incantesimi per spalancare tutte le porte di casa, rompendo quadri, piante e anche certi vasi regalati da dei loro conoscenti.

La dolce Lily si nascondeva nella camera più banale di tutte: quella del piccolo Harry. Aveva chiaramente chiuso la porta, sia con lucchetti che con magie troppo semplici per sperare di fermare Lord Voldemort.
Quella donna avvolgeva tra le braccia il piccolo Harry. Quando sentì un altro tonfo dalla porta, andò subito in panico. Tutti i suoi film mentali sulla famiglia tutta riunita dopo dieci, venti, trent'anni, erano appena conclusi in una sera d'autunno, nel mentre che gli altri ragazzi o bambini, facevano dolcetto o scherzetto nelle case altrui.
Lily posò cautamente il suo tenero bambino nella culla. Le lacrime gli rigavano il suo tenero viso ed Harry, davanti a lui, non capiva il perché fosse triste. Un momento fa, teneva un sorriso a trentadue denti, cercando di farlo addormentare con una dolce ninna-nanna e adesso, perché piangeva?

Dei bisbigli uscirono dalla bocca di sua Madre: "Harry sei tanto amato. Tanto amato... Harry, mamma ti ama, papà ti ama, Irene ti ama... Harry si prudente, si forte..."
La porta si spalancò, scoprendo il mostro che tutti temevano o quasi tutti. Lei a braccia aperte si mise davanti alla culla cercando di proteggere suo figlio, chiuse gli occhi aspettando la sua fine ed anche lei un attimo dopo, come suo marito, si ritrovò distesa a terra.

Spavaldo, il Signore Oscuro, fiero della strage appena compiuta, ancora da concludere, si posizionò davanti ad Harry, puntandogli davanti a quei bellissimo occhi verdi, la sua bacchetta "Avadakedavra" Urlò di nuovo. Ma questa volta, invece di colpire quel moccioso, si ritorse contro, e il suo corpo, si sgretolò lentamente, andando a finire sul parquet sporco di Polvere Volante, del loro camino.

Da un altro punto di vista, la dolce bambina, che veniva tenuta ancora in braccio da Codaliscia, se la spassava al massimo. Trovava buffo il viso di Peter, poteva chiaramente morire dalle risate invece che da una maledizione, come il resto della sua famiglia.
Minus entrò, sicuro di sé, dentro alla casa dei Malfoy. Lucius, sentendo dei passi, corse a controllare la situazione. Vide quell'orrido servo e, con stupore, anche una... bambina?

All'istante gli cadde il suo calice di vetro, il vino si diffuse su tutto il pavimento mischiando con quei cristalli. Narcissa, sua moglie, corse in suo aiuto. Era una donna così gentile e premurosa, si preoccupava sempre di tutti, soprattutto della sua famiglia.

"Peter! È uno scherzo vero?" Affermò il padrone di casa, avvicinandosi a quella minuscola creatura "Il Signore Oscuro. Lui... mi ha detto di tenerla a bada" Balbetto quell' ignorante "Questo non significa che non devi ucciderla. Falla fuori. Ti ricordo di chi è figlia." Ma questa idea venne interrotta, quando con quelle piccole manine, la tenera Irene, giocò con quei meravigliosi capelli platino che teneva Lucius. Come si può affezionarsi ad una ragazzina così velocemente?
"Abbandonarla. Non. Ucciderla. Sono stato chiaro" Lui se ne andò schifato, anche se era un Mangiamorte, non significa che non aveva un cuore. "E dove?" chiese ancora Minus "Non saprei. In Russia." Concluse Malfoy tagliando secco il discorso e sparando la prima nazione che gli fosse venuta in testa.

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Sono molto contenta di iniziare questa storia, ho notato che molti di voi, su tik tok, è piaciuto il trailer di questo racconto.
Se volete dei piccoli spoiler sui capitoli, potete trovarli sul mio profilo tik tok: _La.Ragazza.Di.Fuoco_
Spero che vi piaccia la mia storia. Buona giornata

Irn~

La ragazza di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora