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Una strana nebbia, spettrale, offuscava la mente della giovane, persa nei suoi più intimi pensieri. Il vento fresco faceva oscillare i suoi capelli biondi diramandosi come fili, intrecciati, da cucito. Una scossa di gelo, per il freddo costante di inizio settembre, la pervase, costringendola a muovere le sue mani secche, coperte da dei guanti di pelle nera. L'estate si doveva ancora concludere ma qualcosa dentro di lei le ricordava di quanto il tempo potesse passare veloce.

Nella sua mente veniva rispolverato quell' opaco ricordo, così debole, quasi nullo, di lei che rincorreva Cariddi con una copertina rossa, di lana pregiata; tristi ma felici; non le bastava tanto per farla divertire. Un rametto e una foglia potevano benissimo mutare in una miserabile zattera, rilasciata sul fiume, seguita dai girini attenti.


I suoi occhi d'argento ammiravano l'alba, godendosi la vista ammirevole che offriva Hogwarts. Il silenzio costante veniva spezzato dai cinguettii dei passeri, coricati su degli alberi spogli, con delle cortecce increspate, per mano di qualche picchio. Il mormorio seccante delle cicale. Il fruscio del vento date le finestre lasciate mezze aperte. Il gracchiare dei corvi.

Era questo che sognavi da tanto, Galadriel?

"Cazzo!" affermò lei colpendo una colonna giallastra del parapetto.

"Per il suo linguaggio scurrile potrei togliere almeno 20 punti a Grifondoro" una voce alquanto familiare provenì alle sue spalle, causando un brivido, mai spiegato, sul suo corpo pallido. Lentamente, il professor Piton si avvicinò alla bionda intenta a fissare un punto sconosciuto che all'uomo, in quell'istante, fosse straniero.

"Non era questo che desideravi, Potter? Tranquillità, famiglia, giustizia..." continuò lui ghignando divertito nel mentre che osservava la minuta figura della sua studentessa, appoggiata al ponte, cercando di nascondere la sigaretta che aveva quasi terminato.

"Lo sai che è vietato fumare" disse ad un certo punto lui, inalando il fumo tossico che Piton tanto riconosceva. Con uno scatto preciso si precipitò dietro la bionda afferrando quello che restava della sigaretta. "Fa male finirla tutta. Dovresti saperlo meglio di chiunque altro"

cof cof

"Spero di vederla questa volta a lezione. Sa, Potter sarebbe cortese che lei si presentasse in aula, come i suoi altri coetanei"

Se ne andò, lasciandola tra i più terribili pensieri vuoti della mattina.



"Prego, si sieda signorina Granger" il professor Silente, vestito con un abito lungo, verdastro, indicava con un cenno del capo, una delle poltrone bordeaux riposte davanti alla sua scrivania. Le enormi librerie accerchiavano la castana, trasmettendo abbastanza curiosità. Quanto avrebbe pagato per sfogliare quelle pagine giallastre, assaporando ogni lettera scritta, lasciandosi trasportare dalle incantevoli parole. Seguendo quei innumerevoli libri scoprì la figura del professor Piton, intento nel sorseggiare del Whisky da un calice di vetro ornato da vortici argentati. La sua figura era spavalda e sicuramente irritata data l'espressione accigliata sul suo volto pallido. Con un rapido cenno lasciò il posto libero, affianco a quello di Hermione, alla sua collega, McGranitt, che gentilmente aveva scortato fino all'ufficio del Preside la sua eccellente alunna.

Mione si mise comoda, allungando entrambe le mani sulle ginocchia, gelate dal freddo costante di inizio settembre; fece un sospiro, abbassando il capo verso la sua gonna stropicciata.

"Signore io non capisco. Non penso di aver infranto alcuna regola" balbettò contrariata la studentessa pervasa dall'angoscia.

"Ne sono certo" ribatté il Preside, sorridendo sotto quella barba nocchiuta 

La ragazza di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora