Hogwarts lentamente si stava sgretolando, pian piano ogni minuscolo pezzettino cercava di diramarsi, scappando dalla sua posizione attuale. Oramai il castello era governato dalla professoressa Umbridge che, con tanta fierezza, pavoneggiava nei corridoi osservando se tutti gli alunni eseguissero le regole lei assegnate. Silente aveva il minimo potere e non gli interessava. Nelle riunioni dell'Ordine si parlava solo del Ministero, della sua scorrettezza e delle distruzioni -causate dai Mangiamorte- celate da Cornelius.
La ragazza aveva cominciato a frequentare ogni lezione, con interesse, lasciandosi alle spalle i suoi più terribili pensieri. I voti erano alti, come la sua autostima, sempre in aumento dati gli sguardi di approccio degli studenti.
Il Golden Trio, invece, continuava a trarre un'inclinazione alla morte, organizzando incontri segreti nel castello. Combattevano allenandosi con la magia che, ingiustamente, era stata vietata.
Ad Irene non colpì maggiormente quest'idea: era sicura che gli avrebbe scoperti.
Ma mai dire mai.
Il cielo grigio di ogni pomeriggio non portava l'abbondante desiderio di felicità che la ragazza aveva sempre sognato. Dalla finestra opaca -dato il calore intenso della stanza- il Sole, in tutti i modi possibili, si diramava tra le nuvole immobili. In sottofondo, la voce di Silente, aveva l'attenzione di tutti i Partecipanti.
"Arthur, farai te di guardia"
Annuí nascondendo il suo volto pallido..
"Vado anch'io" si impuntó Galadriel fissando negli occhi il suo preside.
Le pupille dilatate, gli occhi quasi bianchi alla luce del sole quasi nulla; le dita sottili strette in un pugno forzato dall'espressione di diffidenza di lui. La rabbia si stava facendo spazio nel suo minuto corpo.
"No!" rispose Sirius alzandosi dalla sedia. Lo stridio di essa formicoló le orecchie della bionda. Il suo sguardo non cambiò direzione, concentrandosi su Silente.
Quel blu intenso le ricordava il mare che tanto avrebbe voluto esplorare. Il problema era solo uno: non sapeva nuotare. Durante la seconda prova del Torneo Tre Maghi era riuscita a resistere data la sua pozione; senza di essa sarebbe sicuramente affogata tra gli abissi e le alghe di quello sporco lago.
La luce soffusa dell'incantesimo Lumos illuminava quel poco dell'ufficio misteri; dei fruscii si mischiavano tra i passi pesanti del Signor Weasley. Gli enormi scaffali sembravano inghiottire la stanza lasciando dell'aria disagevole.
Nessun odore, nessun chiacchiericcio. Solo l'intenso e terribile silenzio.
Le sfere azzurrine incantavano con orgoglio Irene, lasciandola spiazzata.
Strinse tra le mani lisce, la sua spada preferita. Ben nota a tutti: durante la sua ospitalità a Durmstrang, si allenava molto con essa.
«L'arma del demonio» ognuno ripeteva dando ragione a questa affermazione. E come dargli torto: era ricoperta di un intenso nero, mischiato, sul manico, con del rosso accesso e dell'oro, per incorniciare l'opera, da lei stessa creata. La punta era formata da un pezzo di vetro, così tagliente da formare una ferita solo sfiorandola.
"Di qua. Svelta" sussurrò l'uomo indicando la sezione corretta delle mensole.
Shh Shhh
"GIÙ!" gridò lei afferrando con veemenza la mano di Arthur facendolo cadere in avanti.
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La ragazza di fuoco
FantasyDopo la caduta di Lord Voldemort, i tempi bui sono conclusi. Le giornate diventarono monotone, piene di felicità, gioia, ma anche tristezza, ricordando i numerosi deceduti, tra cui James e Lily Potter, i genitori di due bambini: Harry Potter, dato i...