IX

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PRIMA PARTE

La seconda prova era conclusa. Piton era nel suo laboratorio cercando di far scomparire i suoi pensieri. La bionda era arrivata a pari merito con Potter; la loro fortuna era immensa! Voleva anche lui tutta questa prosperità. 

Nel mentre che tagliuzzava delle erbe aguzze, tre lenti tonfi udì dall'entrata dello studio. Ignorò pensando che fosse la sua cara amica, Minerva, che veniva a castigarlo perché non fosse venuto a pranzo, in sala grande. 
Però al contrario delle solite volte quel frastuono aumenta, innervosito si distrasse dalla sua pozione andando ad aprire. 

Davanti a lui c'era Galadriel, la sua carnagione era più bianca del solito, piena di ferite da parte di avvicini. Con una mano teneva la parte destra del suo fianco, le sue pupille erano dilatate, in cerca di aiuto, ma questo non fu chiaro al pozionista.

"Se vuoi dirmi grazie, non c'è bisogno" Disse lui irritato. Lei senza proferire parola gli mostrò la sua mano, rigata da delle gocce di sangue. 
Di colpo, Piton, osservò il suo bacino, un lato della sua maglietta verde, era diventata bordeaux. con un colpo secco, la prese dal braccio portandola dentro all'ufficio. 

Attraversarono velocemente uno stretto corridoio buio, nascosto da un grande quadro punto il professore aprì una piccola porta di legno, scoprendo un enorme soggiorno illuminato dalla luce fioca del camino. Piton la fece stendere sul divano scuro posizionato davanti al focolare.
"Come è successo? Perché non sei andata in infermeria?" chiese nel mentre che raccattava un panno bagnato e qualche cura violacea.
"Cedric, durante la prova mi ha scagliato su un masso. Se Karkaroff scoprisse che mi sono ferita sarei espulsa all'istante. A Durmstrang abbiamo delle regole rigide" spiegò lei sofferente. Il pozionista le sollevò la maglietta iniziando ad asciugare il suo sangue.
"E allora sei venuta da me?!" sbottó irritato
"Non ho parlato con nessun'altro. Lei è l'unico e, sicuramente, non volevo far svenire dalla paura Hermione, per colpa mia" continuò, fermando la sua ramanzina
"La ferita si chiuderà tra due giorni, massimo tre. Non sforzarti troppo!" 
"È sicuro?" lui annuì sistemando quello che aveva appena usato per medicare la bionda "Tra poco ho un test. Non vorrei morire dissanguata per la pessima mira di Diggory!" 

"Un test?" domandò Piton confuso
"È una prova di sopravvivenza a sorpresa, ovviamente. Appena Karkaroff ha l'ok di Silente ce la farà sicuramente fare. Non so dirle altro." Gli spiegó lei. 

Come immaginato da Galadriel, dopo ben tre settimane, Igor era pronto. Tutti i suoi studenti, ignari, risiedevano nel giardino di Hogwarts. Galadriel parlottava con degli insegnanti spiegandogli come fosse strutturato l'istituto dove studiava. Altri avevano appena finito di allenarsi o di giocare a Gobbiglie, scommettendo, ovviamente, sul proprio idolo: Victor Krum; un forte suono squillante di una tromba risuonò tra di loro.

"Oh no!" commentò la bionda con gli occhi spalancati, cercando lo sguardo dei suoi compagni anche loro sotto shock.

"Scusate" finì Galadriel, uscendo dalla discussione con gli insegnanti e avvicinandosi ad Apollon. Gli studenti di Hogwarts e di Beauxbaton, seguirono i ragazzi di Durmstrang. Undici piattaforme grigie circondavano Igor a braccia conserte con un sorriso stampato in faccia. 
Una voce soave, morbida, calda comparì tra la gente.

«Raise your weapons, sing a song, 
war is here, we waited so long. 
Prepare my brothers, battle will come. 
And when we die, our legend lives on. 
See the mad moon falling. 
Side by side we stand strong. 
Till' the end of days, through the clash of your blades. 
We'll sing the warrior song.»

La ragazza di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora