XII

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Voldemort era disperato, le sue urla rimbombavano nel cimitero creando dell'eco lancinante. Harry era arrivato ad Hogwarts, mancava solo Galadriel all'appello, ancora legata su una lapide grigiastra. 
Cercava e ricercava tutta la calma che restava nel suo corpo, provando a liberarsi, ma l'ira che teneva era massima. 

"È tutta colpa tua, stupida ragazzina!" urló il Signore Oscuro cercando una scusa per aver fallito.

"Fiera di averti rovinato il tuo stupido e strampalato piano!" rispose la bionda con un ghigno sul volto.
"Come osi!" disse irritato l'uomo davanti a lei
"Cosa vuoi Tom? Uccidermi? Fallo! Non sprecare il tuo tempo. Tra poco morirai e quel giorno sarà ben presto" rise la quattordicenne prendendolo per i fondelli; lui sorrise rendendosi conto di come quella innocua ragazzina riusciva a contrastarlo.

"Come sta Karkaroff? Te l'ha detto vero? Era uno di noi…" chiese Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato 
"Tutti, senza di te, starebbero meglio" le rispose Galadriel facendo irritare quel Mago Oscuro. 

Per vendicarsi lui estrasse la bacchetta, torturando la ragazza così da farle chiudere quella boccaccia.
"È tutto qui quello che sai fare? Mi aspettavo di peggio Riddle! Si vede che non sei mai stato a Durmstrang! Non perderò il controllo con un semplice Cruciatus…" rise lei nel mentre che Voldemort continuava, ignorandola. 

"Ti piace non avere la situazione sotto mano?" chiese Galadriel squadrandolo dalla testa ai piedi.
"Taci!" urló lui più irritato di prima. 

Il vento era diventato gelido e pungente. Le orecchie e le dita della giovane, ormai stavano diventando insensibili. Sembrava come se l'aria le stesse penetrando i vestiti raggiungendo la pelle, ghiacciandola.
I suoi capelli si muovevano di continuo, incollandosi -dato il numeroso sangue perso- sul viso. 
Il Signore Oscuro, non potendo più osservare i suoi occhi rossi, cautamente le spostò quei folti, lisci capelli biondi dietro al suo orecchio. 
Passò la mano sul collo della fanciulla soffermandosi sui tagli che si intravedevano dalla sua tunica verde scura.
Il suo sguardo cambió di colpo notando la sua cicatrice simile ad un fuocherello. 

"Codaliscia! Slega subito la mia dolce bambina!" 

"Cosa?! Impossibile!" I Mangiamorte avevano gli occhi sbarrati, non si aspettavano una simile affermazione dal loro Padrone. 

"Se quella notte d'autunno non fossi morto, io ti avrei accudito come mia figlia. Al contrario della tua sporca famiglia che si pietrificava dinnanzi a me, tu sorridevi felice sul corpo di tuo padre, morto; sicuramente avresti voluto rubarmi la mia bacchetta per giocare. Non ti sei mai chiesta come tu sei procurata quella cicatrice sul tuo collo? Quel Potter ti teneva tra le sue braccia quando lo uccisi; i frammenti dei suoi occhiali finirono proprio lì. Tu non piangevi anche se il dolore lo sentivi pienamente. E guarda come sei forte adesso, tuo fratello Harry è nullità a confronto!" spiegò Voldemort gironzolando per il cimitero aspettando che Codaliscia finisse di slegarla. 

"Dimostrami la tua potenza Irene, rendimi fiero di averti risparmiata quella notte!" la incitó lui puntando la bacchetta contro. 

"Crucio!" lanciò il Signore Oscuro
"Il mio nome è Galadriel! Ardemonio!" contrastó la ragazza. 

Il suo cuore batteva forte, mentre si guardava intorno, cercando una via d'uscita. Era una lotta intensa, con colpi che volavano da tutte le direzioni ma, la bionda non si arrendeva. Continuava a tenere corda, anche quando sembrava che Voldemort avesse la meglio.
Con un urlo di determinazione, la fanciulla raccolse le sue ultime forze interrompendo il contatto. 
Usò la sua abilità migliore: il lato da Animagus

"Non mi conosci affatto Tom. E anche se tutto questo fosse vero, non starei affianco a colui che ha tolto la vita a donne, uomini e perfino bambini indifesi!" 

La ragazza di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora