XVIII

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Dopo che a Galadriel fu acconsentito di partecipare alle riunioni dell'Ordine, la vita dei membri si affievolì particolarmente: la dolce Potter aveva un'innata creatività e intelletto abbastanza mancante ai partecipanti. 

Riusciva ad aiutarli senza minimo sforzo, esponendo le proprie capacità tra cui il suo lato da avvocato. 

Suo fratello era il contrario di lei, la furbizia non era il suo forte e, per questo, adesso, Galadriel "lavorava" persino durante la notte, cercando una strategia per vincere.

Teneva sulla piccola scrivania -che condivideva con cigni ed Hermione– ben 200 documenti di ragazzi minorenni con i loro corrispettivi reati della Magia minorile.
Ognuno di essi poteva scarcerare suo fratello, ma fino adesso l'unica informazione che è riuscita ad innescare, era l'egoismo dei purosangue. Almeno il 95% di quelle fine pergamene erano dedicate a questi ultimi. 

L'aria in casa Black portava un'infatuazione negativa, quasi soffocante.
Era notte scarsa e la riunione dell'Ordine stava per avere inizio. Galadriel "lavorava" circolo nel più totale silenzio, aspettando il ritorno dell'ultimo partecipante: Severus Piton, ancora in missione come spia. Era un compito non sottovalutato: le maschere che doveva indossare, mentendo davanti ad un mostro, crudele e svitato. 

Bong

Un forte tonfo distrò la giovane bionda che impressionata si guardò attorno.
La stanza era poco illuminata, dalla lampada di un modello alquanto antico posizionata sul comodino alla sua destra.
Nessun altra figura oltre a lei piccola risiedeva nella stanza.

I ragazzi erano andati tutti a letto; l'Ordine frequentemente insonorizzata la stanza, dopo aver scoperto Fred e George origliare la discussione con delle Orecchie Oblunghe -inventate da loro–;
i rumori di notte non erano mai abituali: i gatti non circolavano mai vicino alle case, preferivano, di certo, il grande parco di fronte.
Forse era qualche Tasso intento nel rovistare tra la spazzatura o qualche uccello che distrattamente si era scontrato contro un vetro di casa.

Era impossibile… 

Galadriel, lentamente, posò i documenti sulla parte sinistra del divano, alzandosi, decidendo poi, di uscire dal soggiorno.
Indiscreta osservò il corridoio che portava alla cucina -luogo delle riunioni-

Tutto era a posto, anche i quadri che, fortunatamente non si erano spezzati in mille pezzettini di vetro.
Ma qualcosa attirò la sua attenzione: qualcosa, anzi qualcuno era stesso dolorante sul pavimento, davanti all'entrata di casa.
Socchiuse gli occhi Cercando di mettere a fuoco l'immagine che le era capitata davanti.

Era Piton. 

Irene si affrettò, andandogli incontro; aiutandosi con la magia lo portò in soggiorno piccola stendendolo a pancia in su, sul divano di pelle nera. 

Piton teneva gli occhi chiusi.
Le sopracciglia erano aggrottate in un'espressione di puro dolore.
La sua casacca tratteneva il sangue colante delle cicatrici , sicuramente di una Maledizione Cruciatus, dalla numerosa profondità che offrivano.
I capelli neri gli ricadevano sul viso, incollandosi ad esso dal sudore immoderato. 
Prima di togliergli gli indumenti, la ragazza, si trasforma nella sua natura d'Animagus andando, al buio, alla ricerca di delle pozioni o cure, necessarie per guarire il suo futuro professore.
Quando ritornò in soggiorno notò Severus intento nel sistemarsi in una posizione che non gli procurava dolore, peggiorando di molto la situazione. 

"Stia fermo!" disse lei con un tono alquanto violento.
Lui obbedì cercando di guardarla.

Osservò tutti i suoi movimenti senza preoccuparsi di avvisare l'Ordine: per primo tolse la casacca, scoprendo la camicia bianca inzuppa del proprio sangue bordeaux.
Tolse anche questa senza chiedere l'approvazione dell'uomo dolorante.

La ragazza di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora