VIII

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I giorni passavano e la bionda ormai era esausta. Il suo nervosismo era sempre alle stelle e non poteva liberarsene così facilmente, soprattutto se pensava alla seconda prova che ci sarebbe stata di lì a poco.
Aveva chiuso l'uovo nell'armadio, sfuggendo, come al solito, da i suoi doveri.

La sua piccola stanza del veliero era più disordinata della sua mente: libri sparsi sul letto; vestiti ammucchiati in un angolino; inchiostro sulla scrivania; c'erano persino delle pozioni aperte che gocciolavano, finendo nel cestino, ricolmo di pergamene usate.

Galadriel fece un gran respiro, iniziando a sistemare tutto quel casino, piegando lentamente tutte le sue magliette invernali, posandole nel grande armadio di legno.

Pulì la scrivania aiutandosi con qualche incantesimo, trovando vecchi appunti di diritto e di astronomia; infine sistemò nella bacheca di vetro, tutte le pozioni e gli ingredienti appositi, sparsi nella stanza: crini di unicorno, scaglie di drago, una fiala di antidoto ai veleni comuni, un bezoar, dei petali di dittamo, un distillato soporifero e dei capelli di sirena.

Un lampo di genio scattò dentro il cervello della giovane. Aveva capito! L'indizio dell'uovo era in Maridese, la lingua dei Maridi. L'unico modo per ascoltalo era stare immersi in acqua.

Galadriel sorrise andando velocemente a raccattare quel brillante uovo d'oro. Entrò di corna nel bagno accendendo l'acqua della vasca.
Tolse cautamente tutti i suoi indumenti lanciandoli sotto il lavabo. Si immerse dentro l'acqua bollente rilassandosi completamente. Chiuse gli occhi lasciando l'uovo galleggiare seguendo la corrente.

Piano piano i suoi pensieri negativi svanirono, svuotandole la testa. Quel tempo passò più veloce del previsto. Un brivido scosse la giovane, tornando alla realtà, riafferrando l'uovo.
Fece un bel respiro immergendo il viso e l'aggeggio d'oro nell'acqua, ormai tiepida.
Una voce melodiosa avvolse la ragazza trasportandola in un mondo di suoni armoniosi e gradevoli. Aveva un tono dolce e soave, che si muoveva con eleganza tra le note musicale. Le parole erano pronunciate con precisione e nitidezza, senza mai diventare aspre o sgradevoli.

«Vieni a cercarci dove noi cantiamo,

ché sulla terra cantar non possiam,

e mentre cerchi, sappi di già:

abbiam preso ciò che ti mancherà,

hai tempo un'ora per poter cercare

quel che rubammo. Non esitare,

ché tempo un'ora mala sorte avrà:

ciò che fu preso non ritornerà.» 

Galadriel aspettò pochi secondi e infine uscì, con la testa, dall'acqua riflettendo su ciò che aveva appena ascoltato. 
Era facile: Un'ora, qualcosa da ritrovare e se non riesce a trovarlo lo perderà per sempre.

Cautamente, la bionda, piena di pensieri peggio di prima, uscì dalla vasca avvolgendosi con un asciugamano bianco.

Adesso doveva trovare un modo per respirare sott'acqua per un'ora. Galadriel pensò, pensò e ripensò ancora, cercando qualche ingrediente o pozione per raggiungere il suo scopo. 

"Ma sì! Che stupida... C'è la pozione Crescibranchia!" disse tra sé e se la ragazza.
Andò velocemente su una mensola afferrando il libro di quella materia, soffermandosi sull'indice. Lesse attentamente tutti i contenuti arrivando finalmente a quello che cercava.

"Pagina 438" finì sfogliando le numerose pagine gialline.


«Effetto: 

La ragazza di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora