XI

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Della musica risuonava tra gli spalti riposti nel campo di Quidditch di Hogwarts ormai è diventato un infinito labirinto. Tutti i campioni aspettavano impazienti il preside.

"Sonorus!" Urlò quest'ultimo seguito dal giovane Harry disorientato.

"Stamattina presto, il professor Moody, ha piazzato la coppa del labirinto. Solo lui ne conosce l'esatta posizione. Siccome il signor Diggory, il signor Potter e la signorina Galadriel sono alla pari al primo posto, entreranno per primi nel labirinto, seguiti dal signor Krum e dalla signorina Delacour. La prima persona che toccherà la coppa sarà il vincitore. Ho raccomandato al personale di pattugliare il perimetro: qualora un concorrente volesse ritirarsi dalla prova lui o lei sparerà scintille rosse a raffica con la bacchetta. Concorrenti! Intorno a me. Svelti!" finì Silente avvicinandosi a fianco ai campioni nel mentre che veniva sommerso di applausi.

"Nel labirinto, non troverete draghi o creature degli abissi, invece, affronterete qualcosa di molto più impegnativo. Vedete, le persone cambiano nel labirinto. Trovate la coppa, se potete, ma siate molto cauti, potreste perdere voi stessi lungo la strada… Campioni preparatevi!" sussurrò Albus agli sfidanti più nervosi di prima. 

"Al mio tre… Uno… Due… Tre…! "Le siepi si chiusero alle spalle della giovane. Con passo deciso e la mente lucida, la bionda iniziò ad addentrarsi. Il silenzio era opprimente, man mano che avanzava tra quei lunghi sentieri scuri, il labirinto sembrava non avere fine. Le pareti erano vive, come le radici che cercavano costantemente di acchiapparla e la nebbia intorno a lei non l'aiutava affatto. 
Il vento era gelido, le mani di Galadriel tremavano per il freddo. Ogni minuto sembrava l'inferno: le siepi sembravano stringersi creando un piccolo cunicolo. Una luce accecante, però, le illuminò la strada. 
Socchiuse gli occhi cercando di intuire l'oggetto fulgido, posizionato alla fine di quella stretta via. 
Corse verso di esso sentendo qualcosa di pungente sulla schiena come se stesse per inghiottire la ragazza. 

"Harry!" urló una voce davanti a lei. 
Il giovane corpo di Cedric era imprigionato da enormi radici ramificati. 
Galadriel, senza pensarci due volte, puntò la propria bacchetta su Diggory. "Incendio!" sussurrò, creando delle fiammella "Reducto!" lanciò Potter venendo in aiuto, togliendo insieme alla bionda tutte le radici dal corpo del diciassettenne. 

I tre si guardarono intensamente, la coppa tremaghi era lì dinanzi a loro, ma nessuno la voleva afferrare "Prendetela voi! Io non volevo nemmeno partecipare" disse la fanciulla tirandosi indietro "Insieme!" concluse Harry recuperando il respiro. 
Una luce accecante azzurrino pervase i ragazzi catapultandoli in una zona differente sconosciuta. 

Il tempo sembrava essersi fermato. Tra di loro, delle lapidi coperte di muschio e licheni, sorgevano dal terreno umido. La maggior parte disse erano danneggiate e coperte di polvere con nomi incisi illeggibili. Era deserto, il vento rompeva il silenzio costante, facendo sobbalzare le foglie secche. L'aria era densa di un odore di muffa e di polvere.
Una sensazione di inquietudine e di malinconia pervase i tre giovani disorientati.

"Dove siamo?" chiese Diggory alzandosi in piedi "Qui ci sono già stati…" sussurrò Harry terrorizzato "Galadriel! È una passaporta" sorrise ammaliato il ragazzo più grande. 
Potter, in tanto, perlustrava i monumenti sfiorandoli con la punta dell'indice, seguita dalla ragazza disgustata da quanta sporcizia stava raccogliendo con quel gesto, il suo coetaneo. Lui si fermó davanti ad una lapide, ancora intatta, avvolta dalla figura della Morte incappucciata.
Su di essa c'era inciso il nome di Tom Riddle con la data di nascita e di morte: 1905-1943

"Ragazzi! Dobbiamo tornare alla coppa!" comunicò Harry più spaventato di prima "Ma di che stai parlando?" chiese Cedric confuso da questa idea. 

Uno scricchiolio di una porta li interruppe. Un uomo di mezza età, magro, pallido, fece ingresso. Teneva i capelli castani fino alle spalle, erano sporchi e si potevano ben notate le miriadi di doppie punte. Il naso era lungo e sottile; i suoi occhi piccoli e scuri, si illuminavano con la luce fioca del focolare sotto ad un grande calderone nero. Il mento era appuntito e sul viso rimarcava una lunga cicatrice rosea, molto evidente data la sua pelle cadaverica. 
La ragazza, senza esitare, si nascose dietro una lapide per non farsi notare. 

"Chi sei? Che cosa vuoi?" balbettó Diggory tra le urla di Harry. 

«uccidi l'altro…» disse una voce profonda, rauca, sinistra.
E così successe: un lampo di luce verde intenso raggiunse il castano; il suo corpo senza vita restò pietrificato a terra di fianco alla giovane ancora celata dietro a quel masso di pietra. 
Con un colpo di bacchetta, Harry venne intrappolato dalla Morte. 
L'uomo pallido avanzó verso il grande calderone nero canticchiando una specie di ricetta, che la giovane, non concepí abbastanza da identificarla.

Tra le urla del povero Harry, dinnanzi a lui rinacque un uomo, molto magro, scheletrico; pallido, traslucido come la pelle di un serpente, con occhi rossi -più intensi di quelli di Galadriel- senza pupille. Naso appuntito e labbra sottili bianche. Indosso teneva una lunga tunica nera che gli conferita un'aria spettrale. 
"La mia bacchetta Codaliscia" disse Voldemort 
"Allunga il braccio" continuò lui, afferrandoglielo e puntando il suo bastone magico sopra al Marchio Nero. 

Otto scie nere, comparvero nel cielo, atterrano intorno Al Signore Oscuro. Delle persone mascherate si fecero avanti, felici di rivedere il loro Padrone. 
"Harry, mi ero quasi dimenticato che tu eri qui, sulle ossa di mio padre. Ti presenterei agli altri ma dicono che te sei famoso quasi quanto me di questi tempi... Il ragazzo che è sopravvissuto. Quante bugie hanno alimentato la tua leggenda Harry; riveleró quello che accadde veramente quella notte di tredici anni fa, divulgheró come effettivamente ho perso i miei poteri: è stato l'amore, vedi quando la dolce Lily Potter diede la vita per suo figlio, forní la massima protezione. Io non potevo toccarti, era magia antica. Una cosa che avrei dovuto prevedere… Non importa, non importa, le cose sono cambiate. Io posso! Toccarti! Adesso!" disse lui dopo aver casticato i suoi servi. 

"Raccogli la tua bacchetta Potter! In piedi, in piedi! E ora… Curcio!" Le urla di Harry riportarono Galadriel alla realtà.

Fece un respiro profondo e infine uscì dal suo nascondiglio.
"Te la prendi con i più piccoli Tom! Non è coraggioso da parte tua…" disse la bionda facendosi spazio. "Incarceramus!" urlò un Mangiamorte alla sua destra lei rise chiudendo gli occhi.

Non farti controllare… Mai…

Sollevò le palpebre. Le iridi erano rosse come quelle di Voldemort, le sue mani erano infuocate e, ancora sotto effetto dell’incantesimo, si rialzó in piedi continuando a ridere lievemente 

"Galadriel giusto? Sorprendente quello che riesci a fare, ma sei troppo debole per fermarci" e senza che la ragazza se ne accorse miriadi di funi la immobilizzarono ad una grande lapide sporca.
Il Signore Oscuro fece un ghigno divertito.
"Uccidi me! Non lui!" urló la bionda con tutta la voce che poteva.
"Oh lo farò. Dopo stanotte nessuno metterò più in dubbio i miei poteri. Dopo stanotte se parleranno di voi diranno solo di come mi avete supplicato di morire e come io, da signore misericordioso vi ho favorito…" gli spiegò sorridente. 

Nel mentre che la ragazza era ancora intrappolata, Harry e Voldemort avevano iniziato un vero quello. Una luce verde e una rossa si scontrano, creando un vortice azzurrino che illuminava il cimitero rendendolo più allegro. 
Delle figure bianche comparvero all'interno della sfera, delle voci si mischiarono tra il fruscio degli incantesimi. 

"Harry quando il contatto si interrompe devi arrivare alla passaporta. Possiamo indugiare un momento per darti un po' di tempo, ma solo un momento. Capito?" disse quello che sembrava lo spettro di suo padre: James Potter. 

"Lascia andare. Tesoro sei pronto! Lascia andare. Scappa senza di Irene, lei se la caverà. Sei pronto, lascia andare!" sussurrò cautamente sua madre
"Vattene! Vattene Potter! Vai senza di me. Non ti preoccupare!" urló a squarcia gola Galadriel. 
All'istante la sfera azzurrina scomparve creando del fumo bianco. Harry, senza guardarsi indietro, corse verso il corpo di Cedric, richiamando con un incantesimo di appello la coppa Tremaghi e scappando via, materializzandosi di nuovo ad Hogwarts.

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Buon pomeriggio a tutti ecco un nuovo capitolo. Ringrazio tutti voi per aver votato i capitoli, mi rendono molto felice :)
Spero che vi stia piacendo questa storia.
Buona giornata.

Irn

La ragazza di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora