Capitolo dodicesimo: Un po' di Albice!

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Scorpius era rimasto in infermeria un paio di giorni, prima di rimettersi in sesto.
Da quando Violet aveva parlato con Rose, quest' ultima non si era fatta più vedere.
Doveva essere stata davvero ferita dal comportamento di Scorpius se nemmeno quello che le aveva detto Violet l'aveva convinta a perdonarlo.
Il giorno stesso che Scorpius venne dimesso dall'infermeria sia Astoria che la piccola Violet (nonostante i capricci) andarono via da Hogwarts, per tornare alle loro vite.
Anche Scorpius sarebbe tornato alla sua... Ma come sarebbe stata, questa vita?
Ora si sentiva ancora più triste di prima, perché ci sperava, sperava davvero che Rose lo avesse perdonato, e dopo il discorso della sorellina le probabilitá di successo sembravano aumentate.
Ma poi, si sa, più il morale è alto, più ci si fa male quando ricade.
Trascorrevano i giorni, e nell'aria si sentiva giá il profumo del Natale: Hagrid il Guardiacaccia aveva giá siatemato dodici enormi abeti all'interno della Sala Grande, e i professori stavano iniziando a decorarli con addobbi colorati.
Ghirlande e decorazioni varie erano giá appese per tutto il castello.
C'era un clima di festa e di pace, nell'aria, ma Scorpius, nonostante Albus lo spronasse a riprendersi, non era proprio in vena di festeggiare.
Al contrario, il giovane Potter era all'apice della felicitá.
Scorpius ne aveva scoperto la ragione una sera, mentre cercavano invano di fare i compiti. Era giá da tempo che Albus sembrava più contento del solito, e questa cosa un po' faceva invidia al giovane Malfoy, perché anche lui voleva essere felice.
'Ok, Al' aveva iniziato, chiudendo il libro di Incantesimi con uno scatto 'È da giorni che sei sempre allegro. Mi dici il motivo?'
Albus era rimasto, all'inizio, un po' sulle sue, poi, pian piano, aveva cominciato a cedere.
Così gli aveva raccontato.
Lui ed Alice si stavano frequentando giá da un po' di tempo, ed erano andati anche insieme ad Hogsmeade, una volta. Spesso si incontravano in biblioteca o nella Sala Grande e alcune volte studiavano insieme, altre stavano semplicemente a chiacchierare, altre ancora ascoltavano la musica, dalle Sorelle Stravagarie a band babbane, di cui entrambi erano fan accaniti.
Un giorno, mentre studiavano tranquillamente in Sala Grande, Alice aveva voluto fare uno scherzo ad Albus: mentre lui stava studiando, gli aveva preso il quaderno di Incantesimi ed era uscita dalla Sala Grande correndo.
Albus, ovviamente, l'aveva seguita.
Avevano corso per diversi piani, poi Albus, con uno scatto, l'aveva finalmente raggiunta.
'Ridammelo' aveva detto con fare divertito mentre allungava le braccia per prenderlo.
Alice cercava di nasconderlo dietro la schiena e sembrava decisa a non lasciare la presa.
Allora Albus aveva iniziato a farle il solletico: Alice rideva come una matta, ma era riuscita a mettersi di spalle ad Albus e proteggeva il quadernetto nonostante il solletico del ragazzo.
Ad un tratto, Albus aveva smesso di farle il solletico. Alice si era girata cautamente, per evitare che il moro la cogliesse di sorpresa, riprendendosi così il quadernetto.
Aveva notato che Albus guardava esattamente sopra le loro teste. Così, Alice, di nuovo di fronte a lui e con il quaderno dietro la schiena, aveva guardato anche lei sopra la sua testa.
Dal nulla, stava nascendo una piantina. Erano prima spuntate le radici, e adesso pian piano si andavano formando dei rametti sempre più grandi. Dopo circa dieci secondi, avevano visto nascere una piantina inconfondibile.
'Vischio' aveva sussurrato Alice.
Lei e Albus si erano allora guardati negli occhi.
Alice era arrossita, e Albus si era grattato la testa con una mano con fare insicuro.
'Giá,vischio..' Aveva sussurrato Albus di rimando.
Entrambi avevano guardato il pavimento, poi avevano alzato contemporaneamente di nuovo la testa, e si erano tornati a guardare negli occhi.
'C-cosa diceva la tradizione?' Aveva poi chiesto,timida,Alice.
Albus l'aveva guardata per un paio di secondi negli occhi, prima di rispondere.
'La tradizione dice che, se due persone sono sotto il vischio, queste devono baciarsi'. Aveva risposto Albus, con un tono imbarazzato.
Alice era ancora arrossita, poi, guardando di nuovo al pavimento, era avanzata di un passo verso Albus.
Il cuore del ragazzo era iniziato a martellare fortissimo, sembrava avesse la tachicardia.
Anche lui era avanzato di un passo.
In quel momento erano vicinissimi.
Albus aveva messo le sue mani intorno ai suoi fianchi, avvolgendola in un abbraccio e avvicinandola ancora un po' a sé.
Alice aveva messo le sue braccia attorno al collo di Albus, tenendo ancora in una mano il suo quaderno.
Guardó di nuovo negli occhi di Albus, e stavolta sorrideva teneramente.
'Mia nonna mi ucciderebbe se non rispettassi una tradizione' aveva detto.
Anche Albus aveva sorriso.
'Anche la mia'
Erano ancora più vicini.
Alice si alzó leggermente sulle punte, e ad un millimetro dalle labbra di Albus aveva sussurrato:'Non ti ridaró il quaderno'.
E Albus, sorridendo, aveva annullato definitivamente le distanze tra loro. In quel momento esatto, del quaderno di Incantesimi non gli sarebbe potuto importare di meno.

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