Scorpius si sistemava tranquillamente la cravatta, facendo un nodo particolare che gli aveva insegnato il padre. Guardava la sua immagine riflessa nello specchio, le sue dita sottili che attorcigliavano la stoffa. Era abbastanza agitato, ma anche impaziente: non vedeva Rose da più di una settimana, e fremeva dalla voglia di riabbracciarla e ammirarla in tutto il suo splendore.
Dopo aver finito con la cravatta, si allontanó dallo specchio e si diede una rapida occhiata.
Era anche più bello del solito.
Indossava un pantalone nero elegante che gli calzava a pennello, con sopra una camicia color grigio chiaro, in tinta con le pagliuzze dei suoi occhi, ed una giacca. A completare l'opera, una sottile cravatta nera e scarpe nere lucide. Le tonalità scure con cui era vestito risaltavano ancor più il suo incarnato chiaro come porcellana, e gli conferivano quell' alone di fascino e di mistero in più. Sorrise allo specchio, si sistemó i capelli e si spruzzó un po' di acqua di colonia. Si diede un'ultima occhiata e finalmente fu pronto. Uscì dal bagno e si avvió verso il soggiorno, dove la sua famiglia lo stava aspettando.
Non si sorprese peró quando vide che ad attenderlo c'era solo suo padre: aveva un completo blu scuro gessato, coordinato con una camicia bianca come il latte e una cravatta della stessa tonalità delle scarpe, di colore nero.
Ticchettava un piede a terra e guardava l'orologio con l'aria a metà tra l'impaziente e la divertita: odiava aspettare, ma allo stesso tempo gli piaceva un po' d'attesa prima di vedere arrivare sua moglie. Nonostante gli anni, tra loro non era cambiato nulla: Draco amava Astoria come quando erano ancora due adolescenti, e continuava a guardarla allo stesso modo.
Scorpius sapeva del forte legame che univa i suoi genitori, e si chiese se Rose fosse davvero quella giusta per lui, se anche lui, dopo più di vent'anni, l'avrebbe guardata e pensata come faceva in quel momento.
Poco dopo, finalmente, le due donne di casa Malfoy fecero il loro ingresso.
Scorpius pensó di avere una madre bellissima, e capì esattamente perché il padre spesso si fermava a guardarla, anche nelle più comuni situazioni.
Astoria scendeva le scale con un abito nero stile impero, lungo fino ai piedi. La parte superiore esibiva una bella scollatura per nulla volgare. Sotto il seno, aveva una cinturina di brillanti dalla quale si dipartiva la gonna, che scendeva leggera, con una consistenza a metà tra il raso e la seta. Aveva i capelli raccolti sul lato destro della testa, legati in una morbida coda, impreziosita da qualche brillante che si abbinava a quelli presenti sulla borsa. Aveva dei sandali molto alti come scarpe, anch'esse nere con dei brillanti, ed un trucco leggero.
Per essere sulla quarantina, Astoria, nella semplicità del vestito, era bellissima.
Per mano aveva la piccola Violet, che camminava contenta con un sorrisone sulle labbra. Anche lei era davvero carinissima: aveva un vestitino con la parte superiore blu scuro, poi una piccola fascia rossa in vita e la parte inferiore costituita da una candida gonna larga con i pois blu che si apriva a campana, le calze e le scarpette bianche, un cappottino blu e un cappellino bianco che le copriva interamente la testa.
Erano tutt' e due, ognuna a modo loro, incantevoli: l'una nell'esperienza e nell'eleganza dell'età adulta, l'altra nella dolcezza e nell'ingenuità dell'infanzia.
Dopo aver fatto loro diversi complimenti ed essersi infilati giacconi, guanti, sciarpe e chi più ne ha più ne metta, la famiglia Malfoy salì in macchina e si diresse alla festa del primogenito dei Potter. Si sarebbe tenuta, come quasi tutte le feste celebrate dalla famiglia, alla Tana.
I coniugi Malfoy non l'avevano mai vista, ma Astoria la immaginava come una casa accogliente e sempre affollata, Draco, nonostante cercasse di scacciare i pregiudizi, la vedeva come una catapecchia che si reggeva a stento in piedi.
Ben presto, peró, Malfoy senior dovette ricredersi.
Per l'occasione, la Tana era stata tirata a lucido: era oramai passato molto tempo da quando i Weasley erano tutti dei giovincelli scapestrati: da quando tutti avevano ottenuto un lavoro, avevano deciso di ristrutturare la casa dove avevano trascorso l'infanzia.
Ora si ergeva come un edificio slanciato e sottile interamente in legno, a diversi piani e con diverse stanze, finestre illuminate e pareti riverniciate. Draco si sorprese, perché era una casa davvero davvero elegante. Sul giardino, un tempo circondato dagli gnomi e pieno di erbacce, ora c'era un ambiente riscaldato con la magia, come una specie di enorme tendone, dove si sarebbe tenuta la cena vera e propria. All'esterno, luminose lampade ad olio e fiori freschi abbellivano il paesaggio: la brina contribuiva a rendere il tutto più perfetto e puro. Alcune delle piante ne erano ricoperte, e sembravano sculture di ghiaccio. Una neve candida copriva col suo manto piccole aree del terreno. I Malfoy rimasero piacevolmente sorpresi da quello spettacolo. Draco dovette ricredersi: le cose in quegli anni erano cambiate, in tutti i sensi. Si avviarono dai genitori del festeggiato. Ginny li accolse con un caloroso saluto, Harry li salutó cordialmente. Strinse la mano a Draco guardandolo negli occhi: in quel gesto c'era una muta richiesta di tregua momentanea, che forse si sarebbe potuta trasformare in pace, prima o poi.
Draco ricambió la stretta di mano e lasció intendere di aver ricevuto il messaggio.
Stettero a parlare del più e del meno. Scorpius era quasi a disagio: voleva andare dai suoi amici.
'Dov'è James? Volevamo dargli gli auguri e il regalo di persona' chiese ad un tratto Astoria.
'Per il regalo, meglio che lo lasci qui. Sarebbe capace di perderlo' scherzó Harry 'Ma se gli volete fare gli auguri, lo trovate dentro'.
I Malfoy ringraziarono e si congedarono momentaneamente dai Potter.
Entrarono. Astoria aveva visto giusto: era la classica casa accogliente e rustica, adatta ad ospitare molte persone, e rappresentava in sé stessa il concetto di famiglia.
James era a parlare con degli amici.
'Ciao James' salutó cordialmente Astoria.
James si giró di scatto e rimase leggermente spiazzato quando vide la famiglia Malfoy al completo. Poi sorrise. 'Ciao a tutti. Grazie per essere venuti'
'È un piacere. Tanti auguri!' Rispose Astoria, avvicinandosi per baciarlo.
James arrossì lievemente: si trattava pur sempre di una bella donna!
Dopo aver dato una stretta di mano a Draco, James salutó la piccola Violet (che gli abbracció le gambe facendolo quasi cadere) e poi Scorpius. In seguito si congedò. Stava per andarsene.
'Scorpius, se cerchi gli altri sono sopra' e si allontanò.
Rimasero in quattro.
'Allora io raggiungo i miei amici' disse Scorpius.
'Va bene. A dopo' lo salutarono i genitori.
Scorpius si avvió, ma Violet fece per seguirlo.
'Dove stai andando, Vivì?' La richiamó il padre.
Lei si giró.'Voglio andare con Scoppy'
'Sono tutti ragazzi grandi, tu sei troppo piccina' continuó la mamma.
'Ma io voglio andare con Scoppy' disse, con la faccia rattristata e gli occhioni lucidi. Era una tattica che funzionava sempre.
'Tesoro, starà con i suoi amici. Tu ti annoierai' rispose Draco.
Violet si giró verso Scorpius con un faccino da cucciolo bastonato.
'Posso venire con te, Scoppy?' Chiese.
Scorpius era indeciso sul da farsi. Le voleva bene, ma non voleva che lei lo seguisse. Se l'avesse allontanata, peró, Violet si sarebbe messa a piangere.
Ancora una volta, fu la madre a salvarlo.
'Guarda Violet, c'è Hermione. Ti ricordi di Hermione? L'abbiamo vista a Diagon Alley tante volte. La andiamo a salutare?' Chiese Astoria abbassandosi all'altezza della figlia.
Si voltarono a guardarla. Violet sorrise. 'Andiamo!' Disse porgendo la mano alla mamma. Madre e figlia s'incamminarono, poco dopo le raggiunse anche il padre.
Scorpius tiró un sospiro di sollievo. Ora la festa poteva finalmente cominciare.
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Violet's power
Fanfiction"Per l'altezze l'amai del suo dolore: perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra, e tutto seppe, e non se stessa, amare" Fanfiction che ho scritto tempo fa, dedicata a Rose e Scorpius, figli rispettivamente di Ron Weasley e Draco Malfoy della saga...