Capitolo secondo: scontri notturni

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Scorpius, quella sera, rimase a contemplare il soffitto per parecchio tempo, fino a che un rumore improvviso causato da uno stupido non lo distolse dai suoi pensieri.
'SCOORPYY' urló Al, battendo la porta contro il muro.
Non gli diede nemmeno il tempo di focalizzare la sua figura che Albus si fiondó addosso al migliore amico.
Scorp scoppió a ridere come un matto e abbracció il giovane Potter. 'Albie!Era ora! Ma dove ti eri cacciato?' chiese il Malfoy, felice di rivederlo.
'Hai ragione, scusa, ma sono stato 'intrattenuto'' arrossí quello.
'Possibile che tu ti metta ancora a fissare la Paciock?!
Diamine Al, le vai dietro dall'anno scorso.. E ancora non hai nemmeno mai provato a parlarci?'
'Scorpioncino, non iniziare' s'infastidì il moro, al sentire l'argomento 'Alice Paciock'.
'E a proposito, anche tu sei stato 'intrattenuto', o sbaglio?' lo punzecchió Al.
Di nuovo quel leggero formicolio dietro il collo
'Parli della tua cuginetta, Potteruccio? Perché se è cosí la Paciock sta iniziando davvero a farti un brutto effetto.. Mi è letteralmente caduta addosso!' rispose prontamente Scorpius, ignorando la sensazione.
'Neanche lei sa resistere al tuo fascino, a quanto pare!' convenne Albus.
'Ovviamente' disse Scorp fingendo di lucidarsi le unghie.
Potter rise e gli buttó il cuscino in faccia.
'Come sta quell'amore di tua sorella, Scorp?' domandò poi.
'Sempre bene.. La solita peste!' Sorrise il biondo.
Chiacchierarono del piú e del meno come due vecchie comari fino a notte fonda. Poi, i loro stomaci iniziarono a brontolare furiosamente, ed entrambi decisero di andare a fare un salto alle cucine.
Si infilarono le ciabatte e uscirono quatti quatti dal dormitorio di Serpeverde. Oltrepassarono l'arazzo, e iniziarono a camminare. Svoltarono diverse volte, ed erano quasi giunti nei pressi della cucina, quando, ad un certo punto, udirono un miagolio inconfondibile accompagnato dal suono dei piedi che strusciavano sul pavimento. Capirono immediatamente che si trattava di Gazza e di Mrs Purr, e iniziarono a correre come dei matti per tutto il castello. Nonostante ció, la gatta di Gazza si faceva sempre piú vicina.
'Dividiamoci!' Propose allora Albus, e senza pensarci due volte imboccarono due corridoi diversi.
Quindi, ora Scorp si ritrovava da solo, ma fortunatamente lontano dalle grinfie di Mrs Purr, che sembrava aver preso la direzione del suo amico. Corse qualche altro metro, poi si appoggió alla colonna e trasse un profondo respiro.

'Malfoy?'.

Il ragazzo perse un battito cardiaco, poi si giró un attimo a vedere chi lo aveva chiamato, preparandosi giá a scappare. E invece..

'Weasley?! Ma tu che ci fai qua?! E poi ti sembra il modo di arrivare alle spalle della gente?! Mi era preso un colpo!' abbaió Scorpius, alla vista della rossa. Okay, forse la reazione era stata esagerata, ma doveva cercare di soffocare le strane sensazioni che la vista della giovane gli aveva portato.
'Bada a come parli, Malfoy, ti ricordo che sono un Prefetto, e stavo facendo la ronda. Dato che ti ho beccato fuori dai dormitori, ti posso assegnare una punizione.' Sorrise lei, beffarda.
'Non oserai, Weasley'
'Perché non dovrei? Sono un Prefetto!'
'Perché non dovrei? Sono un prefetto!' Le fece il verso Scorpius.
'Ora insulti anche?! Ma bravo.. 10 punti in meno a Serpeverde!'
Scorp stava per risponderle ancora, quando si ricordó della sua arma segreta: il fascino.
Si passó una mano tra i capelli e si avvicinó a Rose, che stava giá scrivendo frenetica su un quadernetto, fino a quando non se la ritrovó di fronte.
Si poggió al muro con fare spavaldo, squadrandola da capo a piedi. 'Non potrei convincerti in nessun modo a non farmi finire in punizione,Weasley?'.E sfoderó il suo miglior sorrisino malizioso.
Rose lo guardó un solo istante, poi fece qualcosa che Scorpius non avrebbe mai immaginato. Scoppiò a ridere. Rideva cosí tanto e cosí sguaiatamente che le sue urla rimbombavano, con una mano si asciugava le lacrime agli occhi e con l'altra si reggeva la pancia.
Nonostante stesse ridendo per lui, Scorp non si sentiva per niente irritato, anzi, la sua risata gli piaceva. Lo faceva impazzire. Avrebbe quasi voluto lasciar stare tutto e mettersi a ridere con lei. Ma poi si ricordó chi era,lei. Rose Jean Weasley, saputella sottuttoio, che lui non sopportava dal primo anno. Così, la incitó a smettere. Rose, peró,non riusciva a fermarsi.
'Weasley, smettila immediatamente di ridere! Weasley.. Weasley.. WEASLEY!! Mi ascolti?!'
Ma lei non riusciva a bloccarsi.
In lontananza, si avvertiva giá un nuovo rumore di passi..

All'udirli, il giovane capì tutto immediatamente.Gazza si stava di nuovo avvicinando, e Scorp si ritrovava tra l'incudine e il martello. Non sapeva cosa fare, perció agí d'istinto.
Prese Rose di peso e la trascinó in un'incavatura del muro, proprio dietro un'armatura.
La nascose lí dietro, e fece appena in tempo a nascondersi anche lui, che arrivó Gazza, il volto arcigno e la lanterna che emanava una luce opaca.
Rose, che non rideva piú, ora tratteneva il fiato, cosí come Scorp. Il Custode fece un rapido giro di controllo, poi un nuovo tonfo, probabilmente provocato da Pix e le sue Caccabombe, lo fece allontanare nella direzione completamente opposta rispetto a quella di Scorpius e Rose.
Entrambi tirarono un sospiro di sollievo, prima di rendersi conto della strana posizione in cui si ritrovavano: l'incavatura era talmente stretta che i ragazzi erano appiccicati l'uno all'altra, Scorp aveva le mani sui fianchi di Rose, Rose le aveva sul petto di lui.
Malfoy la osservó: da quella prospettiva era ancora piú carina, perché lui riusciva a scorgere, e volendo anche contare, ogni sua lentiggine, e perché poteva fissare i suoi occhi azzurri, che lo guardavano a metá tra il divertito e lo scioccato, piú da vicino, cogliendo delle strane ma bellissime sfumature. Rimasero cosí per almeno una trentina di secondi, con il fiatone, prima che il silenzio venisse rotto da Rose:
'Beh.. Grazie, Malfoy' disse in un sussurro imbarazzato.
'Dovere, Weasley.. Ecco cosa ti meriti per esserti messa a ridere: passare la tua ronda appiccicata a Scorpius Malfoy, in un' incavatura nel muro di chissá dove. Complimenti' rispose sarcastico il biondo.
Weasley arrossí. Sembrava che dovesse dire qualcosa, ma che non ci riuscisse.
'Per me non è affatto un dispiacere' buttó lí tutto d'un fiato. Scorp non riusciva a capire, o non voleva capire.
I suoi capelli, le sue labbra, i suoi occhi, le sue lentiggini, il suo fresco profumo, non gli permettevano di ragionare. Strinse impulsivamente le sue mani intorno ai fianchi di lei, come ad avvolgerla in un abbraccio rassicurante, mentre lei si avvicinava sempre di piú.
Scorp le contava le lentiggini.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei,sette.
Rose avvolse le sue mani attorno al collo di Scorp.
Otto,nove,dieci,undici,dodici.
Scorp la avvicinó un po' di piú a sé.
Tredici, quattordici, quindici, sedici.
Rose si alzó sulle punte.
Diciassette, diciotto, diciannove.

Scorp smise di contare.

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