𝒁𝒆𝒓𝒐 | Hunter x Hunter

Parte undici

"Domani uscirai ancora con quel tuo capitano?"

"Già – Rispondo – Sta volta scelgo io il posto però."

"Ma non ti sei divertito abbastanza col club? – Mi domanda Illumi, espirando una grossa nuvola di fumo – Non è ora di mollare?" Conclude, passandomi lo spinello e sistemandosi i capelli.

Fra il denso odore di erba inspiro anche quello dolce del suo shampoo.

"È al mango?" Gli chiedo io.

"Di che stai parlando?"

"Dello shampoo che usi."

Il suo viso si arrossa di colpo. Solo da fatto o da ubriaco gli succede, il che mi ricorda che anche lui prova emozioni, per quanto bene le nasconda.

Ha delle reazioni davvero carine, Illumi.

"Stavo facendo un discorso serio." Mi rimprovera ricomponendosi.

"Anch'io." Ribadisco indispettito.

"È al cocco – Mormora giocando con una delle sue ciocche - Ed è una maschera per capelli, non è shampoo. Comunque – Riprende lui – La mollerai questa squadra o no?"

"No." Rispondo secco, facendolo agitare leggermente per la seconda volta.

"E perché?"

"Perché è da tanto tempo che non mi diverto così tanto."

Io e Chrollo usciamo anche questo fine settimana e sta volta, dato che tocca a me decidere il posto, andiamo in una pasticceria.

Il colore che domina all'interno del locale è il rosa. Tutto è rosa: le pareti, i ricami delle tovaglie, le divise delle cameriere, le cornici dei quadri, l'insegna del bagno, i centro tavola, i menù...

"Forse avrei dovuto dirti di mettere qualcosa di più colorato." Dico a Chrollo osservando il suo outfit completamente nero e lui in risposta fa una faccia strana. "Sempre che tu abbia indumenti colorati." Mi correggo, cercando fra i ricordi la sua immagine vestita con degl'abiti vagamente diversi dal nero pece.

"Ormai siamo qui." Si limita a dire lui e prende il menù in mano.

"Cosa hai deciso di ordinare?" Gli chiedo vedendo una cameriera avvicinarsi.

"Mmh... Sul menù non è segnato, ma penso che prenderò solo un caffè"

"Stai scherzando spero - Rispondo strappandogli il foglio dalle mani – siamo in una pasticceria."

Prima che abbia il tempo per ribattere, saluto raggiante la ragazza in divisa che ci ha raggiunti.

"Siete pronti per ordinare?" Cinguetta lei, estraendo una penna dalla tasca del grembiule.

"Si - Affermo e Chrollo strabuzza gl'occhi per la sorpresa – prendiamo due frullati alla fragola, una fetta di meringata, una di torta al limone, una di torta al pistacchio e anche una di torta al cioccolato."

Mi sporgo per guardare meglio le vetrine, mentre la cameriera scrive velocemente i nostri ordini e infine aggiungo:

"Anche un paio di quei biscotti a forma di gatto e due di quei dolcetti al melone, grazie."

Appena la ragazza ci lascia mi volto verso Chrollo, visibilmente turbato.

"Scusami Chrollo, ma qui hanno molta fretta; non c'era più tempo per decidere." Dico con finto dispiacere.

"Ma almeno hai guardato i prezzi di tutta quella roba?" Sospira agguantando il menù di un tavolo vuoto affianco ed estraendo il portafoglio.

"Su, Chrollo, questi almeno sono soldi spesi bene. E poi guarda le cameriere come sono carine! Non sono vecchie e rachitiche come i dipendenti di quell'ospizio in cima ai monti."

"Sei proprio assurdo tu." Sussurra sorridendo lievemente, mentre si rimette il portafoglio in tasca.

"Nemmeno tu fai eccezione." Commento.

"Comunque – Esordisce cambiando atteggiamento – Avevamo un argomento i sospeso noi due, no?" 

Mi fissa intensamente con un mezzo sorriso di sfida. È la sua faccia da: forza, svelami i tuoi segreti.

Solitamente mi intriga quando mi provoca, mi ricorda che sotto molti aspetti siamo simili, ma oggi mi infastidisce non poco. Non ricambio il suo sguardo e aiuto la cameriera, che nel frattempo ci ha raggiunti, a riporre i piatti sul tavolo.

"Dimenticati ciò che ti ho detto - Sentenzio con una certa freddezza, concentrato sui dolci che sto tagliando a metà – Non ho intenzione di parlare di mio padre stasera."

"Oh – Esclama – Scusa, non volevo essere seccante, solo essere d'aiuto." Conclude, abbassando lo sguardo sulle pietanze che ho avvicinato alla sua parte di tavolo.

Il suo fare amorevole e calmo non fa altro che alimentare la mia irritazione.

"E come pensavi di essermi d'aiuto, eh?"

"Pensavo di poterti aiutare a comprendere – Risponde tagliando un pezzo di torta – Situazioni come la tua confondono."

Mi crede confuso? Pensa che dentro di me ci sia qualcosa da sistemare?

Odio questo suo persistere nel cercare di cambiarmi. Sapevo che non aveva mollato la presa, ma non credevo che mi avrebbe urtato così.

Lascio che prosegua, mentre il mio umore s'inasprisce sempre di più.

"Ci ho pensato molto da quando me lo hai detto – Prosegue tra un boccone e l'altro – E ho capito che il tuo fare da tiranno è il frutto di una profonda paura, quella di essere abbandonato di nuovo."

Non rispondo e non riesco a trovare parole per ribattere. Lui, approfittando del mio silenzio, prosegue indisturbato.

"Quando si viene abbandonati da qualcuno automaticamente si mette in discussione la propria validità, la propria importanza e tu ti ostini a volerti mettere a capo di ogni cosa, perché sai quanto fa male non avere potere, o sbaglio?"

A quell'ultima domanda s'interrompe, aspettando che io lo contraddica, ma la mia voce è sepolta così in profondità dentro di me che non riesco più a trovarla.

"Voglio aiutarti facendoti capire che non c'è bisogno di ferire le persone per farle tue, basta solo un po' di fiducia. Hisoka, il miglior modo per entrare nel cuore degl'altri è aprire il tuo."

\\ spazio autrice \\

Oi

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. 

Confesso che questa parte di storia (dal capitolo sette a questo) è stata la più difficile da scrivere ed è stata anche la più soggetta a riscritture, quindi se avete notato delle incongruenze, perdonatemi :,)

Domani, 21/06/23, pubblicherò la parte dodici. 

Vi lascio un immagine di Hisoka, Chrollo ed Illumi, che secondo me sono un bellissimo trio

Un bacio grande

Anthyllis 

⬇(Art credit: unknown)⬇