Parte ventuno

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-Dobbiamo parlare-

La risposta alla mia provocazione è arrivata molto prima che mi aspettassi. Sposto il ghiaccio nella mano sinistra e me lo riporto al viso, mentre con la destra dolorante agguanto il cellulare.

Visualizzo senza rispondere e, prima che esca dalla chat, compare sotto al primo un nuovo messaggio.

-Raggiungimi domani in biblioteca alla fine delle lezioni-

Sono pronto a quello che mi dirà. L'ho capito nel momento stesso in cui ho deciso di colpire Uvogin.

È la cosa giusta da fare. È così che deve andare.


Io e Uvogin siamo stati sospesi due giorni, gl'ultimi prima dell'inizio delle vacanze estive.

"Non li passerete a casa – Ha sentenziato il preside fumante di indignazione – Farvi smettere di andare a scuola alla vigilia delle vacanze estive equivale a farvi un favore. Passerete due giorni a fare lavori socialmente utili per la scuola e vi verrà abbassato il voto in condotta."

Ci sono state consegnate due tute da lavoro grigie e siamo stati affidati al custode dell'istituto, un vecchio famelico di farci sgobbare come schiavi.

Appena suona la prima campanella, mi dirigo nell'ufficio del custode al piano terra, dove si trova già Uvogin.

Ha un grosso livido viola sullo zigomo sinistro ed entrambe le mani fasciate.

"Ciao, stronzo." Mi saluta ringhiando.

Mi affiora sulle labbra un commento sul suo aspetto in tuta da lavoro, ma non faccio in tempo a pronunciarlo che il custode entra nella stanza.

"Bene, bene, delinquenti – Esordisce il vecchio squadrandoci con un sorriso sadico in volto – Da dove iniziamo? Tu, bestione – Si riferisce a Uvogin – pulirai la mensa e il giardino prima che suoni la pausa pranzo, mentre tu, rossiccio, tu pulirai tutti i bagni."

E così ha inizio la mia prima giornata di sospensione, con gl'occhi brucianti a causa della candeggina, il braccio infilato per metà dentro un cesso e una trafila interminabile di ordini ringhiati da un vecchio sadico alle mie spalle.

Quando suona la pausa pranzo ritorno nell'ufficio del custode, mi levo i guanti e appoggio la testa su un banco, tirando un sospiro di sollievo. Guardo privo di fame il panino avvolto nella stagnola che mi sono preparato ieri sera. Anche se avessi appetito, probabilmente non troverei le forze per alzarmi e prenderlo.

Chiudo gl'occhi e mi faccio cullare dal brusio che arriva da dietro la porta.

Chrollo.

Il suo viso prende forma nei miei pensieri.

I suoi occhi, dietro la spalla di Uvogin, brillano vividi.

Era sorpreso? Deluso?

Nessuna delle due.

Triste? Non proprio.

Somiglia a qualcosa quel suo sguardo.

Somiglia al il tono di Feitan.

Ecco, non triste, rassegnato.

Che fosse consapevole, come me, dell'inevitabile epilogo a cui sta giungendo la nostra storia?

Scusami.

Nell'ufficio entra Uvogin. Non apro gl'occhi, lo ascolto marciare attraverso la stanza, fino ad un tavolo accanto al mio, mentre borbotta polemico.

"Vecchio bastardo – Farfuglia frugando nel suo zaino – glie lo infilo nel culo lo spazzolone se osa dare aria a quella sua bocca di merda un'altra volta.

𝒁𝒆𝒓𝒐 | Hunter x HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora