Parte diciotto

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Mi spoglio la maglia ancor prima di arrivare in camera e, mentre attraverso a lunghe falcate il corridoio, dalla cucina una voce canta con vivace sorpresa:

"Oh, amore, sei già arrivato?"

"Fa troppo caldo fuori." Spiego, asciugandomi la fronte con il dorso della mano.

"Mmh – Mormora mia madre alzandosi in piedi – Ho preparato della limonata, bevine un bicchiere." Mi invita agguantando una brocca piena di un liquido giallastro.

Mi siedo a gambe incrociate accanto al tavolo, sprofondando in un piacevole torpore.

"Chi te li ha dati quelli?" Domando notando un mazzo di fiori immerso in un vaso colmo d'acqua.

"Un paziente – Risponde allungandomi la limonata e sedendosi nuovamente – lo abbiamo dimesso oggi. È stato venti giorni in ospedale. Me li ha regalati dicendomi che sono stata l'unica luce in quell'inferno di malattia."

Faccio una smorfia disgustata.

"Viscido." Commento, con ardente nel petto il forte desiderio di gettare quei brutti fiori nella spazzatura.

"Su, su – Sospira mia madre con un sorriso divertito – Smettila di vedere così negativamente ogni uomo che incontro! Non sono così stupida da tornare con uno smidollato come tuo padre."

E invece dentro di me penso proprio il contrario. Mia madre è una donna molto bella, dai folti capelli rossi e un viso vivace e giovane nonostante le rughe, ma è anche troppo buona.

È un'ottimista, una sognatrice e l'uomo sbagliato può facilmente illuderla e abbandonarla senza subire conseguenze.

"Sei troppo accomodante e gentile con gli uomini, corri troppi rischi. Devi tenerli per le palle se non vuoi essere lasciata." Proclamo scolandomi in un paio di sorsi la bibita fresca.

"Non mi spaventa essere lasciata – Cinguetta mettendosi in piedi e saltellando verso il frigorifero – E non dovrebbe spaventare nemmeno te. Se vivi con questa paura non ti godrai mai pienamente una persona."

La guardo scettico e lei ruota gl'occhi, come a dire: cosa parlo a fare se tanto non mi capisci?

"Ora va' a farti una doccia, io cucino qualcosa intanto."

Godersi pienamente una persona ... come se fosse questo a fare le persone felici!

Esiste chi gode e chi soffre.

Gode chi possiede, chi non si lega a nessuno ed è soggetto solo alla propria influenza.

Gode chi può voltarsi e andarsene una sera, con una valigia in mano, senza cedere alle preghiere di chi gli implora di restare.

Soffre invece chi non ha voce.

Soffre chi piange e prega senza essere ascoltato, soffre chi non può scegliere nulla né per sé e né per gl'altri.

Perché mamma, tu che più di me hai sofferto l'abbandono, perseveri dicendo di affrontare questo rischio?

Prima di sparire nel corridoio, la osservo un secondo.

Sta tagliando delle verdure e ogni tanto lancia occhiate al televisore, che trasmette uno di quegli stupidi programmi che le piacciono tanto.

Sul suo viso ci sono ancora le tracce di un sorriso sereno.

Non ti capisco proprio.


Sesso, ho voglia di sesso.

Indugio sul contatto di Risako. La sua foto profilo la ritrae riflessa in uno specchio, con un vestitino succinto che le evidenzia il grande seno e l'ampia curva dei fianchi.

𝒁𝒆𝒓𝒐 | Hunter x HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora