Parte ventitré

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Do le spalle al piccolo ventilatore posto al margine della stanza e scandisco il tempo contando le flebili folate d'aria che mi arrivano sulla schiena. 

"Siamo in troppi in questa stanza – Penso osservando il mucchio di corpi sparsi per il salotto – fa troppo caldo."

Chiudo gl'occhi, nauseato dall'afa e mi distraggo ascoltando il ronzio concitato del ventilatore.

Mi vien da vomitare.

"Capo e tu?"

"Mh?" Mormoro riaprendo gl'occhi.

"Che gusto hai preso?" Mi richiede Phinks, reggendo un sacchetto bianco.

"Ciliegia." Rispondo e appena prendo in mano il ghiacciolo un brivido di piacere mi rinvigorisce fin nelle ossa.

"Non hai una bella cera, Chrollo - Commenta Pakunoda seduta sul bracciolo del divano. Agita un ventaglio di carta, scostandosi i capelli biondi dalle spalle magre imperlate da un sottile strato di sudore – Vai a sciacquarti la testa sotto la fontana."

"Mi sa che farò così."

Mi alzo da terra ed esco all'esterno dalla portafinestra spalancata. In giardino si sta molto meglio rispetto che in casa e respirando mi sembra di essermi liberato da una morsa che mi stringeva fin dentro ai polmoni.

Attraverso lentamente la sottile lingua di verde che cinge quel fianco della casa e arrivo alla fontanella. Tenendo il ghiacciolo in perfetto equilibrio, infilo la testa sotto il getto freddo dell'acqua, liberandomi dalla stanchezza e dal nervoso portati dall'afa.

Invece di rientrare, decido di finire di mangiare il ghiacciolo sulla veranda di legno. In quella stanza infernale ci tornerò dopo.

Non è stata una bella idea quella di incontrarci a casa di Pakunoda per decidere del viaggio di squadra. Avremmo potuto farlo da qualcuno con l'aria condizionata, o in un bar, o ad un orario meno critico delle quattro di pomeriggio.

Sospiro.

Nemmeno mi entusiasma più l'idea di partire. Avrei dovuto stare a casa al fresco e leggere un libro.

No, devo smetterla di pensare negativo. Mi divertirò un mondo al mare con la squadra, questo è sicuro.

Però...

Manca qualcosa.

Mi manca qualcosa.

"Tutto bene?" Mi sussurra dolcemente Midori alle spalle facendomi trasalire.

"Come fai ad essere così silenziosa?" Commento stupito osservandola in piedi dietro di me.

"Sei tu che sei troppo pensieroso – Ridacchia inginocchiandosi e prendendomi la testa fra le mani – È il caldo?" Mi domanda appoggiando il mio capo sul suo petto.

"Si – Mento – Quest'afa mi uccide."

Passiamo qualche istante in silenzio fermi in quella posizione. Non oso guardarla negl'occhi perché non voglio nemmeno sapere se ha fiutato la mia bugia.

Midori ha un intuito sovraumano, niente scappa ai suoi occhi rossi, nemmeno l'emozione più fugace.

"Forza, tra dieci minuti ce ne andiamo." Rompe il silenzio lei, poi piega la testa in basso e con una mano mi incoraggia delicatamente a voltare la mia in alto. Mi da un bacio asciutto, di quelli in cui le labbra si sfiorano appena, poi mi spinge leggermente in avanti e si alza in piedi, aspettando che io faccia lo stesso.

La seguo all'interno della stanza, ormai privo di nausea e stanchezza e mi risiedo al posto che occupavo prima.

"Perché Feitan non è venuto?" Domanda Nobunaga sdraiato sul divano.

𝒁𝒆𝒓𝒐 | Hunter x HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora