Parte ventidue

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Oltre l'ampia vetrata si vede chiaramente la vita del locale. Gli inservienti in divisa che serpeggiano fra i tavoli chiari, gli spiedini che sfrigolano sotto gl'occhi affamati dei clienti, i lampadari a cono pendenti sopra ogni tavolo.

"Ti è venuta fame?" Mi domanda Illumi.

"No - Mi affretto a rispondere distogliendo lo sguardo dagl'interni del ristorante – Andiamo."

Chissà se ci entrerò mai ora che non c'è più lui.

La promessa di entrare in quel luogo è un'impronta calda nel mio cuore.

Poco importa ormai.

Si ricomincia da zero, adesso.

Il principio delle vacanze non è più un disegno invitante e promettente nella mia mente, ma non è da questo che mi devo far frenare.

Non lascerò spazio a dubbi, non mi farò scoraggiare.

La pausa estiva è ottima per dimenticare e non perderò nemmeno un'occasione per sfruttarla.

E così hanno inizio le mie sei settimane di baldoria fra alcol e sesso.

Ogni sera vengo accolto da un paio di cosce e ogni mattina da una terribile emicrania.

Morirò, sono sicuro.

Un paio di labbra si avventano sulle mie, provocandomi più fastidio che piacere. È la quarta notte in compagnia di una ragazza e mi sono già stufato.

Percepisco l'appiccicume del lucidalabbra che mi ha lasciato tutto intorno alla bocca e il suo alito che sa di gomme alla menta e gin tonic.

"Basta ragazze – Penso, pentito di averla portata sotto casa mia - Ho bisogno di ragazzi."

"Saliamo?" Sbiascica ubriaca.

"Forza." Sospiro, più a me stesso che a lei.

La sera dopo, mentre salgo in punta di piedi le scale per non svegliare l'intera palazzina, reggo la mano ad un ragazzo.

Mi bacia il collo da tutta la sera e la sensazione che lascia la sua saliva sulla mia pelle inizia a darmi fastidio.

"Vuoi bere qualcosa?" Lo persuado staccandomelo di dosso. Lui compone un sorriso orrendo che accentua la grossolanità dei suoi tratti e dentro di me la voglia di condurlo nel mio letto cala ulteriormente.

Di nuovo, tenta di appiccicare la sua brutta bocca sulla mia gola, ma inorridito glie lo impedisco.

Tento di ricordare cosa mi fosse piaciuto di lui per decidere di portarlo a casa, ma davanti ai miei occhi compare solo il sottile arco bavoso della sua bocca aprirsi e chiudersi.

Lo sollevo con violenza da terra e lo trascino con me in camera, intenzionato più che mai a non farmi baciare anche solo un'altra volta. Lui sembra divertito e si lascia sottomettere senza opporre resistenza.

La mattina, ad abbracciare il mio risveglio insieme all'emicrania, c'è anche uno spiccato senso di nausea.

- Stasera giochiamo alla playstation - Propongo ad Illumi per messaggio, mentre i tragici ricordi della notte si susseguono senza un ordine nella mia mente.

- Ok. Vieni a casa mia per le sette – Risponde poco dopo.

Poso il cellulare sul comodino e sprofondo nel materasso. Nella bocca sento un sapore acido e ho le labbra secche a causa della disidratazione, che dolgono al minimo movimento.

La prospettiva di un'altra mattinata così mi convince a cambiare i miei programmi per il resto della settimana.

E cosa dovrei fare?

𝒁𝒆𝒓𝒐 | Hunter x HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora