Amavo l'acqua.
L'acqua era il mio elemento.
I suoni erano ovattati, lontani, bassi... si sentiva solo il proprio respiro, i polmoni che rilasciavano l'aria formando delle bolle prima di riprenderne di nuova e ripetere l'azione infinite volte.
In quel momento c'eri tu e l'acqua.
Sarebbe potuta sembrare una sfida ma non lo era affatto, perchè io senza l'acqua non sarei stata nulla.
Ripetevo quelle azioni tutti i giorni per diverse ore consecutive, le braccia e le gambe si muovevano sincronizzate, i muscoli e il fiato erano abituati a durare a lungo.
Toccai il bordo della piscina con entrambi i palmi delle mani prima di salire con la testa in superficie, sfilandomi gli occhialini.
-1.06 -disse Jack, il mio allenatore, bloccando il cronometro. -Bene, Ollie.
Mi allungò la mano mentre sorrideva, così io gliela afferrai e lui mi tirò fuori dall'acqua.
Mi tolsi anche la cuffia, e mi sistemai i capelli mentre riprendevo fiato.
-Di questo passo avrai il podio assicurato agl'internazionali. -mi assicurò battendomi una mano sulla spalla. -Solo... non dormire sugli allori in questa specie di vacanza in California.
-Non lo farò. -gli assicurai sorridendo mentre m'infilavo le infradito. -La piscina sarà la prima cosa di cui chiederò.
-Oh, lo so bene. -rise lui annotando qualcosa sul registro. -Greg è un mio caro amico, saprà farti stancare a sufficienza. Sa già che stai arrivando e fidati, mi rimpiangerai.
Risi e andai ad abbracciarlo, ringraziandolo per tutto l'insegnamento che aveva saputo darmi fin'ora, poi lo salutai promettendogli qualche regalo al mio ritorno e prendendo il mio accappatoio mi avviai alle docce.
Sarei tornata a Los Angeles per qualche mese, il motivo principale era che la mia migliore amica in dolce attesa si sposava e in più mia madre voleva che tornassi a casa da troppo tempo, così avevo colto l'occasione per stare lì per un po'.
In quei mesi, comunque, non avrei potuto per nessun motivo al mondo lasciare il nuoto in vista dei campionati internazionali che si sarebbero svolti a ottobre, così Jack aveva già contattato Greg dicendogli che sarei tornata.
Sì, che sarei tornata... perchè Greg era stato il mio primo insegnante di nuoto ed era anche grazie a lui se adesso ero quella che ero.
Quando ero entrata in acqua con lui non sapevo neanche stare a galla, avevo solo quattro anni e quei braccioli davano davvero fastidio.
Ora di anni ne avevo diciannove, e si poteva dire che io in acqua non nuotavo.
Io vivevo.
-
Continuavo a ripetermi che questo viaggio mi sarebbe servito, che sarebbe stato fantastico, ma in fondo lo ripetevo solo per convincermi.
Non volevo tornare in California, ero scappata da quel posto, ero volata in Inghilterra con la scusa di studiare lì non appena ne avevo avuto l'opportunità e voi direte: quale pazza scapperebbe da un posto meraviglioso come la California per finire in un paese dove piove un giorno si e l'altro pure?
Il fatto era che... avresti potuto essere anche nel posto più bello del mondo, ma se non ci stavi bene, se non era quello il tuo posto, faceva schifo lo stesso.
Ora che avevo finito le superiori, non avevo scuse per non tornare a casa, se non il fatto che avessi trovato la mia anima gemella in quel di Londra: Tom.
Okay, in realtà stavamo insieme solo da un paio di mesi ma questo mia madre non lo sapeva.
Lisci capelli neri raccolti in un codino, occhi neri, un viso perfetto... ancora faticavo a credere che un tipo del genere potesse stare con una come me.
Eravamo simili, anch'io ero mora con gli occhi scuri, ma la sua bellezza superava di gran lunga il normale.
-Hai preso tutto? -mi chiese tirandomi dolcemente contro il suo petto per accarezzarmi la guancia, una volta in aeroporto.
-Sì, tranne te. -risposi allungandomi sulle punte per lasciargli un bacio sulle labbra.
-Verrei volentieri, lo sai. -disse. -Ma devo lavorare.
-Lo so. -sbuffai. -Ci vediamo ad ottobre.
-Non vedo l'ora che sia ottobre. -fece avvicinando i suoi occhi ai miei, per poi prendermi il naso coi denti e ridere. -Vai.
Mi lasciò la mano e mi spinse leggermente verso l'entrata.
Feci qualche passo, ma poi mi girai e corsi di nuovo ad abbracciarlo, rubandogli un ultimo bacio.
Quando arrivai al gate, stavano già facendo salire le persone a bordo, così mi affrettai verso le hostess che controllavano i biglietti e salii sull'aereo.
Controllai il mio posto sul biglietto e cercai il 25A trovandolo, ovviamente, sul fondo dell'aereo.
Una signora sulla sessantina, tutta truccata e sistemata, era già seduta nell'ultimo posto all'esterno, mentre quello centrale e quello vicino al finestrino erano vuoti.
Ringraziai il cielo quando scoprii di essere vicino al finestrino e sorrisi alla signora prima di prendere il mio bagaglio a mano e portarmelo sopra la testa per appoggiarlo sul ripiano.
Nel farlo però, perdendo l'equilibrio feci qualche passo indietro e mi scontrai contro un altro corpo.
-Attenzione. -disse una voce profonda, e due lunghe braccia ricoperte di tatuaggi si allinearono alle mie, due mani comparirono ai lati delle mie afferrando il mio trolley, due belle mani. Non potei fare a meno di notare il perfetto tatuaggio a forma di croce tra il pollice e l'indice sulla mano sinistra. -Lascia, faccio io.
Mollai la presa e sentii il petto di quest'ultimo premere contro la mia schiena per allungarsi ad appoggiare la mia valigia sul ripiano in alto.
Quando il suo corpo si separò dal mio, mi voltai lentamente per vedere chi fosse e me ne pentii subito dopo averlo fatto.
-
Ciao!
Bene, questo è il prologo della mia nuova fanfiction.
Mi farebbe piacere un vostro commento, per sapere cosa ne pensate nonostante sia solo il prologo.
Grazie mille, un bacio!
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Fire Meet Gasoline [h.s.]
Fanfiction~ Ci sono solo due cose sicure nella vita oltre alla morte: la prima è che la speranza è una debolezza dell'essere umano, la seconda è che non ci si abitua mai al dolore. ~ _ Non so quale strano potere eserciti su di me ma sono incondizionatamente a...