Epilogo

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Harry's POV.

Parcheggiai vicino al marciapiede ed imboccai il vialetto, camminando lentamente.
I piedi mi sembravano così pesanti che faticavo persino ad alzarli.
Arrivai davanti alla porta e bussai due volte, poi attesi, con gli occhi fissi sul pomello oro.
Fu Louis ad aprire, mi guardò sollevando le sopracciglia, stupito, e poi si fece da parte per lasciarmi entrare.
Raggiunsi il centro della cucina e appoggiai le chiavi sul tavolo mentre Louis richiudeva la porta.
Sentii Kim scendere le scale a passi pesanti e veloci, arrivò in cucina col fiatone e le bastò un rapido sguardo ai miei occhi rossi e gonfi per correre ad abbracciarmi senza dire una parola.



Ollie's POV.

-E' consentito un solo bagaglio a mano a bordo. -mi ricordò la hostess nel momento dell'imbarco.

Sbuffai e la pregai di chiudere un occhio, ma lei fu irremovibile.
-Mi spiace, se lo concediamo a lei dovremmo permetterlo a tutti. -osservò.

Mi morsi l'interno della guancia perchè nervosa com'ero avrei potuto benissimo cominciare ad urlarle in faccia senza motivo, mi inginocchiai e presi le cose che avevo nello zaino per svuotarlo e poterlo mettere nel trolley.
Quando finii, l'hostess mi rivolse un falso sorriso che ricambiai altrettanto falsamente e fece passare il mio biglietto sotto lo scanner così che potei finalmente dirigermi verso l'aereo.
Una volta a bordo controllai il posto sul biglietto: era uno dei primi, rispetto al volo di andata dove ero quasi alla fine dell'aereo.
Ringraziai mentalmente il cielo quando lessi sul biglietto che il mio posto era vicino al finestrino, come l'altra volta.
Amavo guardare fuori mentre ascoltavo la mia canzone preferita, mi piaceva farlo in macchina, figurarsi da sopra un aereo.
Quando raggiunsi il mio posto però, l'unica gioia mi fu spazzata via in un attimo da una mamma con un bambino di tre anni, il quale era seduto al mio posto e picchiava sul vetro esortando l'aereo a decollare.
Dio, ti prego no.
Dodici ore così no, davvero.

-Will! Stai seduto, non si sale in piedi sui sedili! -lo sgridò la madre, come se il problema principale fosse quello.

Dopo aver rimproverato il figlio si accorse di me, in piedi a fissarli incredula che tutta quella sfiga fosse capitata proprio a me, tutta insieme tra l'altro.

-E'... è il mio posto. -riuscii a dire infine indicando il sedile su cui suo figlio stava ormai praticamente saltando.

-Oh.. -fece lei, sorpresa.

Ma davvero?

-E' un problema per te rimanere esterna? -mi chiese. -Will vuole stare accanto al finestrino, è il suo primo viaggio in aereo ed è molto eccitato.

Guardai il bambino che mi fece la faccia scura e a seguire una linguaccia.

-Comincerebbe a piangere e potrebbe farlo per tutto il viaggio. -continuò la madre.

Beh signora, non è di certo un problema mio il fatto che non sia in grado di gestire suo figlio.
Mi guardai attorno e vidi le persone sedute esattamente dietro di noi che mi guardavano pregandomi di non fare storie: molto probabilmente erano già stufe dell'eccessiva vivacità di quel bambino.
Tornai sulla madre che mi stava ancora fissando, questa volta con l'espressione più severa, aspettando una risposta.

-Nessun problema. -mi affrettai a rispondere, sforzandomi di sorridere.

Tanto, peggio di così.

-Perfetto! -esclamò lei. -Ringrazia Will, che questa ragazza ti ha appena ceduto gentilmente il suo posto.

Sorrisi al bimbo e lui di tutta risposta mi alzò il dito centrale.
Ah.

-Will! -urlò la madre facendoglielo abbassare subito. -Scusami, scusami tanto! Will, quante volte ti ho detto...

Fire Meet Gasoline [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora