Capitolo 46

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Ollie's POV.

Harry slegò il nodo della cravatta e l'appoggiò sul letto assieme alla camicia, senza scollarmi gli occhi di dosso.
Io invece guardavo un punto fisso del pavimento, stanca ed ancora incredula di essere appena tornata dal funerale di Greg.
Sessantacinque anni, infarto.
Quando l'ambulanza era arrivata lui aveva smesso di respirare già da parecchi minuti e mi avevano trovata seduta su una panchina lì affianco a fissarlo impassibile.
Avevano provato con qualche tentativo di rianimazione ma non c'era stato nulla da fare, quindi avevano portato me in ospedale per accertarsi che andasse tutto bene e che non fossi sotto shock.

-Hope... -Harry mi chiamò per controllare che fosse tutto okay.

-Sto bene. -risposi abbassandomi la cerniera del vestito nero per cambiarmi.

-Mi dispiace. -sussurrò quando fu dietro di me, accarezzandomi le braccia con le mani prima di lasciarmi un bacio sui capelli.

-Anche a me. -ammisi appoggiando una mano sopra la sua, fallendo nel trattenere le lacrime.

Harry mi fece voltare e mi strinse in un abbraccio che mi tranquillizzò: sentire il suo cuore battere contro il mio petto fece rallentare i battiti disperati del mio, e lo portò al ritmo del suo.
Alzai la faccia verso la sua ed Harry mi lasciò un bacio tra le sopracciglia, gli sorrisi debolmente e mi allontanai facendo scivolare il vestito per terra per dirigermi verso l'armadio a prendere un paio di pantaloncini ed una maglietta.

-Posso andare a farmi la doccia tranquillo? -chiese titubante.

Annuii, lui prese dei vestiti dalla sedia ed uscì dalla stanza lasciandomi un sorriso.
Mi vestii e mi diressi verso la libreria di Harry, cercando un libro che mi facesse evadere dalla realtà per qualche ora.
Dalla polvere che avevano su, comunque, avevo dedotto che molto probabilmente Harry non ne aveva mai aperto neanche uno e che fossero lì per bellezza.
Alla fine scelsi "Come un uragano" di Nicholas Sparks, anche se l'avevo già letto: lo sfilai dagli altri e qualcosa cadde subito ai miei piedi.
Mi abbassai a raccogliere il rettangolo bianco che al tatto mi accorsi essere una foto, la girai e rimasi pietrificata: un Harry decisamente più piccolo, con dei capelli molto più ricci e molto più corti aveva il braccio attorno alle spalle di una ragazza bionda dai capelli lisci e lunghissimi. Lui non aveva occhi che per lei, si percepiva anche attraverso una semplice foto, mentre quest'ultima aveva gli occhi chiusi ed il naso arricciato mentre gli faceva la linguaccia.
Non c'era bisogno che qualcuno mi confermasse che quella ragazza fosse Amber; anche se nessuno mi aveva mai detto com'era fatta, mi era bastato vedere come la guardava Harry per capire che fosse lei.
Fissai la foto ancora per un po': basta, mi ero stancata di non avere risposte.
Andai in cucina per prendere un bicchiere d'acqua e mi portai dietro la foto, aspettando che Harry uscisse dalla doccia.


Song: How to save a life – The Fray

Arrivò poco più di cinque minuti dopo, con dei bermuda ed i capelli ancora bagnati.
Mi trovò appoggiata al mobile della cucina, la foto era sull'isola ma lui non l'aveva ancora vista.

-Che c'è? -chiese notando la mia espressione.

Avanzò e si accorse della foto, la guardò ma non la prese in mano poi tornò con gli occhi su di me.

-Credo sia arrivato il momento di parlarmi di lei. -dissi.

-Hope hai già avuto una giornata...

-Harry. -lo interruppi. -Sì, ho già avuto una giornata di merda e non ho intenzione di rovinarmene un'altra quando e se deciderai di parlarmi di lei in futuro. Sono pronta, lo voglio sapere. Credo di non poter più andare avanti con tutti questi segreti e... lo sai che puoi fidarti di me, vorrei che lo facessi.

Fire Meet Gasoline [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora