Capitolo 7

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Verso le sei, quando mi squillò il telefono, corsi a rispondere pensando che fosse Tom, invece era Meredith.
Non che fossi delusa, ma insomma... era in luna di miele e chiamava me?!
Quando risposi capii che tutto era collegato, ovviamente, ad Harry.
Aveva torturato Niall affinchè torturasse Meredith per dargli il mio numero, affinchè potesse torturare me.
Meredith diceva che era stata costretta a darglielo se voleva passare il resto della luna di miele in pace, ed effettivamente aveva ragione.
Mi chiese poi per quale motivo Harry ci tenesse tanto ad avere il mio numero e io le spiegai del week end da Louis, ma la domanda sorse spontanea: "Perchè non l'ha chiesto a te?"
Era tutto un casino e la liquidai dicendole di non pensare ad Harry ma di godersi il maritino, che le avrei raccontato tutto una volta a casa.
Alle sette in punto, Harry era fuori da casa mia.
Come lo sapevo?

"Hope, esci subito e non farmi aspettare anni. H."

Così recitava il suo messaggio.
Gentile come al solito.
Fortunatamente per lui ero pronta, così non risposi ma presi la borsa e scesi le scale.

-Dove vai? -mi chiese mia madre mentre stava preparando la cena.

-Ehm... sto uscendo. -dissi. Mi ero dimenticata completamente di avvisarla.

-Ceni fuori? -domandò tranquillamente.

-A dire il vero... -feci incrociando le braccia al petto. -Sto fuori questo fine settimana, sto a casa di un... una persona al lago.

Mia madre smise di sbattere le uova e si girò a guardarmi.

-Di una persona? -fece. -Ollie, non hai amici qui a parte Meredith, che sappiamo entrambe essere in luna di miele.

-Sono persone nuove... -sussurrai.

-Che già ti portano a dormire fuori? -osservò. -Beh, non mi piacciono.

-Non devono piacere a te, mamma. -m'irritai. -Anche a me non piace l'uomo con cui vai a letto ma non per questo ti vieto di farlo!

La rabbia mi aveva decisamente fatta parlare troppo.
Vidi l'espressione delusa di mia madre e non mi restò altro che caricarmi meglio il borsone sulla spalla e uscire di casa.

-Ce ne hai messo di tempo! -esclamò Harry quando chiusi la portiera della sua macchina. -Stavo per andarmene e lasciarti qui.

Mi appoggiai allo schienale del sedile e chiusi gli occhi portandomi entrambe le mani a coprirmi la faccia.

-Hey, che c'è? -mi chiese preoccupato. -Qualcosa non va?

-Tutto. -dissi sbuffando, poi lo guardai.

Aveva ancora i capelli raccolti, indossava una maglietta bianca e dei semplici pantaloni neri.

-Già. -fece lui annuendo. -Capisco che vuoi dire.


Capii che eravamo arrivati a causa della musica a palla che si sentì non appena svoltammo in una viuzza sterrata che ci portò ad una casa.
Ma... che casa.
Quando Louis aveva detto che suo zio aveva la casa al lago non aveva specificato che non era proprio una casa, piuttosto una villa.
Era gigante, bianca e marroncina, posizionata a pochi metri dalla riva del lago, e già avevo addocchiato l'enorme veranda del secondo piano, dove potevo vedere gente che ballava, rideva e beveva.

-Wow. -mi scappò quando scesi dalla macchina.

-La gente coi soldi, eh. -rise Harry.

Sorrisi anch'io e presi il mio borsone, ma Harry me lo strappò dalle mani con un sorriso e se lo caricò in spalla assieme al suo, così a me non rimase che seguirlo.

La porta d'entrata era spalancata e non appena varcai la soglia vidi gente che limonava a destra e a manca, ma la cosa che mi stupì di più fu che la veranda era stracolma e pensavo che tutta la gente fosse ammassata lì per via del caldo e che in casa non ci fosse nessuno, ma mi sbagliavo di grosso.
Anche il primo piano era pieno di gente, che sudata e mezza nuda, ballava o limonava o faceva entrambe le cose contemporaneamente.
Io ed Harry ci fermammo sulla porta e ci guardammo in giro, poi io spostai lo sguardo su di lui che sorrideva mentre osservava la gente divertirsi.

Fire Meet Gasoline [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora