Capitolo 43

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Song: TiO -Zayn

Harry's POV.

La accompagnai con una mano dietro la schiena a sdraiarsi sulla coperta, mentre le slacciavo il reggiseno con le dita.
Ollie se lo sfilò dalle braccia ed io mi protesi verso di lei per baciarla, afferrandole una coscia per spostarla più sotto di me.
Scesi con la bocca verso il suo petto e lei con il tallone cercò di sfilarmi i boxer, ma quando vide che era inutile provarci smise di farlo e, infilandomi le mani tra i capelli, cercò di spingermi più in basso.
Quanto era sporca anche lei, sotto sotto.
Sollevai la faccia per guardarla, intuendo quello che voleva e lei sorrise maliziosa.

-Per favore... -disse arrossendo.

Sorrisi anche io e quando le tolsi le mutande il suo "grazie" mi fece ridere, ma a quel punto ormai avevo la bocca troppo occupata per farlo.



Ollie's POV.

Dio.

Nessuno avrebbe potuto farlo meglio di lui, ogni volta che portava la sua bocca in mezzo alle mie gambe ne avevo la conferma.
La cosa eccitante era che a lui sembrava piacere farlo esattamente quanto a me piaceva riceverlo.
Mi appoggiai sui gomiti per guardarlo meglio ed Harry portò gli occhi nei miei mentre tracciava tutto il percorso solamente con la lingua, per poi leccarsi le labbra e sorridermi: oh.mio.Dio.
Tornò ad avvolgere le labbra attorno al punto dove aveva capito piacermi di più, risucchiandolo nella sua bocca per stimolarmelo con la lingua.
Non riuscii a trattenere il suono strozzato che mi uscì dalla gola, e quando lo vidi infilarsi indice e medio in bocca per poi portarli tra le mie cosce capii che voleva farmi concludere prima ancora di cominciare.



Harry's POV.

Mi faceva male così tanto l'uccello a vedere il suo petto alzarsi ed abbassarsi freneticamente e a sentirla ansimare in quel modo così sexy, che dovetti impegnarmi davvero tanto per non prenderlo e ficcarglielo in bocca.
Come se mi avesse letto nel pensiero Ollie aprì quest'ultima ed emise un altro gemito, poi si leccò le labbra e inarcò la schiena nello stesso momento in cui buttò indietro la testa.
Aumentai la velocità delle dita, infilandone un terzo per poi avvicinarmi con la bocca a disegnare cerchi sulla sua parte più rosa, sensibile e vulnerabile.
Era decisamente tutta un'altra cosa, sia per lei che per me, rispetto alla prima volta di qualche giorno fa.
Ora stava cominciando ad avere un'idea di cosa volesse dire provare piacere veramente, e avrebbe voluto farlo ogni volta se ne fosse presentata l'occasione ed io non vedevo l'ora di farle provare qualsiasi posizione, sensazione ed ogni tipo di orgasmo diverso.
Un tuonò coprì il rumore del suo ultimo gemito e quasi mi innervosii per non averlo sentito bene.
Ollie mi infilò le unghie nella spalla ed io sollevai la testa per guardarla, ma riuscii a vederla solo di sfuggita perchè lei mi afferrò prontamente la nuca e mi riportò dov'ero, ringhiando di non muovermi da lì per nessun motivo al mondo.
Risi e fermai di proposito anche il movimento delle dita, poi la guardai e lei con un'espressione accigliata ed il petto macchiato di rosso per lo sfogo, allargò le mani come a chiedersi cosa stessi aspettando.
Continuai a fissarla e pian piano la sua espressione cambiò: fece scendere una mano a sfiorarsi la pancia e se la portò tra le gambe per toccarsi.
Un'altra fitta di dolore nei boxer mi fece deglutire a fatica mentre ero schiavo del movimento delle sue dita che tracciavano un percorso circolare attorno al clitoride, come se non avessi visto mai nessuna farlo prima d'ora.
Ollie continuò ancora un po', poi avvicinò i polpastrelli umidi alle mie labbra ed io mi ritrovai a pulirglieli con la lingua.

-Ti prego. -sussurrò dopo. -Tu sai farlo meglio...

Quelle parole mi fecero uscire di testa e prima che arrivassi a contare fino a cinque, Ollie stava già gridando parole incomprensibili, mischiate a parolacce e forse a qualcosa che avrebbe dovuto assomigliare al mio nome.
A quel punto racchiuse le dita attorno al mio polso e mi fermò, cercando di tornare a respirare regolarmente.
Sfilai lentamente le dita ed Ollie si alzò in piedi più veloce di quanto credessi; si avvicinò a me, ancora in ginocchio e sopraffatto da lei, e mi sorrise.
Io, però, con le sue parti intime ad un centimetro dalla faccia non potei non notare una goccia residua della sua eccitazione sospesa tra le gambe e non riuscii a trattenermi dal leccargliela via.
Lei rise e con una mano sulla guancia mi fece arretrare, poi si chinò a baciarmi.

Fire Meet Gasoline [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora