𝟎𝟐. 𝑺𝒉𝒖𝒕 𝒖𝒑 𝒂𝒏𝒅 𝒅𝒂𝒏𝒄𝒆 𝒘𝒊𝒕𝒉 𝒎𝒆

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Oh don't you dare look back
Just keep your eyes on me
I said you're holding back
She said shut up and dance with me
This woman is my destiny
~Walk the moon, Shut up and dance with me

Non sono psicologicamente pronta per affrontare la mia famiglia

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Non sono psicologicamente pronta per affrontare la mia famiglia.

Quando sono arrivata, era ormai notte fonda e tutti stavano dormendo, mentre la mattina dopo, io ed Aidan siamo usciti di casa prima che tutti gli altri scendessero per la colazione.

Grazie al cielo a pranzo non c'era nessuno: i miei erano a lavoro, le mie sorella a scuola e Aidan in giro da qualche parte, così ho mangiato qualcosina chiusa in stanza. Ho visto solamente Aidan da quando sono tornata.

Non essendoci compiti, ho letto un po' e poi ho dormito tutto il pomeriggio per cercare di ristabilizzare il mio sonno dopo il jet lag. Ho saltato la cena (e anche il ritrovo di famiglia, ma questi sono dettagli) e non ho salutato nessuno.

Mi sveglio direttamente la mattina dopo con il suono della sveglia del telefono. Borbotto inutilmente qualcosa, spegnendola e decido di alzarmi. Vado in bagno a farmi una lavata veloce. Tornata in camera do un occhio alla mia cabina armadio (mia si fa per dire, visto che ci sono vestiti scelti completamente da mia madre) dove, al centro dello spazio quadrato, appoggiato su uno sgabello, c'è il maglione di Jackson.

Sorrido al ricordo di ieri. Prendo una nuova camicia, visto che l'altra è finita chissà dove, e indossata la divisa, afferro il maglione di Jackson. Durante la notte si è asciugato ma fortunatamente gli è rimasto impresso il suo profumo di colonia. Affondo appena il naso e poi, arrossendo al pensiero di quello che è successo ieri, decido di nasconderlo in fondo ad un cassetto insieme alle mie magliette.

Prendo un respiro profondo.

Adesso è il momento del ritrovo di famiglia.

Percorro con lentezza il corridoio e faccio scivolare con estrema calma la mano lungo la ringhiera di marmo della grande scalinata all'ingresso. Inizio a sentire delle leggere risate già dagli ultimi gradini.

«Non lo voglio, Aidan!» strilla quella che riconosco come Alyssa.

L'ultima volta che ho visto la mia famiglia è stato circa un anno e mezzo fa, durante le vacanza di Natale. Abbiamo continuato a sentirci tramite videochiamate per tutto il tempo ma ci sentivamo più o meno una volta a settimana, visto che con il fuso orario era difficile trovare un orario che andasse bene per tutti; nell'ultimo periodo infatti le chiamate erano notevolmente diminuite.

L'unico che faceva di tutto per sentirmi era Aidan che stava sveglio a notte fonda pur di stare in chiamata con me.

Mi appoggio allo stipite della porta della cucina e incrocio le braccia al petto, sorridendo per quella scena.

𝐂𝐇𝐀𝐍𝐆𝐄𝐎𝐕𝐄𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora