𝟎𝟖. 𝑴𝒂𝒌𝒆𝒔 𝒊𝒕 𝒆𝒂𝒔𝒚 𝒕𝒐 𝒕𝒓𝒖𝒔𝒕 𝒚𝒐𝒖

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Those innocent eyes

That smile on your face
Makes it easy to trust you
~Miguel, Girl with the Tattoo

A volte mi chiedo chi sarò da grande

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A volte mi chiedo chi sarò da grande.

Mi chiedo che percorso di laurea sceglierò dopo la scuola, mi chiedo se avrò ancora i capelli castani o se me li sarò tinti, tagliati, ma soprattutto mi chiedo chi sarò.

E mi chiedo cosa sarò in grado di insegnare ai miei figli, se mai deciderò di avere dei figli.

Mi ricordo che l'ultimo tema che ho fatto in collegio si intitolava: "Chi voglio essere tra cinque anni?"

Ho scritto un mucchio di cazzate che sapevo che sicuramente sarebbero piaciute ai miei insegnanti (alis i miei genitori, che venivano informati regolarmente su tutti i miei progressi).

Ma quella domanda continua a tormentarmi da quel giorno.

Il futuro mi spaventa.

Parecchio pure, se devo essere sincera.

Ogni volta penso e ripenso, decine di volte al giorno, a tutte le cose che ho detto e sbagliato, pensando alle conseguenze che le mie parole posso aver avuto sugli altri.

Però ci sono quei momenti in cui ti dimentichi di pensare completamente.

Ed essere tra le braccia di Jackson è uno di questi momenti.

Sento il suo cuore battere regolarmente sotto l'orecchio e insieme al suo petto che si alza e abbassa, è una delle cose più rilassanti che abbia mai ascoltato.

Mi passa una mano tra i capelli e io ho decisamente perso la cognizione del tempo.

Ma nonostante tutta questa calma e la testa sgombra da ogni brutto pensiero, ho ancora un peso del petto.

Lancio un'occhiata alla TV dove campeggia sullo schermo nero l'orario. Sono le 15:07 e forse è arrivato il momento di chiarire questa strana situazione. 

Sospiro appena e sollevo il busto per guardare Jackson in volto, rimanendo sempre abbracciata a lui. Ha gli occhi chiusi, i capelli biondi scompigliati per colpa mia e l'espressione completamente rilassata.

È di una bellezza pura e disarmante, come se fosse stato disegnato e scolpito dagli angeli.

Una sua mano è tra i miei capelli mentre l'altra è stretta sul mio fianco, lasciandomi delicate carezze con il pollice.

Sorrido guardandolo. «Forse è arrivato il momento di parlare».

Mugola qualcosa, continuando a tenere gli occhi chiusi e l'espressione rilassata.

«Guarda che non possiamo stare qui tutto il giorno» mormoro, osservandolo. Poso una mano sulla sua guancia, accarezzandola. «Anche se vorrei».

Apre finalmente gli occhi e sono davvero poche le cose più belle delle sue iridi in questo momento.

𝐂𝐇𝐀𝐍𝐆𝐄𝐎𝐕𝐄𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora