𝟏𝟕. 𝑺𝒐 𝒉𝒐𝒘 𝒅𝒐 𝑰 𝒔𝒂𝒚 𝒈𝒐𝒐𝒅𝒃𝒚𝒆?

3.7K 137 56
                                    


So how do I say goodbye
To someone who's been with me
for my whole damn life?
You gave me my name
and the color of your eyes
I see your face when I look at mine
~How do I say goodbye?, Dean Lewis

16 ottobre 2012

La piccola bambina si annoiava.

Il vestito verde era scomodo, troppo lungo e troppo ingombrante e le ballerine, rigorosamente argentate, le facevano male.

Il pranzo dei Fondatori era finito da un pezzo e tra poco sarebbe dovuta andare a cambiarsi per la festa, ma Allison non voleva e continuava a nascondersi tra le sale. Sicuramente qualcuno mandato da sua madre la stava cercando mentre lei si occupava della sua sorellina di appena 3 anni.

Chissà dov’era Aidan, si chiese mentre entrava nella sala dove avevano mangiato. Il grosso tavolo rotondo era vuoto con intorno tutte le sedie. Era strano per lei vederla così vuota e silenziosa. Le sembrava enorme, adesso, con il grande tavolone al centro e tutte le parete dipinte.

Poteva finalmente guardare bene gli affreschi!

Era un dipinto che continuava su tutte e quattro le pareti: a destra era raffigurato il momento in cui i 5 Fondatori, raccolti intorno alla famosa Pietra Davilson, aveva deciso di fondare la città; davanti c’era la firma dell’Atto della Fondazione che continuava anche a sinistra con tutti i cittadini che assistevano; alle sue spalle, nella parete con la grande porta in legno era raffigurata la città vista in lontananza e parte del Lago Speculum.

Allison si fermò ad osservare tutti i dettagli. Non aveva mai avuto l’occasione di poterli guardare bene e anche se sapeva di avere i minuti contati prima di dover andare, preferì rimanere lì piuttosto che continuare la sua fuga.

Cercò di memorizzare più cose possibili. Le piaceva troppo quel affresco per dimenticarselo subito dopo essere uscita da lì.

Qualche minuto dopo, però, iniziò a sentire una voce che si faceva sempre più forte. Spaventata, la piccola Allison di 7 anni si nascose dietro il tavolo.

«Cole…» sospirò la voce. «Te l’ho già detto dieci volte: non posso lasciare questo posto del cavolo».

Allison sollevò appena il viso per cercare di riconoscere il nuovo arrivato. Era un ragazzino con splendenti capelli biondi e vestito con un completo elegante blu scuro.

Oh quello era un Wilson!

Lo riconobbe subito e sperò in tutti i modi di non essere vista. Lei non poteva stare con i Wilson. Doveva odiarli!

I suoi genitori, quelle poche volte che stavano a casa, glielo dicevano sempre e anche suo fratello Aidan odiava tanto il piccolo Jason Wilson che veniva in classe con loro.

Lei provava a odiarlo, ma quel bambino biondo sdentato la confondeva tanto e a lei non piaceva essere confusa.

Ora però aveva davanti il maggiore dei figli Wilson: Jackson.

Non era mai stata da sola con lui e non sapeva bene cosa fare; sapeva solo che lei non doveva essere lì.

«Si…lo facciamo dopo al Lancio delle Lanterne». Jackson continuava a parlare al telefono, avanzando per la sala. «Ho voglia di esplorare il lago alla ricerca di qualche bel posto… si hai ragione…».

Quando si avvicinò al tavolo, Allison trattenne il fiato ma Jackson si fermò lo stesso, corrugando le sopracciglia.

«Ci vediamo dopo, Cole» tagliò corto e infilò il telefono in tasca. «C’è qualcuno?» chiese a gran voce, guardandosi intorno, quasi con aria divertita.

𝐂𝐇𝐀𝐍𝐆𝐄𝐎𝐕𝐄𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora