If you go, I'll stay
Ciao, Allison
Ho pensato a lungo a come iniziare questa lettera ma ogni frase mi sembra inadatta o stupida.
Forse semplicemente non ci sono parole giuste per iniziarla.
Così, farò come ho sempre fatto per mettere in ordine i pensieri: partirò dal principio e cercherò di dire tutto quello che so.
Oggi - quando sto scrivendo la lettera - è il 17 ottobre e sono le 4 di notte passate. Tu sei stesa nel mio letto, nuda, e dormi serenamente. I tuoi lunghi capelli scuri sono sparsi sul materasso e indossi ancora tutti i tuoi gioielli. Forse dovrei toglierteli -immagino che siano abbastanza scomodi - ma non voglio rischiare di svegliarti; sembravi molto stanca prima.
Mi hai fatto passare la serata più bella della mia vita e te ne sono grato. Però devi scusarmi perché su quella collinetta ti ho rubato un desiderio e lo ho espresso: ho chiesto di poter passare con te il tempo che mi rimaneva.
E spero che sia davvero andata così.
Non so che giorno sarà quando leggerai questa lettera, ma molto probabilmente io sarò molto.
Spero che sia il più tardi possibile, ma non credo che mi resti ancora tanto tempo.
Per cui tra questi fogli voglio dirti tutto quello che non sono riuscito a darti a voce.
Da bambino in realtà ero molto diverso da come sono adesso. Sbagliavo sempre tutto e avevo difficoltà a leggere e a scrivere.
I miei genitori, fin da quando avevo 5 anni, mi hanno fatto fare delle lezioni aggiuntive finché a 10 anni non sapevo gli argomenti degli ultimi anni di liceo. Forse è questo il motivo per cui ho iniziato subito ad aiutare Jake a leggere a scrivere: non voglio che anche lui subisca tutto ciò.
Jason invece, anche se era un completo casinista, ha dimostrato subito una grande intelligenza.
All’inizio credevo che tutte queste lezioni fossero per le mie difficoltà ma poi ho capito che in realtà erano solo perché sarei stato l'erede del loro impero tecnologico e non potevano permettersi di avere un erede lento a comprendere.
Così, visto che era l'unica cosa in cui dovevo per forza eccellere, ho fatto dello studio la mia via di fuga dalla realtà.
Studiavo e basta durante quegli anni perché secondo i miei genitori era l’unico modo per rendermi il loro degno successore. Ma col passare degli anni ho iniziato a rifugiarmi tra i libri perché erano l’unica cosa che potevo controllare nella mia vita.
Avevo io il comando su ciò che leggevo e imparavo non i miei genitori con le loro scelte.
Durante il liceo mi hanno obbligato a giocare a football anche se non era mai stato tra i miei pieni. Ho scoperto però che mi piaceva e al quarto anno sono diventato capitano.
Perfino la scelta del corso di laurea è stata loro.
Avendo studiato gran parte degli argomenti durante gli anni del liceo, non è stato particolarmente difficile portare avanti due lauree, anche se nel profondo mi sarebbe piaciuto laurearmi in lettere classiche oppure in storia antica. Purtroppo ho potuto coltivare quelle passioni solo attraverso i libri.
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𝐂𝐇𝐀𝐍𝐆𝐄𝐎𝐕𝐄𝐑
Teen Fiction𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐢 𝐟𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐚𝐝𝐞 𝐚 𝐩𝐞𝐳𝐳𝐢? 𝐒𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐. _________________________ 𝚄𝚗𝚊 𝚕𝚎𝚐𝚐𝚎𝚗𝚍𝚊 𝚗𝚊𝚛𝚛𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚞𝚗𝚊 𝚜𝚎𝚛𝚊 𝚍𝚒 𝚜𝚎𝚝𝚝𝚎𝚖𝚋𝚛𝚎, 5 𝚏𝚊𝚖𝚒𝚐...