Cap 1

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Seoul, 2023


Jungkook


"Due ore.. due maledettissime ore della mia vita, ennesimamente perse.
Questa situazione sta diventando sempre più insostenibile." Borbottai.

Ero seduto al tavolino di un piano bar nel centro della città, nonostante fosse situato in una zona caotica, si presentava come un locale piuttosto intimo e riservato.
Per mia fortuna aggiungerei, una scenata pubblica in mezzo a chissà quante persone, non sarebbe stata proprio l'ideale, data l'imminente scelta del nuovo AD dell'azienda.
Ma Ann, la mia fidanzata - perché " ragazza impostami dalla mia famiglia per assicurarsi lo sviluppo dell'azienda anche all'estero" sarebbe troppo lungo - non sembrava intenzionata a calmarsi e lasciarmi finalmente respirare.

" JungKook! Ma mi ascolti?! Possibile che tutto quello che dico non riesci proprio ad assimilarlo?"

" Ann ti ho già detto innumerevoli volte che non sono un giocattolo nelle tue mani, è inutile che continui ad insistere, non ho intenzione di prestarmi come merce in una delle tue dannatissime feste"
come se non ne avessi abbastanza già del tempo che ero costretto a condividere con lei.

" Sempre il solito esagerato.. dovresti solo concederti per una cena, in più il ricavato andrà in beneficenza"
mi rispose con quella sua solita aria di sufficienza

" Certo, come se non fosse solo l'ennesima trovata per sentirti al centro dell'attenzione"
Mi lamentai alzando gli occhi al cielo.

Fu in quel momento che alle mie orecchie arrivò una voce soave.
Proprio come fosse il canto delle sirene, la mia mente venne totalmente invasa da quel suono che mai, nella mia vita, avevo avuto modo di poter anche solo paragonare a quella meraviglia.
Voltai di scatto il viso, cercando la fonte di tale splendore, trovandomi a posare gli occhi sul viso più bello ed etereo che avessi mai visto..
Il cantante, che intonava una canzone Jazz accompagnato da alcuni musicisti, si presentava come una vera e propria visione: alto all'incirca quanto me, folti capelli castani che ricadevano come una soffice nuvola sul suo incarnato color del miele, occhi felini così espressivi che ebbi la sensazione di potermi perdere al loro interno.
Non so cosa fu esattamente a esplodermi dentro, ma appena incrociai il suo sguardo, tutto ciò che mi circondava divenne ovattato, riuscendo a sentire solo lui e quella voce angelica che avrei desiderato ascoltare in eterno.
Nel momento in cui il brano terminò, restammo entrambi incastrati occhi negli occhi, annegando in quella profondità, fino a quando non sentii la mia spalla essere strattonata e la bolla in cui mi ero involontariamente rinchiuso, esplodere, ritrovando Ann intenta a richiamare insistentemente la mia attenzione.
Non avevo la minima idea di quello che avesse detto negli ultimi minuti ed onestamente neanche mi interessava.
Mi voltai nuovamente verso il palco, trovandolo ormai vuoto e preso da un senso di agitazione incontrollabile, mi alzai di scatto dalla sedia recuperando la giacca e mentre già portavo un piede dietro l'altro mi rivolsi alla ragazza difronte a me

" Scusami Ann, ma io.. ecco.. devo andare, ci risentiamo in questi giorni, rimani e goditi il tuo drink o qualunque cosa tu abbia voglia di fare, ci vediamo"
corsi via, velocemente, dirigendomi nella zona posteriore alla sala ignorando i suoi lamenti e le frasi sconclusionate.

Cercai ovunque, anche nei bagni, ma di quel ragazzo non vi era neanche l'ombra, sembrava sparito nel nulla.
Avevo iniziato a cercarlo spinto dall'istinto, ma cosa avrei fatto se lo avessi davvero trovato? Cosa gli avrei detto? Non capivo cosa mi stesse succedendo, ma la sua immagine illuminata dalle soffuse luci del palco e la sua incredibile voce, mi avevano mandato totalmente in tilt.
Decisi di avviarmi verso l'uscita del locale e lì incrociai un ragazzo dagli strani capelli rosa, con in dosso quella che sembrava l'uniforme da cameriere.

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