La mattina dopo aspettavo il risveglio di Alexandra dato che io non avevo chiuso occhio.
Ero piuttosto tranquilla questa mattina così quando ci venne servito il cibo lo mangiai aiutando anche Alexandra a farlo. Dopo ciò arrivó Tom in camera che prese il piatto e lo scaraventró al muro facendoci saltare, dopo ci prese dai polsi stringenoli in modo eccessivo e ci trascinó in un'altro stanzino dove ci ordinó di metterci qualcosa di decente adosso.
C'erano svariati panni gettati, presi la prima maglia nera che vidi e la misi adosso, feci lo stesso con dei pantaloni sporchi e stracciati, ma meglio di niente dato che indossavo gli stessi vestiti da settimane.
Alexandra optó per una semplice maglia corta che a malapena copriva la pancia e sotto rimase i panni di prima aggiungendo delle calze anche esse stracciate.
<<Vi date una mossa?>>
urló da fuori alla porta e noi uscimmo, ci osservó attentamente ma decisi di non darci peso anche perché adesso ci stava nuovamente trascinando fuori da quel posto.
<<Ora vi porto con me, annuite e non dite nulla, chiaro?>>
disse sbattendo un pugno al muro, guardavo le sue mani distrutte e cercai di avvicinarmi a esso ma i risultati non erano positivi.
Mi prese per i capelli non appena provai a sfiorare la sua mano e mi urló contro, Alexandra guardava in basso mentre io piangevo.
<<Volevo solo aiutarti>>
dissi e lui mi lasció ordinandoci di seguirlo, così fecimo.-
Ci trovavamo all'esterno ed eravamo di fronte ad un palazzo, era curato e meraviglioso, quasi mi emozionai a quella vista.
Procedemmo nell'entrare in quel posto ed entrammo in uno studio dove ci aspettava un uomo di mezz'età.
Era molto elegante e paffuto, aveva una barba abbastanza lunga ricadente sul grigio.
Sul suo viso si potevano vedere delle rughe poco marcate.
<<Salve signor Kaulitz>>
disse e da lì in poi non lo riconobbi più.
<<Salve John, loro sono le ragazze di cui le ho parlato>>
disse e noi annuimmo senza sapere di cosa si trattasse.
<<Seguitemi ragazze>>
disse e Tom ci fece cenno si seguirlo, ora eravamo solo noi e l'uomo, io e Alexandra ci lanciammo un veloce sguardo per poi avvisare l'uomo, che si dovrebbe chiamare Jhon, di avere il bisogno di andare la bagno.
Lui ci aspettó e noi uscimmo dalla porta del retro, con poche forze iniziammo a correre senza meta tenendoci per mano.
Tutto sembrava finito, un sorriso spuntó sul volto di entrambi e assieme ad esso una lacrima di liberazione.-
1 anno dopo, psichiatria
<<Mi dispiace signora, non possiamo salvare sua figlia>>
sentì dallo studio del dottore con cui si trovava mia mamma, era da ore che mi trovavo rannicchiata sulla sedia con le mani al viso.
Successivamente mia madre uscì dalla stanza e mi prese per mano portandomi verso l'uscita, sembrava furiosa ed io ebbi paura di vederla in quello stato.
<<Le visite dal dottore non continueranno>>
disse mentre salivamo in auto, la guardai sollevata per questa notizia, facevo spendere soldi da mesi a mia madre inutilmente dato che per me era troppo difficile esprimermi con una persona esterna a me stessa, mia madre mi guardó accarezzandomi il viso facendo un sorriso sforzato
<<hai degli occhi così belli>> disse incominciando a descrivere i miei occhi color mare, poi si rimise alla guida.
Arrivammo velocemente a casa e io salì sopra per continuare il mio diario che scrivevo ogni giorno. Ciò mi aiutava a sfogarmi, era l'unico consiglio che seguì del dottore ed ammetto che mi fu di aiuto.
Lo nascondevo dietro la tenda rosa della mia camera di infanzia e ogni volta che ne avevo bisogno lo prendevo incominciando a sfogliare tutte le pagine per trovare quella pulita.End? 06/11/11
Ho concluso la mia terapia, il dottore sembra aver rifiutato di curarmi, questo non mi porta dispiacere perché la clinica non mi ha mai aiutato, per quanto ci volessi provare non ci sono riuscita e ancora ad oggi non dimentico il mio primo incontro con Tom.
Ci sono persone indimenticabili e nessuna cura.
Questo mi liberó la mente ma quando sentì i passi di mia madre venire verso la mia stanza posai il diario e mi misi sul letto con le gambe incrociate.
Bussó, non era una cosa tipica si mia madre quindi mi avvicinai verso la porta e come mi aspettavo, c'era una ragazza.
Mi si gettó adosso, lei era la mia migliore amica di un tempo, non riuscivo più a definirla tale ormai dato il fatto che mi lasció nelle mani di Tom proprio lei.
In realtà si potrebbe dire che lo fece incolpevolmente dato che non conosceva il viso di Tom, fu solo attirata dalla sua attenzione.
La scostai un po' da me e mi disse che aveva una persona da presentarmi, confusa gli feci un cenno con la testa ed entró un ragazzo alto, possedeva dei capelli neri portati all'indietro ed
un pearcing al sopracciglio.
Il suo stile era molto particolare ma non mi stupì nel vedere che a Shally, appunto la mia migliore amica, piacessero tipi del genere.
<<Lui è il mio ragazzo>>
disse ed io sorrisi, ammetto che ero contenta ma gelosa di lei e li portai in salotto prendendo un paio di birre che si trovavano in frigo.
Iniziammo a trovarci bene io e il ragazzo di nome Bill, era gentile e sembrava un animo buono, mi fece piacere la loro visita e ci scambiammo persino i contatti.
La sera tardi ci salutammo e poi io li accompagnai alla porta, salendo successivamente in camera mia per poi addormentarmi.Spazio autrice
È davvero tutto finito?
Ringrazio chi ha letto la prima parte e chi leggerà anche la seconda, un bacio💋
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You scare me - Tom kaulitz
Romantik⚠️questa storia contiene contenuti inappropriati: stupro, violenze, autolesionismo⚠️ Si tratta di un amore malato, incapibile e violento. Esso è una rosa, ma io ignoro le sue spine.