12 - chance

1.4K 73 3
                                    

Qualche giorno dopo, come promesso, andai da mia madre.
Chiesi aiuto a Bill visto che apparentemente era lui che mi aveva aiutato quando me ne andai via dalla mia casa d'infanzia.
Mi accompagnó con una faccia preoccupata dato che, anche se non gli ho mai detto nulla di persona, si deduceva che qualcosa non andava bene con lei.
Quando mi trovai fuori alla porta tentennai un po' e feci un grande sospiro prima di bussare.
Mi aspettavo di avere davanti mia madre, donna magra e di bassa statura,
invece mi trovai un uomo, calvo e con qualche tatuaggio sparso qui e li.
<<Tu sei? >>
disse con tono superiore, lo guardai e alzando gli occhi al cielo lo scostai entrando.
Non vidi mia madre quindi incominciai a cercarla qui e li per casa senza risultati.
<<Si può sapere cosa cerchi ragazzina? >>
disse l'uomo, sta volta mi girai
<<Mia madre, è una donna di bassa statura con capelli corti>>.
L'uomo mi guardó stranito per poi dire
<<La vecchia proprietaria? Ci ha venduto la casa qualche mese fa>>
sgranai gli occhi e salutai l'uomo scusandomi per il fastidio, poi entrai in macchina con Bill.
<<Allora? >>
chiese
<<Mia madre non abita più qui>>
affermai con un nodo alla gola.
Avevo sbagliato a bloccarla, ora non sapevo dove fosse andata, anche se la mia parte orgogliosa prendeva sempre il sopravvento, era stata la prima a sbagliare.

-

Mi feci accompagnare a casa da Bill e lo salutai con la mano perché lui sarebbe tornato più tardi.
In casa c'era solo Tom e quindi dato la mia noia mischiata alla preoccupazione andai in camera sua.
<<Tom posso? >>
chiesi, lui disse di sì ed entrai sedendomi accanto a lui.
<<Quindi, cosa fai? >>
cercai di iniziare una discursione, c'era un aria abbastanza imbarazzante.
<<Più tosto perché sei qui? >>
<<In realtà non avrei varcato questa porta se solo non avrei saputo che mia madre non abita più a casa mia, ah e che ero presa dalla noia>>
dissi facendo spallucce.
<<E ora dove andrai? >>
mi guardó con sguardo sorpreso
<<A meno che non sarò costretta a vivere sotto ad un ponte, rimarró qui Tom>>.
Lui rise e spense la sigaretta
<<dovrò sopportarti per sempre? >>
<<sopportarmi? sarò io che sopporto te>>
lo guardai offesa.
Inizió una lotta di schiaffi e spintoni, correvamo per tutta casa fin quando non mi trovai distesa a terra nel corridoio con lui che era sopra di me mentre con una mano mi manteneva i polsi e con l'altra mi dava degli schiaffi in faccia.
<<Stronzo! >>
urlai ed esausta mi misi a ridere, lui mi lasció i polsi e si mise ad osservare i miei lineamenti.
Ci guardammo per svariato tempo e presto sentimmo i nostri respiri affannarsi l'uno accanto all'altro.
<<Ops, scusate>>
sentimmo il cigolio della porta, era Gustav.
<<Cazzo mi ero dimenticato!>>
sbraiató tom mentre si toglieva da me, io mi alzai imbarazzata e corsi a salutarli per rompere il ghiaccio.

-

<<Bene, domani quindi che si fa? >>
chiese Georg scocciato, ci trovavamo tutti a tavola per la cena.
<<Cinema? >>
propose uno
<<Disco? >>
Popose l'altro
<<Biretta e tv? >>
classica proposta da Gustav.
Dopo l'ennesima proposta rifiutata decisi di parlare io
<<e se in vece andassimo in spiaggia? >>
dissi incuriosita, tutti accettarono senza esitare.
In realtà c'era solo il fatto che Bill, anche se era stato rimesso dall'ospedale, aveva ancora un po' di difficoltà, come si dimostrava infatti camminava solo in macchina.

-

La sera decidemmo di andare presto a dormire dato che domani saremmo dovuti svegliarci prima del previsto.
Io esclusa, non riuscivo molto a dormire dato che avevo l'enorme bisogno di sapere che fine avesse fatto mia madre, se stava bene.
Presi il telefono e andai nelle chat bloccate, sbloccandola.
Presi coraggio e dopo mesi scrissi un messaggio.

"Ciao mamma, so che forse non dovrei scriverti dopo tutto quello che è successo per causa nostra, però quando sono andata a casa e ho saputo che non ti apparteneva più ho sentito il bisogno di sapere dove sei e se stai bene"

Gettai il telefono sul comodino aspettando una risposta.
Per non mettere fretta presi un libro, ma dopo neanche cinque secondi arrivó la risposta.

"Ciao tesoro, non dare peso al passato, mi sei mancata tanto ma ti perdono, la colpa è stata anche mia.
Dunque ho risolto i problemi con la legge, ora sto bene e mi sono trasferita a Milano!
Avrei tanto voluto dirtelo prima ma non ne avevo modo, un bacio dalla tua mamma"

Quando lessi il messaggio rimasi scossa, era andata a Milano?
Avevo il dubbio di non vederla più e ciò mi preoccupava, dopo la perdita di un padre non vorrei fare la stessa fine con mia madre..

Spazio autrice

⚠️Ieri non ci sono stata e quindi non ho avuto modo di pubblicare, scusate⚠️

You scare me - Tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora