La casa del cuore è uno spazio indefinito.
Centimetri di vuoto in cui abbandonare i propri malesseri.
Sono un vagabondo senza meta?
O un tenace fuggitivo?
Mi piace passeggiare lungo un sentiero costernato di ciliegi. Le foglie rosa infondono tenerezza al mio spirito, e pensare si fa meno pesante del solito. A volte necessito di dividermi dai contesti più intensi. Il piacere a lungo può stroppiare, e i buchi che lascia, gli abissi indefinibili, richiamano l'aiuto di lontane sensazioni da tempo abbandonate all'oblio della memoria. La strega si aggiunge a me di tanto in tanto, portandosi appresso una cornacchia dal becco lucido. Le sue piume non sono scure, anzi ricalcano dei motivi floreali simili alla strada dove ci infiliamo. La cornacchia bianca e la strega nera, il duo bizzarro caratterizzato da un grande carisma vivente. Durante le nostre chiacchierate mi sento costantemente schiacciato, come se sapessi inconsciamente dell'immagine che nutrono di me, dei pensieri e dei giudizi, delle critiche. Io le critiche non riesco a sostenerle, le parole mi spaventano proprio perché ne conosco il peso e gli orrori che trascinano con esse. Un groviglio di insicurezze stenta a definirsi, per il timore si preferisce evitare lo scontro con la realtà, avanzando supposizioni su sé stessi soltanto per appacificare l'armatura grezza con cui ci ricopriamo. Accetto come mi comporto? Conosco i miei valori e le mie debolezze? Queste domande insorgono con la luna e tramontano con il sole. Certi mesi vedo allo specchio una persona differente, e nel grande carnevale urbano cambio maschere in continuazione. Sono dubbioso riguardo alla malleabilità del mio carattere. So essere vulnerabile e insensibile allo stesso tempo, riesco ad ingrandire l'ego per mordere tutto il mondo e poi mi spavento se questo contrattacca. La strega lo sa bene. Si burla della mia instabilità come se fosse la propria, e la cornacchia la segue con una freddezza ed un cinismo senza eguali. Sono dell'idea che una vita spenta e noiosa richieda entusiasmo da quella degli altri; compagnie placide e persone mancanti di sprint motivazionali, portano noi piccole creature a soffermarci sulle avventure di differenti protagonisti. Ma d'altronde siamo portatori di ogni cosa, ogni sentimento. Qualunque uomo o donna che sia, è capace di rendersi partecipe di qualsiasi emozione. E forse proprio perché sappiamo cosa si prova, o pensa, in un determinato momento, ci sentiamo legittimati a descriverne le dinamiche più profonde. La realtà è che io sono diverso, mi sento lontano anche dal più vicino dei miei amici, sebbene essi siano idealizzazioni sostenute dal principio che ricerco in ogni spirito viandante. La strega mi tratta come un narcisista da compatire. Alterna la pena e la compassione, e disgustata dalla mia facciata pessimista e lagnosa, prova a spronare una reazione nei miei ingranaggi. La cornacchia è, invece, distaccata. Le misure si stabiliscono al millimetro, dunque un passo di troppo significherebbe un coinvolgimento esagerato. Guardiamo gli avvenimenti esterni come se fossimo piazzati davanti ad una vetrina illuminata. E fuori da quella vetrina piove sempre, i capelli si bagnano, i vestiti si infradiciano e la vita appare monotona e ordinaria. Ma se fossi io la vetrina? Essere guardato, analizzato o approfondito mi fa sentire più speciale? Ricerco i complimenti? Ho paura di trovare una risposta. Svelare questi misteri mi obbligherebbe a fare i conti con me stesso, e dopo tutte le scelte a cui mi sono affidato, sarebbe terribile scoprire di essere nel posto più sbagliato per me.

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RICCIOLO
Cerita PendekL'amore per Ricciolo è una creatura in continua evoluzione. Io ne sono il proprietario, seppur suo schiavo e testimone. Vivo secondo i suoi principi, credendo di poter decidere per lui. A Ricciolo dono la mia introspezione, per rimuovere il ricordo...