Capitolo 22

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Quando crollano i pianeti,

Io mi siedo a guardare.

Accanto a me si posò con la schiena un ragazzino. Aveva una chioma castana scompigliata e la faccia furba di chi sa che cosa vuole.

"Il tuo racconto suona bene", mi disse sogghignando, "Ma io voglio più chiarezza".

"Chiedi, allora".

E così incominciò a fare domande, ordinandomi di verticalizzare la trama per le orecchie più difficili.

"È semplice", affermai. "Ho amato una donna, poi ho creduto di amarne altre. Infine, ho smesso di farlo".

"E non è immensamente triste?".

"Lo sarebbe, se non fosse che mi sento sollevato. Perché ciò vuol dire che ancora non so cos'è l'amore".

"L'amore sei tu", ribatté il ragazzino. "L'amore sei tu che ti riflettevi negli occhi degli altri. L'amore eri tu quando ti struggevi per l'indifferenza di Ricciolo. Eri tu anche nella pelle del demone. Eri sempre amore quando parlavi con l'astronauta, quando discorsavi con le tue emozioni nascosto dal mondo. Il tuo reame è il cuore, e tu sei il re scomparso. Questo caos è la conseguenza della tua fuga".

"E perché sarei fuggito?".

Il ragazzino si stiracchiò e poi distese le proprie piccole ali. Emanava forti vibrazioni rilassanti, sentori consapevoli di quello che giace nelle ombre.

"Sei amore, si. Ma amore è ovunque. I cuori richiamano altri cuori, e tutti vogliono arrivare dove gli occhi non possono guardare. Ora vai, il viaggio non è concluso".

Al cancello del cimitero una figura si allontanava. Aveva lasciato dei fiori ad una tomba, sussurrato qualche frase, e poi pregato per pochi istanti. Il cappello e il colore del manto richiamavano una presenza familiare. Mi allontanai dal ragazzo, scambiando un cenno d'intesa con lui.

'I cuori richiamano altri cuori', ripensai. Il tempo che avevo abbandonato nella forma delle mie impronte assumeva un significato più vasto, l'idea suggerita dal fanciullo chiacchierone. Nel tedioso cammino della comprensione, con ingenua e velata rassegnazione, avevo sorretto le mie gambe per inerzia. In quel momento, salutando la tomba del mio passato, un nuovo futuro si presentava con fare affascinante. I pensieri sbocciavano come fiori, le idee sfrecciavano sulle strade della città, e anche i sentimenti, prima ingabbiati nella singolarità delle loro espressioni, potevano plasmarsi in prospettive ed orizzonti nuovi. 

RICCIOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora