Quando il cielo si apre, discende l'infinito.
Ma i piedi rimangono incollati.
Ci spaventa la libertà.
Ero tornato. Due anni dopo il mio addio, la casa che avevo abbandonato puzzava di vecchio. Quell'odore si cosparse nei vestiti, a prova del fatto che di me rimaneva solo una flebile memoria nell'oblio. Camminai per la mia città, osservando le nuove strutture, i nuovi negozi. Il vicinato si era riempito, le facce si erano moltiplicate, e io mi sentivo un turista disperso tra le meraviglie inattese. Poi l'occhio cadde in un cimitero, dove una tomba in granito risaltava per la sua manifattura. Le iscrizioni riportavano il nome del demone, ma la bara era semiaperta, e in un fulgido momento di realizzazione, sorrisi guardando il cielo. Le nuvole si aggomitolavano, le loro chiare consistenze si mischiavano dando forma ad un passaggio circolare. Forse un angelo era nato, ma abbandonando il male dimentichiamo i nostri peccati, dimostrandoci che, nonostante a chiunque sia donata un'altra occasione, portiamo sempre qualcosa di marcio appresso a noi, perché si cambia il corpo, ma l'anima resta intoccata. Fui invidioso delle ali che avevo sognato, perché l'azzurro sopra di me sembrava un posto fatto per tutti, ma non adatto a chi incapace di guardarlo. Io, d'altro canto, ne ero un forte osservatore, e sapevo che quello strato blu era il semplice baricentro dell'essere. Uomini passano la propria intera vita per trovare un equilibrio; c'è chi lo affida ai soldi, chi alla famiglia, e tutti pensano all'amore. Io sono uno degli ultimi, ma so che l'amore è la porta dell'equilibrio. Per ogni demone, ogni astronauta o cornacchia che sia, esiste una frazione di cuore che si stacca dall'insieme. La bocca vuole il sangue, gli occhi desiderano guardare il cosmo. A tutto corrisponde un impulso, un sogno che rivela cosa siamo e perché lo siamo diventati. Mi accascio infine su un muretto e rifletto sull'inizio: vedo la pioggia e il volto di Ricciolo. D'un tratto l'immagine si fa vivida, gli odori divengono fumi e le parole risuonano come un concerto.
"Ti amo".
Eppure, trovo sia uno spreco amare per dovere. Quale ruolo? Quale responsabilità? Il cuore vola sopra le menti degli intellettuali, e il suo nido è lontano dalle poesie più ricercate.
"Non ti amo, Ricciolo. Ma ho dovuto raggiungere lo spazio per comprenderlo".

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RICCIOLO
Short StoryL'amore per Ricciolo è una creatura in continua evoluzione. Io ne sono il proprietario, seppur suo schiavo e testimone. Vivo secondo i suoi principi, credendo di poter decidere per lui. A Ricciolo dono la mia introspezione, per rimuovere il ricordo...