11 awakening

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cazzo.
pensavo di dimenticare quel giorno di luglio dormendo? si.
ora avanti, ditemi che sono un'illusa di merda.

dio, il telefono non smetteva di squillare e stavo impazzendo.

la sveglia segnava le 7.34 di mattina.

mi stropicciai gli occhi e presi in mano il cellulare.

incoming call from "mamma 😬"

risposi, pronta a subirmi la cazziata.

«hailee, siete rimaste sullo yatch ieri?» mi chiese.

«yatch? ooh si, si sullo yatch con kiara. si sono rimasta lì, scusa se non ti ho avvisato»

«non importa» fece una pausa «raggiungimi all'ospedale, papà è sveglio»

un colpo al cuore.
mi tirai a sedere sul letto in meno di un secondo e cercai le scarpe in fretta e in furia.

dovetti tenermi al mobile della stanza per qualche secondo, vedevo tutto a macchie nere, un po' per lo shock e un po' per la pressione bassa che mi perseguita tutto l'anno.

uscii dalla camera e trovai john b e jj distesi sul divano a dormire, così mi avvicinai per provare a svegliarli.
feci per picchiettare con il dito la spalla di jj ma cambiai direzione su quella di john.
lo feci per sei/sette volte, niente.

«john!! john b!» strillai sempre a bassa voce.

mi guardai attorno e presi un cuscino, quindi lo lanciai addosso ai due, che saltarono in aria dallo spavento. dovetti trattenermi dal ridere.

«sto uscendo, papà è sveglio» inizialmente non capii, poi però si rese conto di ciò che avevo detto.

spostai lo sguardo su jj che già aveva gli occhi su di me.
lui era stato l'unico in quella settimana tremenda.

«ti accompagno» john b e jj lo dissero insieme.

li ringraziai un pochino imbarazzata, così uscii immediatamente dalla casa di legno per poi buttarmi nel twinkie.

mi raggiunsero poco dopo i due ragazzi che presero posto nei sedili anteriori e partimmo alla svelta.

arrivammo in men che non si dica all'ospedale di kildare e mi precipitai alla reception.

«scusi?» chiamai la receptionist, praticamente invano «scusi, signorina?»

finalmente si girò.

«in quale camera è Jonathan Jones?» chiesi; Kelly - così era segnato nella targhetta - annuì e cercò il nome di mio padre sul computer davanti a lei.

«Jones.. camera 244 al secondo piano, primo corridoio, conviene prendere le scale» mi riferì, con una nota di gentilezza nel suo tono «lei è sua figlia? possono entrare solo i parenti fino al primo grado»

annuii e la ringraziai, poi mi girai verso i due ragazzi.

«grazie ancora ragazzi, potete andare» li salutai.

𝐀𝐒 𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐔𝐍, 𝖩𝖩 𝖬𝖺𝗒𝖻𝖺𝗇𝗄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora