13 Reconcilation

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«pensi di salire o vuoi rimanere seduta là tutto il giorno?» una voce familiare mi risuonò nelle orecchie.

tolsi le cuffiette che mi ero ritrovata in tasca e alzai lo sguardo, trovando il twinkie davanti a me -per poco non mi prese i piedi- .

vidi john b al volante e il biondino che sporgeva la testa verso avanti per farsi vedere.

feci un sorrisino e mi alzai. aprii lo sportello e trovai anche kiara e pope dentro il furgoncino.
mi infilai accanto a loro e mi tolsi il cappuccio.

«hey hail, come stai?» mi chiese pope, allungando una mano sulla mia spalla.

«ahm, bene» mentii spudoratamente.

pope mi squadrò, ma non disse niente.
solo tolse la mano dalla mia spalla e la infilò nella tasca, estrasse il telefono e digitò qualcosa sullo schermo.

stava per dire qualcosa quando john b, dopo qualche minuto di silenzio, lo interruppe:

«okay, siamo arrivati a casa ragazzi» disse aprendo lo sportello.

io e i ragazzi dietro aprimmo lo sportello e scendemmo, dirigendoci verso l'interno della casa.

mi buttai sul divano e mi feci anche male, facendo una smorfia di dolore.
tutti i ragazzi avevano preso posto, jj proprio accanto a me. le nostre gambe si toccavano, sussultai a quel contatto ma lui non sembrò accorgersene.

«io.. io devo vedermi con sarah, comunque» borbottò jb grattandosi la testa.

io e kie lo guardammo male ma non dissimo nulla.

«ci si vede per cena» alzò la mano per salutarci «hail ceni qui?» mi chiese.

«in realtà non lo so, credo di rimanere a casa per chiarire con mamma» spiegai le mie intenzioni per la sera.

lui annuì e uscì dalla porta.

così ci guardammo tutti e quattro un po' imbarazzati.
fui la prima a parlare.

«bene, ehm, prenderò un po' d'aria fuori, sapete, sono un po' fusa» dissi. mi alzai dal divano e uscii in veranda, sedendomi sui gradini.

sentii dei mormorii dall'interno ma non ci diedi tanto peso.

mi soffermai un attimo a osservare ciò che mi circondava e quanto fosse diverso da dove abitavo io.
come ho spiegato, noi non abitavamo a figure eight da veri kooks, ma non eravamo nemmeno al centro del cut; eravamo un po' in mezzo.
però più andavi verso figure eight, più vedevi cose come l'erba tagliata ai lati del marciapiede, strade senza buche, qualche volta delle strisce pedonali, cestini e semafori.

tutto per attirare i turisti, che guarda caso prendevano la casa a figure e venivano a surfare al cut.

qua allo chateau era diverso: l'erba era altissima -jj aveva provato a tagliarla qualche volta, ma il manico del tosaerba gli è rimasto in mano-, la nostra barca arenata davanti casa piena di foglie, che di certo non era una vista accogliente.

sempre che il messaggio che vuoi trasmettere non sia "non voglio che nemmeno la barca senta freddo perciò la ricopro di rami e foglie"

inoltre lo chateau non era un granché, una catapecchia di legno a dirla tutta, e si affacciava sul canale, che non è sicuramente come il mar dei caraibi alle bahamas.
si, vorrei andare a nassau un giorno.
con il sole, la spiaggia, i ragazzi a petto nudo, il mare...

𝐀𝐒 𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐔𝐍, 𝖩𝖩 𝖬𝖺𝗒𝖻𝖺𝗇𝗄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora