18 Beach damage

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qualche ora dopo ci trovavamo sulla spiaggia a preparare le cose per la festa.
o meglio, jj e john b stavano preparando le cose per la festa;
avevamo portato il fusto per la birra e kie dei bicchieri di plastica, a sua malinconia.

iniziava ad esserci un po' di gente, e si stava iniziando a formare quello che noi delle outer banks chiamiamo "boneyard"; possiamo definirlo come una specie di burrito a tre strati.
ci sono i pogues, del cut, come noi.
siamo i derelitti della classe operaia, i più simpatici se devo esprimere la mia opinione.
poi vengono i kooks, sui quale preferirei non esprimermi.
sono i ricconi dell'isola, figli di papà.
gli inglesi direbbero "born with a silver spoon in their mouth".
insomma, hanno almeno due case e si credono superiori a tutti e tutto.

infine ci sono i turisti, o come li definisce jj, turidioti. tra di loro ho conosciuto alcune delle persone più stupide che abbia mai incontrato.
perfette esche per ragazzi come jj.
non sanno come funzionano le cose al cut, ma fingono di saperlo.
in genere non rimangono per più di due mesi.

jj e john b stavano distribuendo la birra, pope parlava con una ragazza di qualcosa di molto macabro, sicuramente.
povero, non sapeva farci per niente con le ragazze.

«è proprio imbranato» disse kie, apparendo alle mie spalle.

sobbalzai dallo spavento.

«già» sorrisi leggermente mentre lo guardavo. meritava il mondo, quel ragazzo «ma invece c'è qualcuno che mi deve dire qualcosa, o sbaglio?» spostai lo sguardo sulla mia amica, che aveva capito benissimo a cosa mi riferivo.

«no, hail, no» affermò fermamente.
«anch'io dico di no, ma jj è fermamente convinto che-» provai a dire, ma fui interrotta subito.
«perchè dici di no?» mi chiese confusa.
«cosa? anche tu dici di no» risposi con lo stesso tono.
«si, ma perché tu non credi che mi possa piacere?» andò avanti, con un tono d'accusa, quasi.
«insomma, siete molto diversi, lui è un completo idiota rispetto a te» spiegai.

lei non sembrò convinta, ma non capii a pieno il perché di questa domanda.

«è vero, ma magari-» questa volta fui io a interromperla.

«aspetta.. ti piace veramente?» lei non rispose.
spalancai la bocca e mi misi una mano sopra di essa.

a kiara piaceva veramente john?
ero sconvolta.

«kiara, ti piace veramente john b?» le richiesi, questa volta più seria.

«forse. non lo so hailee. sono confusa, non ti posso dare una risposta se prima non lo so io» rispose agitandosi.
«ma.. c'è la regola» forse non avrei dovuto dirlo proprio io..
«tu che parli di regola? per favore» rise nervosamente.
«ok kiara, non pensiamoci più.» affermai, spostando lo sguardo da un'altra parte.

lei mi prese la mano e mi trascinò a prendere due bicchieri di birra.
me ne porse uno e incrociò il suo braccio con il mio.
si avvicinò a me e lo portò alla bocca, così feci lo stesso.

appena lo finì lo butto a terra e scosse la testa. sembrava bella brilla e aveva bevuto solo un bicchiere.

kie, che cosa hai?

«be', se non mi può piacere john b, che ne pensi di quel rosso là?» disse indicando un ragazzo della nostra età con i capelli rossi.

la guardai sconcertata, senza dire niente.

«ci si vede hail» disse poi, allontanandosi da me per cominciare a parlare con il ragazzo.

mi girai verso i miei due amici, jj e john b, che avevano assistito alla scena.
anche loro sembravano un po' straniti, ma fortunatamente non avevano sentito la nostra conversazione.

𝐀𝐒 𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐔𝐍, 𝖩𝖩 𝖬𝖺𝗒𝖻𝖺𝗇𝗄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora