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«Mi raccomando, riposati

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«Mi raccomando, riposati.» continua così a dirmi, andandosene via, una volta che ha insistito tanto nel voler camminare verso casa, per non farmi guidare da solo verso casa a causa della stanchezza.

Aspetto qualche decina di minuti, facendo capolino per vedere che non è più visibile da casa mia, così sgattaiolo via verso il luogo dell'incontro con Mingi.

Mi getto in macchina e mi precipito, stando attento nel non farmi vedere da nessuno. L'adrenalina comincia a farsi strada nelle mie vene, giungendo al cuore, venendo pompata in tutto il corpo tramite le arterie.

Una sensazione estremamente piacevole, dev'essere questa la causa della dipendenza, questa sensazione... così piacevole ma limitata.

[...]

Mi avvicino subito verso di lui, in fondo al bar, vedendolo sorseggiare il suo drink. «Benvenuto Yunho.» il suo tono eccitato viene sussurrato, ridendo poi gettare gli occhi all'insù.

«Ammettilo che ti piace questa cosa degli incontri segreti.» il suo ghigno riesce a farmi sorridere, ma mi ricompongo subito, schiarendomi la voce «Sono incontri normali».

Scuote la testa correggendomi subito «No, non ci provare. Io accetto le tue regole, ma tu devi accettare la realtà. La nostra è una relazione, segreta ma pur sempre una relazione.» non perde tempo nel farmi pentire di tutto quanto, però purtroppo ci sono dentro... non riesco più ad ignorare i sentimenti che ho per lui.

«Devo ricordarti del bacio che mi hai dato subito dopo i voti?» continua a provocarmi in tutti i modi possibili, costringendomi a colpirlo con uno schiaffo sul braccio, facendogli ottenere esattamente ciò che vuole.

«Non ricordo cosa mi avevi detto, magari te lo ricordi tu?» aggiunge ridendo subito dopo, divertito nel farmi sentire in imbarazzo. «Possiamo amoreggiare ora, non è orario di incontro. Siamo solo io e te.» si avvicina pian piano, ma lo riprendo subito.

«Non possiamo amoreggiare all'aperto. Se ci vedesse qualcuno? È inappropriato.» finisco con il sussurrargli, vedendolo poi sospirare e tornare al suo posto originale.

Arriva anche il mio ordine e continuiamo a chiacchierare, così lo guardo e lo colgo di sorpresa «So cos'hai fatto.» mi guarda subito spaventato, non sapendo se avere timore o mantenere il suo stato di piacere.

«Hai parlato con Hyejin, convincendola di farci organizzare il celibato e il nubilato, vero?» comincio a girare il ghiaccio nel bicchiere grazie alla cannuccia, mentre Mingi nega il tutto.

«Non cerco di avere un tuo "hai ragione", io so di avere ragione.» gli rivolgo un sorrisetto, alzando lo sguardo con il volto rivolto verso il bicchiere. «Da cosa l'avresti capito poi?» mi chiede cercando di convincermi della sua innocenza.

Piego leggermente la testa alla mia destra e gli faccio «Sono un wedding planner e so che gli sposi, soprattutto conoscendo il tipo di Hyejin, so che avrebbe voluto avere una totale sorpresa per la sua ultima giornata da single.» prendo un sorseggio del mio drink, poi aggiungo subito dopo «Nonostante alcuni la trovino una grande stupidaggine, un modo da scappare alla fedeltà coniugale».

«Beh io già sto vivendo il mio periodo da celibe.» comincia a ridere divertito ma lo guardo contrariato e lo correggo «Non si chiama periodo da celibe, questo si chiama amicizia fuori dal matrimonio.» lo vedo alzarsi e mi si avvicina all'orecchio in modo da sussurrarmi «Allora penso tu sia un amico speciale, uno di quelli con cui fai sogni proibiti e baci focosamente in uno sgabuzzino».

«Non dimentichiamoci poi di quella sera quando hai tentato di salvarmi, dimostrando i tuoi sentimenti per me.» mi ricorda subito dopo, riabbassandosi verso l'orecchio, lasciando andare un leggero sospiro da una risata.

Riesce a farmi sentire in imbarazzo con quelle poche parole, rendendomi pesante poi l'ultimo sorso del drink. Mi scosto leggermente a causa del solletico che mi provoca vicino all'orecchio.

«Dove stai andando?» gli chiedo alzando lo sguardo verso di lui, ma ricevo solo un sorrisetto piacevole poi continua a sussurrare «Voglio andare in un posto dove poter amoreggiare. Un posto che abbia delle mura e una porta, che non sia davanti a tutti, siccome è inappropriato.» finisce di parlare, scimmiottando ciò che ho detto poco prima.

Il mio corpo viene investito da molteplici sensazioni contrastanti tra di loro... mi pento di essermi messo in questo guaio, ma non riesco a pensare ad altro che a lui... ho paura che il senso di colpa mi divori da dentro, ma voglio sentire ancora l'adrenalina.

[...]

«Non credi che sia sbagliato andare a casa tua? Come facciamo con tua moglie?» cerco di farlo ragionare mentre parcheggia fuori, ma non vuole darmi ragione. «Non è ancora mia moglie. Non costringermi a dire la verità.» si interrompe subito, slacciandosi la cintura mentre la sua espressione diventa seria d'improvviso.

Esco dalla macchina e gli chiedo più spiegazioni «Cosa significa la verità?» me lo ritrovo subito di faccia, limitando ogni tipo di spazio vitale, ogni bolla personale.

«Già la sai. Già te l'ho detta, quando ti sei ubriacato, ma sembra che non ricordi nulla.» mi guarda negli occhi, noto subito che cominciano a farsi leggermente lucidi mentre la sua figura non dà cenno di spostarsi dopodiché si dirige verso l'entrata.

«Potrei averti mentito...» lo interrompo subito nel fare il passo per entrare definitivamente dentro casa. Lo vedo girarsi rivolgendomi uno sguardo confuso «Cosa significa che avresti mentito?» la speranza comincia a farsi strada dentro di sé.

Mi avvicino lentamente mentre mi aspetta sulla soglia della porta, continuo così a spiegargli «Ricordo quando abbiamo parlato dei tuoi voti...» la sua espressione cambia radicalmente, la felicità si riesce ad intravedere nei suoi occhi e le labbra che si incurvano verso l'alto, rendendo i suoi occhi più piccoli.

«Quindi ricordi cosa ti ho detto al tuo perché?» annuisco subito dopo, consapevole di farmi crescere il senso di colpa, ma in un modo o nell'altro l'avrebbe fatto... sarebbe comunque cresciuto dentro di me finché non avessi sputato il rospo.

Mi afferra il volto tra le mani e cerca di rassicurarmi, facendosi avanti per baciarmi. La tensione cresce e cresce sempre di più, la paura di farsi vedere da qualcuno, così lo allontano subito. «Non qui. Non così.» lo fermo, entrando poi in casa, chiudendo la porta alle nostre spalle.

«Ora possiamo amoreggiare in pace.» ricomincia ad avvicinarsi, mettendomi con le spalle contro la porta fredda. Poggia una mano all'altezza della testa, portando la sua figura in avanti.

«E tua moglie?» cerco un modo di fermarlo, ma non funziona, un ghigno gli si forma sul viso. «Te l'ho detto già, non è ancora mia moglie e poi non è in casa, è a casa di un'amica.» subito dopo si avvicina baciandomi la pelle dell'incurvatura del collo, mentre cerco di fermarlo in qualche altro modo, ma la sensazione è la più piacevole che abbia mai provato...

Non so se sia per la consapevolezza che sia anticonvenzionale o proibito, oppure per l'ultima volta che mi sono sentito così. Sento il suo ginocchio che comincia a sfiorare il mio membro che sembra voler reagire in qualche modo, cominciando a gonfiarsi e pulsare.

Cerco di combattere contro il piacere ma è troppo bello per continuare, che sembra quasi sbagliato combatterlo, più di quanto arrendersi... lascio le sue labbra incontrare le mie, unendo anche le nostre lingue, sentendo la sua calda e umida entrare nella mia bocca per esplorarla con curiosità.

Give me your Yes || YunGiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora