Quel giorno la pioggia era incessante. Aveva cominciato dall'alba oscurando il sole con le sue nubi e nonostante fossero passate più di sei ore ancora non era terminata. Le porte delle case erano state sbarrate dall'interno da donne e uomini cui tentavano disperatamente di proteggere i propri vecchi e bambini mentre fuori, nelle strade e nei vicoli della città di Kald, la battaglia infuriava.
Però costoro ben poco potevano contro la folle furia dei soldati radelgardiani, i quali sfondavano le porte e le finestre di abitazioni a caso per entrarvi all'interno e fare razzia di viveri, oggetti di valore, abusare di giovani fanciulle o assassinare qualche povero disgraziato solo per loro semplice diletto. Purtroppo, alcuni fra questi barbari senza onore vi erano anche alcuni dei suoi uomini.
Vevidin non trovava gusto in ciò, lui preferiva di gran lunga affrontare i nemici armati per le strade che li attaccavano per difendere la loro città. E poi nei volti di quei poveri sfortunati cittadini che venivano sottoposti ad ogni tipo di soprusi da parte dei suoi compatrioti più meschini, rivedeva quello di Livia, la donna che aveva incontrato solo una volta a Loregate e che aveva aiutato a fuggire ma la quale poi non aveva più dimenticato, e quello del piccolo Marco e dei due vecchi Muhsin e Haifa.
Conquistare il resto della provincia non si era rivelata un'impresa così facile, ma per fortuna qualche giorno addietro arrivarono i rinforzi dall'Evar e da lì in poi la strada per l'esercito radelgardiano era stata tutta in discesa. Kald era l'ultima città da invadere e il Conte della provincia di Crysna era l'unica autorità eridashana che presidiava la zona; per cui, tolto di mezzo lui, il generale Terch poteva proclamare Crysna proprietà di Sua Maestà Zerann.
E non c'era niente che Vevidin non avrebbe fatto per la gloria del suo Re. Anche se non apprezzava che Sua Maestà avesse nominato Sutram governatore di Pabo, il quale a parere di Vevidin approvava i metodi brutali che i soldati usavano sui civili solo per suo mero sadico piacere personale e non perché fosse stato veramente il Re a dargli il permesso di fare ciò, il capitano Pistar ammirava Zerann ed era convinto che se avesse saputo dei crimini di guerra che il suo esercito compiva, avrebbe punito personalmente ogni responsabile.
Ma adesso non era il momento di pensarci. Adesso doveva solo concentrarsi sulla battaglia per la conquista di Kald, del palazzo del Conte e consecutivamente della provincia di Crysna. L'invasione di Kald era cominciata da più di due ore e finalmente la truppa di Vevidin, i rinforzi evariani e alcune truppe di Terch erano vicini al palazzo del conte di Crysna.
Il generale aveva disposto che Vevidin e altri due ufficiali, tra cui uno evariano, conducessero le proprie truppe fino a palazzo, sbaragliando gli eventuali ostacoli che si frapponevano tra loro e il palazzo del conte di Crysna. Gli altri invece avrebbero mirato a distrarre la milizia cittadina lontana dal palazzo. La fanteria del colonnello Siguer, i balestrieri evariani del luogotenente Xander e l'élite dei maghi avrebbero coperto il distretto più ricco della città. Le baliste e le catapulte del tenente di artiglieria evariana, Wak'dern avevano il compito di bersagliare tutti gli edifici militari di Kald, mentre l'artiglieria del tenente Tacle rimase davanti alle porte della città impedendo a chiunque di uscire fino a nuovo ordine di Terch. Il caporale Stirt e i suoi arcieri, insieme al capitano evariano Vaccon, avrebbero dovuto liberare le mura cittadine da tutti gli arcieri superstiti e prenderne il loro posto. Questi erano gli ordini del generale Terch e chiunque avesse deciso o non fosse stato in grado di portare a termine i propri compiti, se la sarebbe vista col generale in persona.
Il giovane capitano della cavalleria si faceva strada tra le vie di Kald con l'acciaio della sua lama. Dalla groppa del suo nuovo cavallo, il capitano Pistar falciava con la sua spada le guardie cittadine come fasci di grano, e più quelli gli si avvicinavano tanti più Vevidin ne spediva al Dio Zamvalla. Entrarono in un vicolo largo appena dieci piedi, dove i cavalli degli uomini di Vevidin, la fanteria evariana e i fucilieri di Terch si ammassarono procedendo a passo spedito. Vevidin e la cavalleria erano davanti al resto delle truppe e il capitano Pistar si trovava appena dietro rispetto a tutti i suoi uomini. Dai lati del vicolo sbucavano soldati eridashani e guardie di Kald. Alcuni di costoro si avventavano su Vevidin e la sua cavalcatura, ma il giovane capitano della cavalleria con la sua spada infilzava, decapitava e mozzava gli arti di chi gli veniva incontro sia da destra che da sinistra.
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La Resistenza dell'Ovest - La minaccia del Radelgard
Fantasy"Aprì gli occhi. La prima cosa che vide fu della pioggia che picchiettava sulle macerie intorno a lei. Si accorse che era sdraiata, con il ventre e il petto sul pavimento, schiacciata da altre macerie sopra di lei. Alzò la testa e tentò con estrema...