Una buona azione

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            Una trombetta svegliò tutti gli ufficiali che giacevano nei letti delle loro piccole, ma private, stanzette. Vevidin si alzò e si lavò il viso nel lavabo, poi rassettò il proprio letto e aprì il baule che conteneva le sue divise ed equipaggiamenti. Indossò una divisa, poi, sul suo comodino, raccolse tra le proprie mani quel nuovo distintivo da farsi cucire sulla divisa: il distintivo da capitano.

Già, finalmente Vevidin era stato promosso a capitano. Da oggi in poi lui era Capitano Pistar, comandante della cavalleria ducale di Ceman, ora inviati in missione dal duca Sanis per la propria patria, la grande nazione del Radelgard.

Dato che in quel momento non aveva tempo di farlo cucire, Vevidin decise di fissare in qualche modo il distintivo da capitano. D'altronde, sia soldati semplici che ufficiali, erano obbligati a portare i propri gradi o medaglie in modo da facilitare il riconoscimento all'interno della gerarchia militare. Rovistò nei cassetti del mobile sotto il lavabo alla ricerca di qualcosa con cui attaccare il distintivo di capitano. Trovò infine una graffetta e con un'estremità fece un foro sul distintivo e uno sulla divisa, all'altezza del petto, dopodiché infilò la graffetta in entrambi i fori e fermò l'estremità all'interno dell'uniforme rigirandola e incastrandola con il tessuto del giustacuore rosso.

Si guardò un'ultima volta allo specchio, fissando con orgoglio quel distintivo da capitano fissato alla buona sulla propria uniforme. Soddisfatto, decise quindi che era giunto il momento di raggiungere gli altri ufficiali e il resto delle truppe, i quali si stavano raggruppando nella piazza antistante alla caserma delle guardie cittadine di Loregate, dove ora dormivano gli ufficiali di stanza dell'esercito del Radelgard. Dopo aver conquistato Loregate, tre giorni prima, gli ufficiali, i maghi e la loro élite, avevano deciso di dormire nella caserma delle guardie, mentre il resto dei soldati si sarebbero trovati una sistemazione nei fienili, nei capannoni o in qualche casa, taverna o bottega inutilizzate dagli abitanti del posto poiché semidistrutte durante l'attacco.

Fu dopo la conquista di Loregate che il generale Terch promosse Vevidin a capitano. Sebbene in realtà Vevidin aveva già da prima il sospetto che il generale avesse qualcosa in serbo per lui. Dopo la conquista di Archersham, il generale Terch decise di partire alla conquista di Loregate da subito, ma lasciò alcune truppe in difesa del paese, ora nuovo avamposto del Radelgard. Lasciò quindi il caporale Tanaka del plotone di fanteria del colonnello Bytt, il sergente Hivang con tutto il suo plotone di arcieri e il caporale Kuzuetsov con una parte del plotone di arcieri del tenente Ixit. Tutti gli altri, Vevidin compreso, avevano l'ordine di affiancare il generale nella conquista di Loregate.

Ma non era solo la decisione di portarlo con sé a Loregate che fece sospettare Vevidin che il generale avesse qualche preferenza nei suoi confronti. Il capitano della cavalleria notò che sempre più spesso il generale Terch desiderava che Vevidin fosse al proprio fianco quando c'erano da prendere decisioni e molte volte aveva chiesto la sua opinione in proposito. Sebbene il generale continuasse a ordinargli ogni sorta di incarico, anche quelli che non erano di competenza di Vevidin o che semplicemente potevano essere svolti da altri, il giovane capitano notò che il generale Terch aveva comunque un occhio di riguardo nei suoi confronti: lo invitava a mangiare al proprio tavolo, si assicurava che avesse il posto migliore durante le riunioni con gli ufficiali, che non gli mancasse mai una scorta, anche se piccola, di liquore o distillato e soprattutto si assicurava che tutti gli ufficiali, anche quelli di grado maggiore rispetto a Vevidin, gli portassero il massimo rispetto. Vevidin concluse, quindi, che il generale Terch doveva avere una grande considerazione di lui, tale che assegnava la maggior parte degli incarichi a Vevidin poiché si fidava ciecamente del giovane capitano.

Il capitano della cavalleria del ducato di Ceman prese posto a destra del capitano Dase, il quale era il terzo in linea dopo il colonnello Siguer e il generale Terch. Costui, però, fece cenno a Vevidin di avvicinarsi e a Siguer e Dase di scalare di un posto: il generale aveva intenzione di mettere Vevidin al suo fianco anche durante l'alzabandiera, un onore per qualunque soldato. Erano pochi gli onori più grandi, dopo quello di essere in fila al fianco di un generale, come quello di presenziare ad un alzabandiera a fianco di uno dei Governatori o, ancora meglio, del Re in persona. Anche se Vevidin dubitava fortemente che un qualsiasi sovrano, di qualsiasi nazione, si sarebbe alzato alle sei e mezzo del mattino solo per cantare l'inno patriottico. A meno che non avesse ricevuto un'educazione militare, ovvio. Ma da quello che Vevidin sapeva, sua maestà Zerann non aveva deciso di intraprendere gli studi militari, bensì quelli politici.

La Resistenza dell'Ovest - La minaccia del RadelgardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora