Prigionieri ad Almoordash

2 1 0
                                    

            La pioggia non accennò a smettere per tutta la mattinata. Nonostante i mantelli, gli amici erano tutti fradici. Il povero Ray, la quale pelliccia era l'unica sua copertura, era talmente zuppo che assomigliava ad un topo di fogna.

Erano passati due giorni da quando lasciarono Balib e adesso si trovavano già nei pressi di Almoordash. Anche stavolta andavano troppo di fretta per prendere la deviazione a nord della capitale, motivo per cui Joly e Sharkey si sarebbero dovuti di nuovo nascondere passando davanti alla locanda di Aeral e Iasrinup.

Ad un certo punto, Conner si ricordò di una questione rimasta in sospeso. Si rivolse all'amico seduto al suo fianco in cassetta. «Mi sa che dovrò nascondermi anche io nel carro per attraversare Bards Haven.»

Russel lo guardò con sguardo scrutatore. «Credo sia meglio di sì, Conner. Nell'ultimo mese tu e gli altri avete imparato a cavarvela bene in un eventuale scontro armato e perciò non avremmo problemi ad affrontare quei ladruncoli dei tuoi vecchi amici, ma non possiamo rischiare di ritardare la nostra missione: Yulgrin aspetta notizie da Balib.»

«Hai ragione, Russel, dobbiamo...» Conner fu interrotto dall'arrivo di un plotone di guerrieri diretti nel senso opposto ai cinque Messaggeri.

Quegli uomini erano coperti da dei grandi mantelli con cappuccio di colore blu scuro e un sole con le punte dei raggi triangolari di colore rosso scarlatto. Anche se i mantelli li ricoprivano completamente, era evidente che erano ben bardati, visto l'equipaggiamento che avevano sui cavalli.

Conner mormorò. «Riconosco quel simbolo: sono i Magnifici Guerrieri del Sole!»

Joly trasalì. Il suo cuore palpitava d'ansia al ricordo dell'ultima volta in cui si imbatterono nei Magnifici Guerrieri del Sole. Al ricordo di Cassian Reulaem...

Russel quindi, sempre sottovoce, diede delle direttive agli amici seduti dietro. «Presto! Coprite le vostre armi con i mantelli, non dobbiamo dare nell'occhio!»

Si sistemarono i mantelli alzando bene il cappuccio sulla testa, cercando di celare quanto più possibile i volti. Ray invece avanzò accanto al carro tenendo la testa bassa, non avendo mantelli con cui coprirsi.

Russel continuò a condurre il carretto mantenendo sangue freddo e i suoi amici fissavano il fondo del carretto o la strada, facendo finta di non accorgersi del passaggio di quel plotone. I Magnifici Guerrieri del Sole, invece, li fissavano insistentemente mentre passavano a fianco del carretto con i cavalli.

Fu proprio a quel punto che accadde il putiferio.

Sharkey, curioso di sapere quanti guerrieri dovessero ancora passare così da poter tirare un sospiro di sollievo, alzò la testa facendo scivolare sbadatamente all'indietro il cappuccio del suo mantello. I guerrieri che gli passarono accanto lo guardarono sorpresi e stupiti di quella faccia da topo che si trovava sotto quel mantello.

Uno di loro, però, urlò: «Signore! Quel pimb è uno di quelli che hanno assassinato vostro figlio!»

Al che, Russel tirò le redini del cavallo che trainava il carretto. Anche gli altri quattro Messaggeri alzarono i loro sguardi, riconoscendo il guerriero che aveva parlato. Era Baginski, il ragazzo che fuggì in cerca d'aiuto per il suo comandante Cassian Reulaem, quella sera a Courtford.

Un uomo, il più bardato tra tutti, si fece avanti verso il carretto. Da sotto il cappuccio si scorgevano due baffi e una barbetta bianchi, rivelando così l'età dell'uomo, il quale doveva essere il padre di quel verme di Cassian e quindi il capo dell'ordine dei Magnifici Guerrieri del Sole.

«Prendetelo! E prendete anche gli altri che sono con lui!»

I guerrieri circondarono il carretto in men che non si dica.

La Resistenza dell'Ovest - La minaccia del RadelgardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora