Aprì gli occhi. La prima cosa che vide fu della pioggia che picchiettava sulle macerie intorno a lei. Si accorse che era sdraiata, con il ventre e il petto sul pavimento, schiacciata da altre macerie sopra di lei. Alzò la testa e tentò con estrema fatica di rimuovere le macerie che la comprimevano, ma senza successo. Dopo svariati tentativi con sua somma sorpresa vide finalmente le macerie sollevarsi come per magia e, una volta libera da esse, si guardò intorno. Era un posto nuovo. Non aveva idea di dove fosse finita, né di come ci fosse arrivata. Dall'odore di erbe, intrugli vari e altre cose indefinite, sembrava essere la bottega di un alchimista o un erborista, anche se piuttosto diversa da quella del signor Broimos. Era tutto sottosopra. Tutti i vasi che prima contenevano piante e erbe ora erano per terra, rotti. Anche i tappeti erano fuori posto, fatti volare sopra il bancone. Si sentiva come stordita, ma inspiegabilmente riusciva a rimanere a mente lucida anche in quella condizione. Si alzò in piedi. Si girò su sé stessa osservando la bottega per capire meglio cosa fosse successo, quando sentì il rumore di un barattolo di vetro urtato dal suo piede. Si fermò e fissò il barattolo. Poco dopo si abbassò e lo prese tra le mani esaminandolo. Dentro di esso c'era della terra e un piccolo germoglio. Girò il barattolo tra le sue mani e notò che aveva un'etichetta scritta in una lingua sconosciuta, forse elfico o nanico. Fissò nuovamente il germoglio. Aveva due foglie larghe e sotto una più piccola. La vista di quel germoglio le infondeva una sensazione di felicità e soddisfazione, la stessa di quando si trova qualcosa che si cerca da tempo. Joly cercò di spiegarsi il motivo di tanta gioia, ma non riuscì a trovare un collegamento tra quel germoglio e la sua vita fino a quel momento. Non ricordava di aver mai avuto il bisogno di trovare un germoglio come quello finora.
Si rimise in piedi tenendo tra le mani il barattolo e all'improvviso sentì un rumore provenire dal tetto ormai quasi completamente distrutto, alzò lo sguardo e vide che la bottega e le sue macerie stavano prendendo a fuoco. Afferrato ben saldo il barattolo con il germoglio, la ragazza fuggì via da quelle macerie. Vide che all'esterno era scoppiato l'inferno. Gente che urlava e scappava, soldati armati che combattevano tra di loro: la città era stata messa a ferro e fuoco. Quel luogo non sembrava essere Kirs e non aveva visto nessuna delle persone che conosceva in quel caos, ma per qualche strano motivo Joly sentiva come se quella sconosciuta città fosse la sua casa e la preoccupazione che i suoi amici e parenti fossero in pericolo salì alle stelle. Si voltò indietro e osservò il fuoco che divampava sulle macerie della bottega, incenerendo tutto.
Dopo un po' la ragazza iniziò a correre tra le fiamme e tra la folla che a sua volta correva e urlava impazzita e spaventata, ed evitando scontri continuò a tenere stretto al petto il barattolo che aveva salvato nella bottega. Correva per cercare qualcuno, anche se non aveva idea di dove andare. Improvvisamente le si parò davanti un uomo armato fino ai denti che sembrava avere intenzione di attaccarla. L'uomo fece roteare la sua mazza, ma Joly, con una certa maestria che sorprese anche lei stessa, gli bloccò il braccio lasciando cadere il barattolo che teneva nell'altra mano, si girò di scatto e diede una gomitata allo stomaco dell'uomo che si piegò dal dolore, e in quel momento Joly ne approfittò per sfilargli l'arma dalle mani e usarla contro di lui piantandogliela in testa. L'uomo cadde a terra privo di vita. Ancora una volta Joly rimase sorpresa di come l'accaduto sembrava non averla turbata minimamente. Inoltre si chiese da dove provenisse tutta quell'abilità nel combattimento, visto da che aveva memoria, non si era mai addestrata o impegnata in alcun genere di scontro. Raccolse il barattolo e si guardò intorno, cercando tra i volti della gente l'oggetto della sua ricerca.
Ad un certo punto sbucò un ragazzo da dietro una casa bruciata, ma al contrario delle altre persone che aveva visto nel trambusto, non riusciva a vedere bene come era fatto, i lineamenti del volto e del corpo non erano ben definiti. Eppure, appena lo vide, Joly sentì affievolirsi dentro di sé quel senso di preoccupazione, come se fosse un suo conoscente. Anzi, a dir la verità sembrava essere molto più di questo. Il ragazzo la chiamò Joly... Lei si chiese come faceva a sapere il suo nome. Il ragazzo la richiamò «Jolyan Roper, svegliati!» Joly non capiva: lei era già sveglia!
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La Resistenza dell'Ovest - La minaccia del Radelgard
Fantasy"Aprì gli occhi. La prima cosa che vide fu della pioggia che picchiettava sulle macerie intorno a lei. Si accorse che era sdraiata, con il ventre e il petto sul pavimento, schiacciata da altre macerie sopra di lei. Alzò la testa e tentò con estrema...