Lo scontro

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            No, così non andava. In che modo poteva spiegare alla ragazza che il tiro con l'arco era tutta questione di concentrazione? Per l'ennesima volta, la freccia scoccata da Joly non arrivò neanche sul bersaglio, ma si piantò sul terreno.

Russel sbuffò. «Cos'è che non è andato questa volta?»

«Niente, è quello il punto! Ho fatto tutto quello che mi hai detto tu, ma niente!» Joly si era innervosita e ciò non era un bene per la concentrazione.

Conner, Sharkey e Ray erano seduti sulla staccionata ad osservare gli allenamenti extra dell'amica. Extra perché a quell'ora gli allenamenti con Relbran e gli altri istruttori erano terminati, ma Joly non si voleva dare per vinta e aveva deciso che in un modo o nell'altro sarebbe riuscita a centrare il bersaglio e, fino a che non ce l'avesse fatta, non sarebbe tornata in tenda o da nessun'altra parte. Anche Russel, d'altronde, aveva compreso che per Joly servivano più ore di addestramento. Ognuno aveva i suoi tempi d'apprendimento e Joly aveva solo bisogno di più tempo degli altri. E poi era solo questo maledetto tiro con l'arco che non le riusciva, perché con il resto delle armi che aveva provato se l'era cavata abbastanza bene. Anzi, proprio tre giorni prima, con i pugnali, era riuscita ad atterrare persino Relbran. Un colpo fortunato, certamente, ma che non sarebbe mai stato possibile se non avesse avuto una certa scioltezza nei movimenti.

Al contrario di Joly, Sharkey se la cavava egregiamente con l'arco, aveva una buona mira e una sorprendente forza in quelle piccole braccia pelose che gli permettevano di tendere l'arco come se fosse un umano ben allenato. Però il pimb era del tutto negato con il resto delle armi. Russel cominciò a credere che forse erano le sue caratteristiche fisiche a renderlo impossibilitato di brandire come si deve una spada, un'ascia, un pugnale, o qualsiasi altra arma che non fosse l'arco. Forse sarebbe stato abile anche con la balestra, ma lì a Balib non possedevano balestre da usare per gli allenamenti.

Conner invece era il suo orgoglio. Già dall'inizio dell'addestramento, evento avvenuto più di due settimane prima, pochi giorni dopo l'arrivo a Balib, Conner aveva dimostrato una spiccata dote nelle arti del combattimento. Certo, aveva ancora molto da imparare e soprattutto doveva ancora mettere in pratica le sue abilità contro un bersaglio in carne e ossa ma, a detta di Russel, il ragazzo di Bards Haven prometteva veramente bene. Chissà se un giorno sarebbe diventato abile come lui, se non di più. Russel sorrise sogghignando tra sé: impossibile, pensò.

Tutto sommato, tra i successi e gli insuccessi dei suoi allievi, Russel era contento della scelta di istruire i suoi amici sulle armi. Già da quando erano arrivati a Balib una voce nella sua testa continuava a sussurrargli l'idea di convincere i membri della sua squadra ad addestrarsi, poi, pochi giorni dopo, quella voce diventò una proposta vera e propria, accettata calorosamente da Joly e da Conner. Sharkey non si pronunciò, ma ormai Russel conosceva abbastanza il pimb da capire che non era affatto d'accordo di imparare a usare le armi. Russel però lo convinse spiegandogli che, se disgraziatamente nessuno di loro, né Russel stesso, né Joly, né Ray e né Conner fossero in grado di proteggerlo da un qualche scontro, Sharkey doveva ringraziare gli Dei se aveva imparato a difendersi. Nonostante ciò, il pimb durante gli allenamenti nei giorni successivi era comunque un po' riluttante nel tenere un'arma in mano.

Russel si avvicinò di nuovo a Joly. «Fammi vedere il modo in cui tendi l'arco.»

«Ancora?»

«Sì, ancora. Su, coraggio.»

Joly estrasse la freccia con la mano destra dalla faretra che aveva sulle spalle, mentre con la mano sinistra impugnava l'arco all'esatto centro del legno, poi incoccò la freccia e tese la corda all'altezza del petto puntando leggermente l'arco all'insù in modo da ottenere una giusta traiettoria di tiro, come le aveva insegnato Russel.

La Resistenza dell'Ovest - La minaccia del RadelgardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora